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l'opinione

Nessun diritto per gli infermieri!!!

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di Beatrice Mazzoleni (Presidente Collegio Ipasvi di Bergamo)

Il motivo con cui il Governo ha reso non applicabile per il personale sanitario l’art. 7 del D.Lgs 66/2003 è verosimilmente riconducibile ad almeno due motivi: il primo è strettamente legato alle pesanti sanzioni attribuite dalle Direzioni Provinciali del Lavoro a causa delle sistematiche violazioni del suddetto art. 7: “ il lavoratore ha diritto ad undici ore di riposo consecutive ogni ventiquattro ore”; il secondo è correlato al vigente blocco delle assunzioni, dettato dalle norme delle finanziarie 2006 e 2007, che obbligano le Aziende Sanitarie a ridurre il costo del personale dell’1,4% rispetto a quanto sostenuto nell’anno 2004. Ad oggi non solo non c’è la volontà di applicare il D.Lgs 66 del 2003 ma addirittura c’è stata la pretesa, da parte di tutte le forze politiche di Destra e Sinistra, di apportare modifiche al D.Lgs in questione. In sintesi ecco il percorso: Antonio Tomassini (Forza Italia) in occasione della discussione del ddl 1334 (”Interventi per il settore sanitario e universitario”) coglie l’occasione per introdurre un emendamento. Si tratta del n. 506 proposto assieme agli altri componenti della Commissione appartenenti a Forza Italia che dopo l'articolo 5, inserisce il seguente art. 5-bis “Misure urgenti per la turnazione del personale sanitario”: 1. Dopo il comma 1 dell'articolo 7 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, è aggiunto il seguente comma “1-bis. In tutte le strutture di ricovero e cura, tra le ore 0 e le ore 24, ai lavoratori a turni debbono essere concesse almeno undici ore di riposo anche non consecutive. La presente disposizione si applica a far data dal 29 aprile 2003”. Si chiede che il provvedimento sia retroattivo proprio per consentire alle Aziende Sanzionate di non pagare le sanzioni già irrogate. L'escamotage di prevedere 11 ore non consecutive può obbligare i lavoratori anche a 18 ore di lavoro nelle 24 a partire dall'inizio della prestazione. L’emendamento viene tramutato in un ordine del giorno e il Sottosegretario di Stato alla Salute Zucchelli, si impegna a presentarlo al Governo. Infine si arriva alla Finanziaria 2008. Il 7 dicembre il Relatore, Michele Ventura (Partito Democratico) introduce, in Commissione Bilancio alla Camera, il comma che nella versione definitiva diventerà l’85 dell’art. 3 della Legge Finanziaria 2008 che recita: “All’ articolo 17 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, è aggiunto, in fine, il seguente comma: «6-bis. Le disposizioni di cui all’ articolo 7 non si applicano al personale del ruolo sanitario del Servizio Sanitario Nazionale, per il quale si fa riferimento alle vigenti disposizioni contrattuali in materia di orario di lavoro, nel rispetto dei principi generali della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori». Alla fine l’iter si è concluso: centro destra e centro sinistra tutti d’accordo. Formigoni ed Errani, Forza Italia, AN e Partito Democratico a braccetto per non applicare, solo per il personale del ruolo sanitario, il diritto al riposo minimo giornaliero di 11 ore consecutive. In definitiva i Governi, con le ultime Leggi Finanziarie, non mettono in condizione le Aziende Sanitarie di lavorare con organici adeguati; le Aziende Sanitarie violano la legge che recepisce le direttive europee sui riposi e quindi vengono sanzionate dalle Direzioni Provinciali del Lavoro; il Governo modifica la legge non permettendo, ai pochi che già lavorano a ritmi elevatissimi, di usufruire del diritto al riposo di 11 ore consecutive (come invece hanno tutti i colleghi europei che ne godono di 12 -13 ore) e non rendere quindi sanzionabili le Aziende Sanitarie. Quanto perseguito si scontra inequivocabilmente sia con il diritto al riposo del personale infermieristico sia con la direttiva europea stessa, la quale prevede espressamente che motivi di carattere economico non possano rendere non applicabile la norma stessa. Possiamo ritenere che quanto prodotto dalle forze politiche italiane sia imbarazzante, ingiusto, frustrante nonché pericoloso. Imbarazzante nei confronti dell’Europa perché unico Paese che non riconosce, ai propri responsabili dell’assistenza sanitaria del cittadino, il diritto di godere di un riposo psico-fisico adeguato per poter esercitare la propria professione in sicurezza. Ingiusta perché antepone necessità economiche del Governo al diritto del lavoratore di poter avere e godere di una vita privata, sociale e professionale dignitosa. Frustrante perché induce gli Infermieri ad uno stato psicologico di sconfitta e delusione di fronte agli innumerevoli diritti non rispettati ed ad un riconoscimento economico assolutamente inadeguato. Pericoloso perché tali provvedimenti hanno in sé la possibilità di determinare pericoli per gli operatori e per i cittadini. Il personale infermieristico italiano è al quarantesimo posto a livello mondiale nel rapporto con la popolazione residente (ultimo in Europa) con 5,44 infermieri ogni 1.000 abitanti contro ad esempio i 15 di Norvegia, Irlanda e Finlandia, i 14 di Olanda, i 12 di Danimarca e Svezia, i 10 di Germania, Repubblica Ceca ed Austria, gli 8 della Spagna e i 7,34 della Francia, dopo paesi come Uzbekistan, Turkmenistan, Estonia, Russia, Lituania, Ucraina, Cuba, Slovenia, Slovacchia, Arzerbaijan, Moldavia (Fonte OMS). Questo non fa di certo onore all’Italia ed evidenzia come chi la governa non abbia la volontà di fare funzionare adeguatamente il SSN. Basti rilevare in questo anche l’aspetto contrattuale in attesa di rinnovo da troppo tempo e il “capitolo” indennità fermo al 1990. È inammissibile che l’attuale Governo non tenga conto dell’equazione scientificamente provata: assenza di riposo adeguato = aumento possibilità d’errore da parte degli operatori. La nostra è una professione basata sulla salvaguardia della salute del cittadino, negare il diritto al riposo può solo generare in modo esponenziale il diffondersi di un’assistenza rischiosa che nulla a che fare con la tanto blasonata qualità. Per uscire da questa situazione il Governo deve abrogare, per le Aziende Sanitarie, la norma della Finanziaria 2007 che impone la riduzione del costo del personale dell’1,4% fino al 2009 (almeno per il personale del ruolo sanitario). Contestualmente deve favorire il diritto al riposo giornaliero di 11 ore consecutive, come previsto dalle Direttive Europee, applicando in toto la Legge 66/2003. Costatando l’esposizione a questa ennesima provocazione auspichiamo risposte concrete in tempi brevi.
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