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l'opinione

I medici non sono responsabili del fallimento delle politiche sanitarie

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La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri scende in campo

La cronaca di questi mesi su casi veri o presunti di cattiva pratica professionale e, più in generale, sulla denuncia di gravi carenze strutturali e gestionali degli ospedali e dei servizi sanitari, spesso determinati da indecenti connivenze tra la cattiva politica e la malagestione, particolarmente virulenti nel sud del Paese, ha disegnato uno spaccato della nostra sanità pubblica e dei suoi professionisti che ne hanno ingigantito i difetti e mortificato i tanti meriti. La ricerca e la pratica della trasparenza amministrativa, dell’equità, della efficacia, della sicurezza delle prestazioni nel nostro S.S.N. pretende da tutti un grande senso di responsabilità per non scadere nel giustizialismo liquidatorio, nello scandalismo mediatico, nel gioco al massacro di mettere in prima fila sul banco degli imputati, gli ultimi della catena e cioè i medici. Ai medici è giusto chiedere ragione del loro operato, ma è inaccettabile che inequivocabili limiti e fallimenti di politiche sanitarie, più evidenti in alcune parti del nostro Paese, possano nascondersi dietro il paravento di una “ irresponsabilità “ dei professionisti. I medici e tutti gli altri operatori della sanità possono sbagliare e talora sbagliano, come tutti coloro che attendono a compiti difficili e delicati e se l’errore deriva da cattiva pratica professionale è giusto che ne rispondano sotto i vari profili di responsabilità. Resta il fatto paradossale che quel sistema di responsabilità e poteri, che governa la sanità, invaso dalla politica, dopo aver espulso i professionisti da ogni decisione nel merito della gestione dei servizi, chieda poi a questi di rispondere di quelle inefficienze e carenze strutturali ed organizzative quasi sempre alla base e cause di eventi drammatici ed indesiderati. Stiamo osservando che, in alcune parti del nostro Paese, il risultato è che, mentre nulla cambia nei riti e negli uomini della politica, nelle Amministrazioni e nelle Istituzioni rappresentative, i medici hanno paura ad indossare i camici, ingenerosamente coinvolti e travolti da una legittima ondata di sfiducia e rabbia dei cittadini. Noi siamo pronti a cambiare e ci stiamo già adoperando per migliorare la nostra professione al servizio dei cittadini; vorremmo che altrettanto facessero tutti, a cominciare dalla politica, perché la nostra tanta buona sanità, i nostri tanti buoni professionisti, i nostri straordinari patrimoni di diritti civili e sociali, hanno un disperato bisogno di recuperare nuovi valori etici alla politica, quelli che trasformano la politica in buona politica.
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