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“Idee, lavoro, fiducia. Per le imprese e per il Paese”. Sta in queste parole l’essenza dell’incontro promosso da Confapi per presentare ai politici, a poco più di un mese dalle elezioni, le proposte degli imprenditori emerse durante gli Stati generali della piccola e media impresa. Non parole ma idee concrete degli associati, punto di arrivo di un processo di analisi che si è tradotto in due proposte di legge per il rilancio del sistema produttivo che il presidente di Confapi, Paolo Galassi, ha illustrato davanti ad un’affollata platea con tutta la passione di chi l’azienda la vive dal di dentro e non chiede, né concede, scorciatoie o sconti alle logiche della ”poltrona”, preferendo che gli imprenditori parlino delle loro aspettative indirizzando le scelte dei politici esclusivamente sulla base delle proprie competenze, confrontandosi con le forze politiche che per l’occasione sono state rappresentate da Roberto Castelli della Lega Nord federata al PdL e da Piero Fassino del PD. Ciò che oggi i 50mila piccoli e medi imprenditori associati alla Confapi - che danno vita al 15% del PIL italiano - chiedono allo Stato non sono soldi ma leggi semplici e di impatto immediato sul sistema imprenditoriale che diano fiducia alle imprese abbattendo i costi della burocrazia, dei disservizi infrastrutturali, delle mancate liberalizzazioni e, soprattutto la detassazione sugli utili reinvestiti e sul costo del lavoro per aumentare il salario dei lavoratori. La prima proposta di legge intende incentivare il reimpiego di utili di esercizio in investimenti come l’acquisto di nuovi impianti, attrezzature e macchinari, oppure in spese la ricerca e sviluppo, per i brevetti, le licenze, i marchi. La seconda proposta di legge punta a coordinare il sistema degli incentivi pubblici a favore delle imprese superando la logica dell’aiuto continuo alle imprese perché “l’aiuto pubblico deve essere motivato da un investimento e dal raggiungimento di un risultato” ha sottolineato Galassi, un risultato che non si deve limitare alla realizzazione del progetto in sé, ma deve avere effetti indiretti sul tessuto socio-economico del contesto in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa. Fisco, infrastrutture, sicurezza, burocrazia: queste le criticità del Sistema Italia emerse dai lavori degli Stati generali della Pmi con una punta nell’inefficienza dei burocrati, il cui livello professionale viene giudicato totalmente inadeguato dal 47% degli imprenditori. “ La scelta” ha concluso Galassi “ è fra l’essere il Sud dell’Europa e il Nord dell’Africa”. E i piccoli e medi imprenditori hanno scelto di essere il Sud dell’Europa.
(L.Ch)
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