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l'opinione

È nato il Sindacato dei Medici Italiani.

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Salvo Calì, segretario nazionale, Giuseppe Del Barone, presidente.

Si è chiuso ieri il Congresso nazionale costituente del Sindacato dei Medici Italiani. I lavori si sono svolti a Tivoli dal 16 al 19 novembre e hanno visto la partecipazione di circa 400 delegati, in rappresentanza di oltre 8mila iscritti, provenienti da tutte le regioni di Italia. Nel corso delle tre giornate di lavoro sono stati oltre 50 i delegati intervenuti. Salvo Calì, segretario dello S.M.I.: "Siamo circa 8mila, lavoriamo in tutti i settori del Servizio Sanitario nazionale: siamo medici ospedalieri, di famiglia, del 118, guardie mediche, pediatri e specialisti ambulatoriali, siamo firmatari di tutti i contratti. Abbiamo fatto un grande congresso e lanciamo una sfida ad un modo vecchio di fare sindacalismo: non è più il tempo di organizzazioni che rappresentano piccoli interessi particolari o specifiche specialità. La nostra sanità ha bisogno di avviare un serrato confronto sulle grandi questioni critiche del nostro Paese e per fare ciò bisogna semplificare il panorama sindacale, noi con questo congresso abbiamo dato il nostro contributo. Non siamo gli avversari di nessuno, ma vogliamo concorrere con tutti sul piano delle idee e delle proposte. Non possiamo che ribadire proposta emersa dal congresso: chiediamo la convocazione immediata di un tavolo di concertazione politica con la Conferenza Stato-Regioni, con il ministero della Salute per definire il quadro di riforme, investimenti e interventi adeguati per avviare un "New Deal della Sanità Pubblica". In questo contesto si inserisce la nostra richiesta di riapertura urgente dei tavoli di trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti e delle convenzioni". Intervenendo sul progetto di riforma dell’ordinamento professionale presentato dal ministro Mastella, il  Presidente Giuseppe Del Barone, ha fatto notare che “il sindacato “guarda con favore a un processo riformatore che modernizzi l’ordinamento adeguandolo alle moderne sfide della nostra società. Detto ciò – ha aggiunto - bisogna evitare di buttare l’acqua sporca con tutto il bambino: i principi di indipendenza e il portato storico della tradizione ordinistica devono essere preservate. Sarebbe saggio cercare un tavolo che in maniera rapida dipani qualche dubbio ma il fatto che il regolamento possa essere discusso con il Ministero della Salute mi pare cosa da non sottovalutare. Il nascente nuovo sindacato deve considerare suo ordine preciso quello di far uscire l’Ordine dal ruolo puramente amministrativo e notarile per fargli assumere la funzione di garante della qualità professionale degli iscritti e di artefice del miglioramento dell’assistenza ai cittadini. Se si riuscirà a varare un impegno corale di coraggio e principalmente di rottura di schemi culturali obsoleti, di superamento di anacronistiche divisioni interne alla professione e tra le professioni sanitarie lo S.M.I. potrà entrare a bandiere spiegate tra le forze idonee a dire una parola nuova nel campo della sanità italiana, con il medico che ha ritrovato in piena dignità etica e professionale". Gianfranco Rivellini, della segreteria costituente, a conclusione della sua relazione ha dichiarato: "La Dirigenza medica impegna oggi circa il 7,8 % della spesa pubblica destinata a finanziare la sanità. Ci troviamo quindi di fronte a un utilizzo di risorse che non è fuori controllo, come spesso demagogicamente viene sbandierato sui media. La partita della dirigenza ospedaliera si deve giocare avendo il coraggio di chiedere alla politica di assumersi le proprie responsabilità. Dunque se il territorio deve potenziarsi, la dirigenza ospedaliera deve potere entrare in modo riformatore nei processi di ristrutturazione e razionalizzazione della rete delle unità di degenza. Non siamo fautori del modello Veronesi, cioè che l’ospedale del futuro è solo quello di alta specializzazione, siamo invece fautori di un modello di graduale trasformazione e riqualificazione della rete ospedaliera. Posti letto a bassa tecnologia non possono essere tagliati e basta. Devono essere riqualificati prevedendo percorsi aderenti ai bisogni diversi di salute, espressi da una società profondamente mutata rispetto al tempo dell’istituzione del SSN del 1978. Dunque la dirigenza medica degli ospedali può fare la sua parte a condizione di essere coinvolta dalle istituzioni regionali in un generale processo di riqualificazione, che veda soggetti pubblici e privati con pari dignità, ma anche con pari responsabilità e con una rimodulazione dell’offerta più equilibrata. La Sanità – ha concluso Pivellini - ha bisogno di maggiori investimenti, di una seria riorganizzazione degli ospedali e dei servizi sul territorio, di un maggior peso politico dei medici. Vogliamo, anche, sgomberare il campo dalle inutili polemiche di questi ultimi anni, la libera professione aziendale è un valore da difendere e una risorsa per il nostro Ssn. La nostra proposta è semplice: primari e capi dipartimento a rapporto esclusivo per la durata contratto. L’indennità di esclusività deve rientrare nella partita del prossimo accordo di lavoro. Non possiamo che ribadire la proposta emersa ieri dal congresso: la premessa indispensabile è la convocazione immediata di un tavolo di concertazione politica con i sindacati per definire il quadro in cui inscrivere il nuovo corso della nostra sanità pubblica e per reperire le risorse adeguate. In questo contesto si inserisce la nostra richiesta di riapertura urgente dei tavoli di trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti e delle convenzioni".

Alla fine dei lavori sono stati eletti all’unanimità i nuovi organismi dirigenti:

Segretario nazionale, Salvo Calì, siciliano, dirigente medico, responsabile ospedalità della Asl 3-Catania

Presidente nazionale, Giuseppe Del Barone, napoletano, medico di famiglia, già presidente della Fnomceo e parlamentare

Vice segretario, Francesco Medici, romano, dirigente medico del San Camillo Forlanini

Vice segretario, Giuseppe Tortora, napoletano, medico di famiglia

Tesoriere e Responsabile organizzativo, Ernesto La Vecchia, di Campobasso, medico di famiglia.

Eletto anche  il Consiglio Nazionale e una Giunta dei vicepresidenti composta da:

Massimo Micalella, Concettina De Gerardis, Pasqualino Focà, Marina Mazzero, Walter Antonacci.

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