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lavori parlamentari

* Interrogazione pralamentare sugli esami di stato per l'ammissione alla professione forense. Basta con le disparità tra le varie sedi. (27/11/2006)

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01638
presentata da
GIORGIA MELONI
mercoledì 15 novembre 2006 nella seduta n.072

MELONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:

ormai da diverse settimane sono stati resi noti i risultati della prima prova d'esame per l'iscrizione all'albo degli
avvocati;

in alcuni distretti - si pensi a quello di Napoli solo per fare un esempio - dall'entrata in vigore della riforma si è registrato un progressivo aumento della percentuale dei non ammessi agli orali;

più in generale occorre evidenziare che il numero dei candidati che supera le prove scritte cambia in maniera radicale a secondo dell'ubicazione, a nord o a sud dell'Italia, delle commissioni addette alla correzione;

tale circostanza si evince da un altro dato esemplificativo, anch'esso allarmante: nel 2004 la Corte di appello di Brescia ammise alla prova orale solo il 27 per cento dei messinesi; quest'anno gli elaborati di Messina sono stati corretti a Reggio Calabria e la percentuale degli ammessi è salita a quasi il 70 per cento;

è necessario scongiurare la possibilità che si stia alimentando una competizione fra i futuri professionisti del nord e quelli del sud;

da più parti si sostiene che l'attuale sistema di correzioni non consenta una corretta valutazione delle potenzialità e capacità dei candidati;

lo scorso anno molti praticanti accertarono che i propri compiti, pur non riportando alcun tipo di correzione, furono giudicati insufficienti dalla commissione esaminatrice;

in alcuni casi sembrerebbe che le commissioni esaminatrici abbiano dedicato pochissimi minuti per la correzione del singolo atto, un tempo così breve che non sarebbe sufficiente nemmeno per terminare una prima lettura dell'elaborato -:

quali iniziative intenda adottare per rendere noti i criteri di valutazione delle prove scritte adottati dalle commissioni esaminatrici;

per quali motivi anche quest'anno tempi e modi di correzione siano stati così approssimativi;

se non ritenga necessario adottare le opportune iniziative sul piano normativo per riformare la disciplina degli esami di abilitazione alla professione forense - di cui alla legge n. 180 del 2003 e al decreto legislativo n. 115 del 1992 - nel senso di prevedere lo svolgimento di una prova preselettiva nonché l'istituzione di una commissione unica nazionale, così come previsto per l'accesso in magistratura.
(4-01638)

* Alleanza nazionale chiede: perchè non si varano i decreti delegati che attuano la riforma delle professioni sanitarie? (27/11/2006)

Atto Senato

Mozione 1-00052
presentata da
ALTERO MATTEOLI
mercoledì 22 novembre 2006 nella seduta n.080

MATTEOLI, CURSI, DE ANGELIS, GRAMAZIO, TOTARO, TOFANI, CORONELLA, ALLEGRINI - Il Senato,

premesso che:

nella XIV legislatura è stata approvata, con voto bipartisan, la legge 1° febbraio 2006, n. 43, recante "Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali";

tale legge rappresenta un punto di svolta nella valorizzazione delle professioni sanitarie in quanto, finalmente, prospetta un percorso di carriera subordinato al conseguimento di titoli accademici di specializzazione;

tutto ciò non può che determinare un notevole miglioramento qualitativo delle prestazioni sanitarie rese ai cittadini;

l'attesa per tale provvedimento di legge da parte delle categorie professionali coinvolte è molto elevata e si trascina ormai da diversi anni;

gli ordinamenti dei Paesi europei con sistemi sanitari più avanzati riconoscono da tempo a tali categorie la facoltà di dotarsi di Ordini professionali,

la legge 1° febbraio 2006, n. 43, all'articolo 4, delega al Governo l'emanazione di uno o più decreti legislativi finalizzati alla trasformazione dei Collegi in Ordini professionali ed all'istituzione di nuovi Ordini professionali per le professioni sanitarie che ne erano sprovviste;

i professionisti sanitari agiscono su una materia, la salute, che è un bene collettivo costituzionalmente tutelato e necessita di un controllo e di una vigilanza costante nelle competenze e del rispetto delle norme deontologiche da parte di coloro che erogano le prestazioni;

il testo del decreto ministeriale presentato dal Ministro della salute all'approvazione del Governo è stato respinto per ben due volte;

è stato assegnato alla XII Commissione permanente Affari sociali della Camera dei deputati, per l'esame di competenza, il disegno di legge proposto dal Ministro della salute per il differimento del termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1° febbraio 2006, n. 43,

impegna il Governo ad emanare, superando il disegno di legge per il differimento dell'esercizio della delega entro trenta giorni, uno o più decreti legislativi nel senso indicato, così come espressamente previsto dall'articolo 4 della legge 1° febbraio 2006, n. 43.

(1-00052)

* Carmelo Briguglio (An), presenta una interrogazione parlamentare chiedendo al governo di assumere iniziative normative, regolamentari e di intervento nelle contrattazioni, per andare incontro alle esigenze degli infermieri italiani. 27/11/2006

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01657
presentata da
CARMELO
BRIGUGLIO
mercoledì 15 novembre 2006 nella seduta n.072

BRIGUGLIO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che: gli infermieri sono una categoria che svolge una funzione essenziale nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale e dell'assistenza pubblica e privata; sarebbe equo ed opportuno adottare un pacchetto di proposte al fine di affrontare la questione infermieristica, degli infermieri italiani adeguando le condizioni economiche e lavorative alla media europea e in particolare:

1)     incrementare lo stipendio degli infermieri di 600,00 euro entro il 2010;

2)     triplicare il numero dei posti nella facoltà di Scienze infermieristiche;

3)     adeguare le dotazioni organiche alla media europea;

4)     adeguare il numero degli operatori di supporto nelle corsie per consentire agli infermieri di dedicarsi all'assistenza ed allo sviluppo della professionalità;

5)     investire nell'autonomia professionale responsabilizzando gli infermieri nella gestione dei farmaci e dei presìdi sanitari quale meccanismo incentivante nella riduzione degli sprechi;

6)     allargare agli infermieri l'esclusività e la libera professione intra ed extra moenia, per garantire la continuità assistenziale nel territorio dopo le dimissioni ospedaliere (casa della salute, assistenza domiciliare, infermiere di quartiere, prevenzione) -:

se il Governo intenda assumere le iniziative necessarie normative, regolamentari e di intervento nelle contrattazioni, per andare incontro alle esigenze degli infermieri italiani. (4-01657)

Indagine conoscitiva sull'Intramoenia

Seguito dell'indagine conoscitiva sull'esercizio della libera professione medica intramuraria, con particolare riferimento alle implicazioni sulle liste di attesa e alle disparità nell'accesso ai servizi sanitari pubblici: audizione dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.  Riprende l'indagine conoscitiva sospesa nella seduta del 19 ottobre scorso.  

 Il presidente MARINO riepiloga le finalità dell'indagine conoscitiva in titolo e cede la parola al dottor Rossi, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle province autonome.  

Il dottor ROSSI interviene richiamando in primo luogo la pronuncia della Corte costituzionale sulla potestà regionale di stabilire l'incompatibilità tra incarichi apicali ed esercizio della libera professione in modalità extramuraria.

Riferisce quindi una serie di dati riguardanti il numero di visite e ricoveri praticati in regime di intramoenia, nonché i relativi ricavi. Dopo aver affrontato il tema della libertà di scelta da parte del paziente, si sofferma sulla previsione dei volumi di attività istituzionale e libero-professionale nel contratto di lavoro del professionista, sulla separazione dei centri di prenotazione per le prestazioni in regime di intramoenia e sull'adeguamento delle strutture al fine di assicurare il superamento dell'intramoenia allargata.

Seguono domande e richieste di chiarimento da parte dei senatori.

Il senatore TOMASSINI (FI) svolge talune precisazioni in merito alla sentenza della Corte costituzionale citata dal dottor Rossi e al rapporto fra liste di attesa e  svolgimento delle attività libero-professionali. Chiede poi chiarimenti sui costi di adeguamento delle strutture per l'esercizio dell'attività intramuraria. Rilevata la necessità di distinguere l'utilizzo di strutture fra impieghi pubblici e privati, si sofferma sui sistemi di prenotazione per i due tipi di attività, nonché sull'esercizio dell'attività intramuraria anche ai professionisti sanitari non medici.

La senatrice VALPIANA (RC-SE) chiede a sua volta approfondimenti in merito allo svolgimento da parte dei professionisti sanitari non medici dell'attività libero-professionale intramuraria e alle misure per garantire la separatezza fra l'utilizzo pubblico e privato delle strutture mediche. Chiede infine ragguagli con riferimento alle regioni che hanno fatto ricorso a strumenti contrattuali flessibili.

La senatrice MONACELLI (UDC) rivolge quesiti in merito alla richiamata sentenza della Corte costituzionale, nonchè sui tempi di attesa per prestazioni diagnostiche.

Il dottor ROSSI - dopo aver preannunciato la disponibilità a trasmettere una documentazione integrativa - risponde alle richieste di chiarimento in merito alla distinzione fra  attività istituzionale e attività libero-professionale, anche con riferimento all'utilizzo della strumentazione diagnostica. Dopo aver svolto talune precisazioni in ordine alla citata sentenza della Corte costituzionale, si sofferma sull'esigenza di ricorrere a forme contrattuali flessibili e di  assicurare tempi certi per l'erogazione delle prestazioni da parte del servizio pubblico.

Il presidente MARINO ringrazia il dottor Rossi per il proficuo contributo e dichiara chiusa la procedura informativa in titolo, rinviando il seguito dell'indagine conoscitiva.

Processo del lavoro. È iniziato l'esame nelle commissioni Giustizia e Lavoro di Palazzo Madama del disegno di legge sulla Riforma del processo del lavoro, primo firmatario il presidente della commissione, Cesare Salvi, sottoscritto anche dall'ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu. Salvi ha spiegato che il ddl propone una riforma del processo del lavoro ''con l'intenzione di garantire celerità e certezza alla soluzione delle controversie che riguardano i licenziamenti e i trasferimenti''. Il ddl ha anche l'obiettivo ''di risolvere questioni che riguardano il processo previdenziale, in particolare -spiega Salvi- con riferimenti agli accertamenti sanitari connessi a controversie previdenziali e alle controversie in serie''. Il provvedimento predispone anche una riforma complessiva ''delle tecniche normative di composizione e di soluzione delle controversie individuali di lavoro, intervenendo sulla conciliazione, sull'arbitrato, sulla formazione di conciliatori e di arbitri, nonche' sulle risorse finanziarie''.  Treu, nel corso del suo intervento in commissione ha ricordato che il provvedimento recepisce spunti e proposte gia' elaborati nelle precedenti legislature. ''Si tratta,  pertanto, di articolare ulteriormente e portare a compimento un percorso già avviato, ed è auspicabile che per la definitiva messa a punto del testo normativo - ha detto Treu - sia assicurato un fattivo e cospicuo contributo da parte del governo''.  I proponenti fanno notare come il disegno di legge adotti una prospettiva di continuità evolutiva rispetto alla legge 20 maggio 1070, n. 300, che contiene lo Statuto dei lavoratori, e alla legge 11 agosto 1073, n.533, in materia di riforma del processo del lavoro.  Il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Scotti, che sta seguendo il provvedimento, ha auspicato che il Parlamento possa recepire alcuni contributi migliorativi da parte del governo, soprattutto in materia di coordinamento con le procedure speciali di impugnazione dei lodi arbitrali''. Scotti ha sottolineato come il ddl presenti tre fondamentali caratteristiche: ''un'impostazione semplificata del procedimento al fine di garantire la celerità e, conseguentemente, al fine di garantire una rapida definizione delle posizioni giuridiche fatte valere nel processo; una maggiore fluidità delle procedure, il favor per le procedure di conciliazione e per l'arbitrato''. Anche il senatore Maurizio Sacconi, di Forza Italia, già sottosegretario al Welfare, ha annunciato, a nome del suo gruppo, un disegno di legge di riforma del processo del lavoro. ''Perplessita''', invece, sono state espresse sul provvedimento dal responsabile di An della Giustizia, Antonino Caruso, sul provvedimento che ''rischia -per Caruso- di tradire ogni buon proposito di miglioramento del sistema processuale. Ho spiegato a  Scotti -ha detto Caruso- che ha convenuto, l'assoluta necessità, quando si affrontano obiettivi ambiziosi, di non praticare scorciatoie, ma di affrontare il tema così come è, trovando le necessarie soluzioni all'interno del codice di procedura''. Le commissioni Giustizia e Lavoro hanno programmato sul tema un ciclo di audizioni informali per acquisire il parere delle parti sociali e degli operatori del settore giustizia. Le audizioni inizieranno alla ripresa dei lavori parlamentari del Senato, la cui attività è stata sospesa dal 30 ottobre al 3 novembre per il concomitante svolgimento delle elezioni in Molise. Quanto ai contenuti del disegno di legge, in particolare viene ridisegnata la tutela reintegratoria contro il licenziamento ingiustificato “nelle forme di un’azione tipica urgente a cognizione sommaria, sì da imprimere a siffatte azioni una durata ragionevole. La riforma – spiegano i proponenti – intende garantire celerità al giudizio, mediante una procedura d’urgenza, con la conseguenza di escludere queste controversie dalla procedura preventiva obbligatoria di conciliazione. Non si intende peraltro escludere totalmente queste controversie dalla conciliazione e dall’arbitrato”. Nel disegno di legge è, pertanto, collegata l’introduzione  di una specifica procedura d’urgenza giudiziale e la promozione della procedura conciliativo-arbitrale prevista per le sanzioni disciplinari, con un collegio che opera presso la direzione provinciale del lavoro o con un collegio espressamente previsto dal contratto collettivo. La scelta operata è quella di rafforzare il canale costituito dal ricorso al collegio di conciliazione ed arbitrato, mantenendolo sempre alternativo al ricorso alla giustizia ordinaria. Elemento qualificante delle nuove norme è la previsione di una misura coercitiva di carattere pecuniario che prevede il destino delle somme corrisposte o da corrispondere al lavoratore, ad esempio nel periodo che intercorre tra il provvedimento di condanna e la sentenza di riforma. Come pure l’imposizione che il giudice tratti con priorità tali cause. Di Elisa Pastore

Indagine conoscitiva sull'esercizio della libera professione medica intramuraria, con particolare riferimento alle implicazioni sulle liste di attesa e alle disparità nell'accesso ai servizi sanitari pubblici: audizione dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr) e del Tribunale per i diritti del malato

Il Presidente introduce l’audizione e dà la parola anzitutto all'ingegner Terzi, in  rappresentanza del Tribunale per i diritti del malato.

L’ingegner Terzi, dopo aver messo a disposizione della Commissione una specifica documentazione, si sofferma anzitutto sulle segnalazioni pervenute al Tribunale riguardanti le liste di attesa, nonché sulle prestazioni diagnostiche per le quali è particolarmente difficoltoso l’utilizzo del servizio pubblico.  Inoltre, dà conto dei tempi medi di attesa per talune prestazioni diagnostiche, da cui emerge che quelli riferiti alle prestazioni a carattere di urgenza sono persino superiori rispetto a quelli riferiti alle prestazioni effettuate in intramoenia.  Avviandosi a concludere, l’oratore si sofferma indi sulle prestazioni diagnostiche per le quali viene segnalato con maggior frequenza il ricorso all’intramoenia o al settore privato a causa delle lunghe liste di attesa, nonché sui costi segnalati per specifiche prestazioni diagnostiche per le quali i cittadini ricorrono alle attività professionali intramurarie.  Ha indi la parola la dottoressa Salatino, in rappresentanza dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, la quale - dopo aver consegnato una documentazione - si sofferma sui ricavi relativi all’attività professionale intramuraria, nonché sulla spesa sostenuta dai cittadini presso le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere nel 2004. L’oratrice commenta inoltre i dati riferiti ai corrispettivi al personale che ha svolto la richiamata attività, nonché l’ammontare trattenuto dalle aziende a titolo di copertura dei costi sostenuti, rilevando l'elevata eterogeneità registrata a livello territoriale. Inoltre, ella dà conto dei ricoveri effettuati in regime di professione intramuraria presso le strutture ospedaliere e presso le case di cura private non accreditate.

Seguono indi domande e richieste di chiarimento da parte dei senatori.

Interviene il senatore Tomassini(Fi), il quale pone quesiti in ordine agli aspetti organizzativi che possono avere un'incidenza sulla fruizione del servizio pubblico da parte dell'utenza, quali la situazione degli organici e la funzionalità degli orari di lavoro. Chiede inoltre ragguagli relativamente ai costi delle prestazioni effettuate nelle strutture private non accreditate.

Il senatore Massidda (Dc-Pri-Ind-Mpa)  ritiene che le finalità della disciplina relativa alla libera attività professionale intramuraria  siano lungi dall'essere perseguite. Chiede pertanto agli intervenuti un loro orientamento in merito all'opportunità di superare l'attuale normativa.

La senatrice Binetti (Ulivo)  chiede chiarimenti in merito, da un lato, al ricorso a convenzioni con studi privati e, dall'altro, all'impiego di personale specializzando in tali strutture. Infine chiede ragguagli in merito all'esistenza di percorsi preferenziali a favore dei pazienti che optano per prestazioni di natura privata.

In considerazione dell'approssimarsi dei lavori dell'Aula, la senatrice Bianconi (FI)  propone che la procedura informativa in esame si concluda in altra seduta, attesa la necessità di un approfondimento delle tematiche affrontate. Chiede indi chiarimenti in merito alla linearità dei percorsi offerti all'utenza in alternativa al servizio pubblico.

La senatrice Emprin Gilardini (Rc-Se)  domanda se vi siano dati con riferimento alla tipologia delle prestazioni svolte in regime di intramoenia ed eventualmente quale sia la relativa distribuzione territoriale.

Il senatore Cursi (An)  chiede, a sua volta, di sapere se siano state adottate iniziative per ridurre le liste di attesa, sulla base di quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2006. Infine, domanda per quali tipologie di prestazioni sanitarie i tempi medi di attesa registrati per le attività intramurarie siano inferiori rispetto a quelle definite come urgenti.

Il senatore dell'Ulivo Guido Calvi, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, ha depositato un disegno di legge in Senato di riforma della professione forense. “È un progetto - spiega Calvi - di ampia portata e di respiro complessivo, che definisce le funzioni e i doveri dell'avvocato, fissa nuove norme per l'accesso alla professione, introduce la possibilità di creare associazioni e società professionali tra avvocati, ridisegna il procedimento disciplinare, regolamenta le innovazioni introdotte dal decreto sulla competitività e disciplina l'effettivo esercizio della professione. Mi auguro che possa cominciare al più presto il suo iter parlamentare e arrivare rapidamente ad approvazione”. vai >>>

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