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I medici che operano nei pronto soccorsi negli aeroporti lamentano ritardi nella erogazione degli stipendi. A denunciarlo è il segretario nazionale del Simeca, sindacato dei medici aeroportuali, Domenico Miceli. Che sottolinea come da mesi i medici che operano nei pronto soccorso degli aeroporti non vengono pagati perché il ministero della Salute, competente per il mantenimento del servizio, non invia acconti alla Croce rossa, non ricevendo le risorse dovute dal ministero del Tesoro. «Medici che vivono una situazione di grande disagio e frustrazione - sottolinea Miceli - e che continuano a svolgere il proprio ruolo e la propria funzione per grande senso di responsabilità. Una situazione di precarietà - aggiunge Miceli - che non può di certo continuare. Siamo di fronte ad un vero e proprio atto arrogante e nel contempo irresponsabile». Per il medico «l'indifferenza e il disinteresse dimostrati nei confronti di una categoria che offre la propria professionalità per mantenere un servizio essenziale, non può essere più sopportabile soprattutto se si considera che per come previsto dalle normative Icao e dalle disposizioni Enac per l'agibilita degli aeroporti è importante e indispensabile la funzionalità dei pronto soccorsi altrimenti dovrebbero chiudere al traffico civile». Per cui il responsabile sindacale nazionale della categoria sollecita la Croce rossa ad assumere decisioni determinate e se necessario drastiche fino a «interrompere il servizio se non saranno accreditati i finanziamenti dal ministero della Salute». «Non possiamo chiedere le dimissioni del ministro - afferma Miceli - considerato che siamo alla vigilia delle elezioni politiche, ma possiamo chiedere a lui ed al presidente del consiglio di prendere una posizione definitiva in un'emergenza che si potrebbe verificare negli aeroporti italiani se i medici scioperassero, per un sacrosanto ed elementare diritto, quello di essere retribuiti per il lavoro che effettuano regolarmente ogni giorno nell'interesse di tutti i viaggiato
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