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La segreteria nazionale del Sindacato dei Medici Italiani-SMI, riunitasi sabato a Roma, ha approvato un breve documento sulle convenzioni dei medici di medicina generale e del territorio e sulla riorganizzazione dei servizi sanitari. Nel documento si chiede a l prossimo Governo un nuovo patto per la valorizzazione del ruolo dei medici e per la modernizzazione della sanità pubblica italiana e dell’area delle cure primarie. Forte il richiamo ad una contrattazione con una chiara e uniforme cornice normativa nazionale. In una nota inviata ieri lo SMI ha, anche, ribadito che nell’immediato la priorità è dare risposte all’emergenza economica in cui versano i circa 90 mila medici del settore, concedendo, subito, in busta paga il 4,7% dell’inflazione programmata per il primo biennio (2006-2007), senza che si rimandi alcunchè alle trattative regionali e senza stornarlo per incrementi del sistema previdenziale, e riconoscendo lo 0,7%, già concesso nel precedente contratto al pubblico impiego (Lodo Fini). SERVE UN NUOVO PATTO TRA I MEDICI E LA POLITICA Lo SMI considera controproducente per la professione e per l’area delle cure primarie prevedere, in questa fase di vacanza dell’interlocutore politico, interventi che modifichino l’attuale assetto strutturale e organizzativo del settore. Un progetto di riordino complessivo dell’area delle cure primarie presuppone un maggiore coinvolgimento delle categorie, un quadro di riferimento complessivo dei nuovi modelli di erogazione delle prestazioni omogeneo sul piano nazionale, e un adeguato finanziamento delle innovazioni, dei nuovi compiti e delle responsabilità chieste al settore. E’ strategico promuovere un rilancio del patto, solo abbozzato e non concluso a causa della fine della legislatura, fra il prossimo Governo e le categorie, che preveda una profonda revisione della normativa del settore in una cornice nazionale uniforme . AVVIARE LA MODERNIZZAZIONE DELLE CURE PRIMARIE IN QUATTRO MOSSE Il nuovo patto deve prevedere, a fronte di uno straordinario impegno della categoria a governare la nuova domanda di salute, di dotarla degli strumenti normativi, economici ed organizzativi in grado di permettere ai professionisti del settore di vincere la sfida: 1. il tempo pieno, il ruolo e l’accesso unico dei medici dell’area con caratteristiche giuslavoristiche che riconoscano agli addetti un migliore sistema dei diritti e delle tutele in linea con i diritti fondamentali del lavoro, la progressione di carriera, una profonda revisione del sistema stipendiale, la defiscalizzazione di alcune componenti del reddito, l’abolizione dell’IRAP, il riconoscimento che gli immobili adibiti alla professione sono presìdi del SSN e quindi esenti da ICI; 2. il riordino strutturale ed organizzativo dell’area; 3. il nuovo modello di governance del settore; 4. la riforma della formazione specifica e una ridefinizione delle modalità e delle strutture deputate alla formazione continua.
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