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Nuovo regime fiscale

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La Lapet scopre l’altra faccia della medaglia

Meglio il regime ordinario per medi imprenditori e professionisti. Il nuovo regime fiscale, fatta eccezione di alcuni casi particolari, non è poi così vantaggioso per tutti i contribuenti, i quali perdono il diritto alle deduzioni e alle detrazioni. È questa la conclusione a cui giunge Roberto Falcone, presidente nazionale della Lapet, ritenendo che il nuovo regime fiscale per i contribuenti minimi, peraltro automatico per coloro che rispondono ai requisiti previsti per legge, come stabilito nella Finanziaria 2008, non è conveniente. “Professionisti e medi imprenditori – precisa Falcone – si ritrovano a ricevere un compenso o un ricavo inferiore rispetto a quello percepito in passato, correndo il rischio concreto di pagare due volte le imposte. L’anticipo all’atto del pagamento dei fornitori della fattura, e l’imposta sostitutiva del 20 per cento a forfait in sede di dichiarazione dei redditi”. A parere della Lapet, dunque, il nuovo regime dei minimi è conveniente solo ed esclusivamente per le piccole partite Iva di professionisti e imprese, in particolare quelle che operano nel settore dei servizi, che hanno pochi costi da scaricare e non risultano quindi danneggiati dall’indetraibilità dell’Iva sugli acquisti. “Anche perché - sottolinea il presidente dell’associazione nazionale dei tributaristi - la legge è chiara nel momento in cui stabilisce che i contribuenti minimi non possono addebitare l’Iva a titolo di rivalsa sulle fatture che emettono e non hanno diritto alla detrazione dell’Iva indicata sulle fatture che ricevono per i loro acquisti”. In compenso, questi soggetti sono esonerati da tutti gli obblighi di registrazione delle fatture, di liquidazione e versamento d’imposta, della comunicazione annuale, della dichiarazione annuale Iva e degli elenchi dei clienti e dei fornitori. Ma a loro carico permangono gli adempimenti relativi all’obbligo di numerazione e conservazione delle fatture di acquisto e delle bollette doganali e l’obbligo di certificazione dei compensi percepiti mediante emissione di fattura (da numerare e conservare), sulla quale dovrà essere eseguita l’annotazione: “operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, comma 100, della Legge finanziaria per il 2008”. “Altro che semplificazione – commenta Roberto Falcone – qui le cose si complicano anche perché non è difficile la perdita dei requisiti che comporta il ritorno al regime ordinario, e quindi il calcolo ed il versamento dell’Iva delle dichiarazioni non inviate ed il ricalcolo delle imposte dovute, quali Irap e Irpef entro l’anno in corso. Se, inoltre, in caso di accertamento, l’Amministrazione finanziaria verifica che non sussistevano i requisiti per accedere al regime dei contribuenti minimi, professionisti e imprenditori sono anche costretti a pesanti sanzioni per mancati adempimenti fiscali”. Un ulteriore svantaggio potrebbe derivare dal fatto che l’adesione al regime semplificato assurga a criterio di scelta del professionista a cui richiedere la prestazione comportando l’instaurarsi di rapporti privilegiati tra soggetti contribuenti minimi ed esenti dall’Iva. Insomma, secondo il presidente della Lapet, “ci troviamo di fronte ad un ulteriore regime forfettario che non troverà il consenso dei contribuenti per i quali gli svantaggi superano largamente i vantaggi”. (Nella foto: Roberto Falcone. Presidente Lapet).