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interviste

Michelina Grillo, presidente dell’Oua, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura a Mondo Professionisti

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Elisa Pastore

Il decreto Bersani muove dall’intento di favorire i cittadini mentre invece va in un senso completamente opposto, cominciando dalla drastica riduzione delle spese di giustizia, dalla sospensione delle anticipazioni agli uffici postali che renderà impossibile il pagamento delle difese di ufficio dei non abbienti. Quindi mettendo a rischio un servizio sociale che l’avvocatura fornisce in favore dei più bisognosi e mettendo a rischio, con la riduzione delle spese lo stesso funzionamento dei tribunali. Inoltre esistono delle norme che colpiscono i professionisti, al di fuori di una riforma organica di una legge professionale e che sono state contrabbandate anche esse come un grande favore per il cittadino mentre invece lo danneggiano. Basti pensare alla pubblicità commerciale senza nessun limite e la pubblicità commerciale oggi rischia di favorire solamente i più spregiudicati e i più danarosi, in danno dei migliori, dei più qualitativamente preparati e della giovane avvocatura che viene fortemente penalizzata anche dalla riduzione delle tariffe. Sarà preda delle grosse compagnie di assicurazione, dei poteri forti delle banche che potranno con la loro forza contrattuale imporre  dei compensi assolutamente indecorosi nell’esercizio di qualunque forma di attività lavorativa. In più il patto di  quota lite compromette  notevolmente l’indipendenza dell’avvocato, lo rende in qualche modo socio del cliente gli da un interesse diretto all’andamento della causa e quindi potrebbe in qualche modo scatenare delle patologie difficilmente controllabili, anche queste a danno del cittadino. Speriamo che questa nostra protesta venga compresa, soprattutto dai cittadini, perché la stampa e i mass media non hanno dato risalto a questi aspetti. Hanno preferito colpire l’avvocatura, quasi come che noi fossimo degli squali che sempre e soltanto pensano al loro tornaconto e al loro portafoglio. Non è così basti pensare alla questione delle spese della giustizia, per le quali forse potremmo anche disinteressarci, ma sono uno dei punti principali della nostra protesta. Ci spiace che soprattutto di questo non si sia sufficientemente parlato.

Domanda. Vi soddisfano le modifiche apportate dal Senato?

Risposta. Gli emendamenti che sono stati presentati al Senato sono largamente insufficienti, sono dei piccoli ritocchi che non modificano il testo originario, non tengono conto nemmeno dell’autorevole parere della commissione giustizia del senato che dando ragione alle nostre motivazioni, che abbiamo espresso in una lunghissima audizione, aveva dato un parere condizionato all’approvazione di modifiche molto più sostanziose di quelle che invece il governo ha ritenuto di recepire. Siamo delusi, non crediamo che sia questo il modo di trattare i diritti fondamentali dei cittadini, e soprattutto lamentiamo una mancata interlocuzione. Gli avvocati sono professionisti, sono una forza viva del Paese e producono una fetta rilevante del prodotto interno lordo; danno lavoro ad una miriade di persone, c’è tutto un indotto collegato agli studi professionali. Ci aspettavamo da un governo che ha dichiarato di essere attento a queste esigenze quantomeno il rispetto per l’avvocato, come cittadino e lavoratore, se non lo si vuole rispettare per la funzione costituzionale che svolge.

D. È stato messo in discussione il vostro diritto di sciopero?

R. Siamo abituati a tutto, sorprende che vengano messe in discussione in questo momento anche le stesse modalità della legge sullo sciopero, quando invece abbiamo assistito ad astensioni e scioperi di altre categorie, che voglio comunque rispettare, ben più forti e ben più dannosi dello sciopero dell’avvocatura. Siamo sicuri che la Commissione, una volta che avrà ascoltato le nostre buone ragioni e letto le nostre memorie saprà comprendere che effettivamente il nostro sciopero è legittimo e motivato.

D. Cosa farete se non verranno accolte le vostre proposte?

R. Credo che continuerà una fortissima mobilitazione ma anche una forte astensione. Siamo intenzionati a bloccare i tribunali da settembre nel caso il decreto venga convertito con il voto di fiducia che oltretutto è un meccanismo antiparlamentare e antidemocratico.

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