Sciopero degli avvocati: ancora altissima l’adesione
di Luigi Berliri
Resta altissima l'adesione dei legali alla seconda giornata di sciopero contro la legge Bersani, la proposta di riforma delle professioni del ministro Mastella , i tagli della Finanziaria alla giustizia. In Italia lo Stato ha abbandonato la giustizia e con essa i diritti dei cittadini: senza risorse e senza riforme il nostro Paese non ha futuro. Il Governo invece con la Finanziaria taglia ulteriormente i fondi per il settore e con la legge Bersani colpisce la professionalità degli avvocati. A tutto ciò aggiungiamo una proposta di riforma delle professioni, presentata da Mastella, che lascia irrisolte troppe questioni. La denuncia viene dall’Oua l’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana (O.U.A.), organismo politico di rappresentanza della classe forense, eletto dai delegati al Congresso Nazionale Forense, (ben 937 erano i delegati al XXVIII Congresso in rappresentanza di 180mila avvocati italiani), che su mandato dell’ultima assise tenutasi a Roma ha proclamato questa tornata di scioperi. “Da luglio ad oggi sono già 21 le giornate di astensione, 3 le manifestazioni di piazza, centinaia le assemblee nei tribunali. Tuttavia il dialogo con gli avvocati non è mai veramente iniziato – rammenta il presidente dell’Oua, Michelina Grillo - Un ministro, Bersani, ancora oggi esplicitamente afferma la sua totale ed aprioristica indisponibilità al dialogo con la “casta” degli Avvocati. Un altro, Mastella, si limita a notificare agli interlocutori che ha scelto, provvedimenti già pronti per il balzo sui banchi del Consiglio dei Ministri, fermati, forse, dalla mancata consultazione anche all’interno della stessa compagine governativa e non già dalla volontà di dare spazio alle osservazioni dei professionisti. E intanto la Giustizia langue, abbandonata al suo destino, e con essa i cittadini: gli unici interventi sono provvedimenti avulsi da un contesto riformatore ben disegnato e con precisi obiettivi, di vera e propria rottamazione, tendenti unicamente a svuotare le carceri e ridurre il numero dei processi. Questa ultima settimana di astensione proclamata dall’Oua ha visto tutta l’avvocatura, unita e senza distinguo, dai penalisti ai giovani avvocati, protestare, vedremo se il Guardasigilli vorrà ora ascoltare dalla nostra diretta voce le ragioni che ci hanno portato allo sciopero”. Ma le iniziative di sensibilizzazione sullo stato della giustizia nel nostro Paese escono dai nostri confini. Per tali motivi la Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana ha deciso di tenere a Bruxelles una propria riunione straordinaria il giorno 29 novembre 2006 alle ore 9.00 presso una sala dell’Hotel du Sablon. Con gli avvocati della Federation des Barreux d’Europe (F.B.E.), di cui anche l’O.U.A. fa parte, è stato, inoltre, organizzato un incontro con i parlamentari europei nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 16.00 presso il Parlamento Europeo, edificio Altiero Spinelli, torre E, piano 3° sala 22. L’Oua ha anche scritto una lettera alle massime autorità europee (la trovate in versione integrale di seguito) in cui illustra le ragioni dell’avvocatura italiana. Due sono i principali motivi di preoccupazione citati: a) lo stato della giustizia in Italia - definito dal Consiglio dei Ministri d’Europa oramai da troppo tempo ed in più occasioni preoccupante e senza che vi sia l’individuazione di verosimili e concreti percorsi e strategie per porvi rimedio; preoccupazioni anche di recente ribadite nell’ambito di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per violazioni, divenute ormai seriali, dei diritti garantiti dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo – e la tendenza a ridurre, peggiorandolo, l’ambito di accesso alla giustizia e di effettiva operatività del patrocinio a spese dello Stato per i meno abbienti; b) il processo di riforma della professione legale, avviato dal Governo italiano negli ultimi mesi, nell’ambito piu’ generale della riforma delle professioni, con interventi in parte già attuati e in parte in fase di definizione, tutti elaborati e definiti senza alcun reale e costruttivo dialogo e confronto con gli avvocati italiani.