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SCIOPERO AVVOCATI: ADESIONE AL 90%

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di Luigi Berliri

Alla prima giornata di astensioni dalle udienze degli in tutta Italia ha aderito circa il 90% degli avvocati italiani. Da oggi fino a venerdì prossimo, infatti gli avvocati tornano a incrociare le braccia contro la legge Bersani, la carenza di risorse per la giustizia, e contro ''l'azzeramento della distinzione delle funzioni'' tra giudici e pubblici ministeri operato dalla legge Mastella. Mentre per venerdì e sabato prossimi è prevista l’assemblea dell’Oua e sabato 25 novembre è in calendario un’assemblea straordinaria dell’associazione nazionale forense per esaminare la riforma della professione proposta del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Sprezzante il commento del ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani: “Accetto critiche da un sindacato, non dalla casta forense. Noi per gli avvocati introduciamo norme normali e banali. Il Parlamento Europeo ha ribadito a stragrandissima maggioranza che la tariffa minima non va bene. Immagino che siano in sciopero comunque per diverse ragioni e credo si muovano su disagi anche fiscali”. Su questa questione, Bersani chiede che si chiamino le cose con il loro nome: “Sarà sgradevole ma lo dico: io non capisco su questi scioperi chi ci rimette, se chi fa lo sciopero o i cittadini. Non capisco come danneggi gli avvocati. Si può parlare di sciopero quando uno ci perde qualcosa. Quindi, non lo chiamino sciopero ma manifestazione contro Bersani. E a chi si occupa degli albi professionali e delle casse forensi - Bersani tiene a dire: “Tengano ben presente le distinzioni di ruoli. Io le critiche da un sindacato le accetto, dalla casta forense che è un'istituzione, no”. La protesta è unitaria e vede in prima fila l'Organismo unitario dell'avvocatura italiana, l'Unione delle Camere penali e l'Associazione italiana giovani avvocati, che hanno deciso un'azione convergente di fronte all' ''indifferenza'' della politica e soprattutto del governo verso, e alla ''gravita''' della situazione. Proprio per questo è prevedibile che l'agitazione porterà al blocco di tutte le udienze: civili, penali, amministrative e tributarie. Al centro dell'attenzione c'è innanzitutto la questione della disciplina della professione forense. Gli avvocati ritengono la legge Bersani lesiva dell'autonomia e della dignità del difensore e invocano una riforma professionale che invece punti su qualificazione, rigore deontologico e ''specializzazione effettiva''. Chiedono anche la tutela dei giovani avvocati, con forme di sostegno per l'avvio della professione.  L’Oua ha sintetizzato le motivazioni dello sciopero in un manifesto affisso in tutti i tribunali. La presidente dell’Oua, Michelina Grillo, ha così commentato l’iniziativa: «Torniamo a protestare per molte ragioni: perché il sistema giustizia è in una grave crisi le cui vittime sono i cittadini e le imprese, perché da anni l’Europa ci ammonisce proprio perché nel nostro Paese non si rispettano i diritti delle persone nei procedimenti giudiziari (troppo lunghi e troppo mortificate le prerogative della difesa), perché insufficienti sono i piani di intervento presentati da tutti i governi che si sono succeduti in questi anni, perché anche questo anno, come tutti gli anni, nella Finanziaria si tagliano gli stanziamenti per questo settore e nei tribunali manca pure la carta.  Ma scioperiamo – ha concluso Grillo - per l’ennesima volta anche per non far scendere il silenzio sul tentativo del governo di colpire le libere professioni. E’ giusto ricordare che il progetto di riforma, elaborato in solitudine dal ministro Mastella, sembra la “fase 2” del decreto Bersani. Nessuna inversione di marcia, semmai la conferma della convinzione radicata nel governo di considerare gli avvocati, i professionisti in genere,  i loro Ordini e Consigli nazionali un ostacolo alla libertà e allo sviluppo economico dell’Italia. È vero il contrario e non ci stancheremo di dirlo. Ultimamente il ministro Mastella ha riparlato di disponibilità al confronto, tuttavia fino ad ora non siamo ancora stato consultati. E se vorrà riceverci, lo diremo anche al ministro dell’Università, Fabio Mussi, che oggi rivendica la propria competenza sulla riforma delle professioni”. Nel primo giorno di una settimana di sciopero, proclamato dagli avvocati per contestare la legge Bersani, la camera penale di Roma, presieduta da Giandomenico Caiazza, ha convocato i suoi iscritti nell'aula Occorsio della città giudiziaria di piazzale Clodio, invitandoli “a esprimersi sul tema della legge Bersani e sulla nostra idea di riforma della professione”. I penalisti, da parte loro, hanno ribadito il loro “no alla riforma mercantile di una professione forense e alla controriforma del giusto processo”. Tra le richieste degli avvocati c'è anche “il rispetto e la piena attuazione dei principi costituzionali”, a cominciare da quello del giusto processo, da cui discende la “separazione delle carriere in magistratura”. Un tasto su cui insistono soprattutto i penalisti, che denunciano “l'invadenza dell'Anm nella politica della giustizia”, come “causa dei gravi squilibri nell'individuazione dei problemi e delle loro soluzioni”. “La politica della giustizia è sotto l'ipoteca dell'Associazione Nazionale Magistrati – ha detto Oreste Dominioni presidente dell'Unione delle Camere penali - e anche se si tratta di un fenomeno che riguarda tutta la politica, ma che è più evidente per il ministro in considerazione del suo ruolo. C'è una questione magistratura che è rappresentata dalla presa di possesso dell'Anm del sistema giustizia. Non è possibile che un ministro della Giustizia non può essere tale se non riceve il placet dell'Anm”. Gli avvocati del Trentino nell'ambito della settimana di sciopero contro il decreto Bersani forniscono consulenze gratuite nel palazzo di giustizia di Trento e in altri uffici decentrati. "Il decreto Bersani - commenta l'ordine degli avvocati di Trento - prevede interventi immotivatamente urgenti, non adeguatamente ponderati, assolutamente non concertati con l' avvocatura, e comunque gravemente pregiudizievoli degli stessi interessi della comunità”. A Palermo tutto bloccato. Nessun processo penale, eccetto qualche udienza riguardante imputati detenuti, è stato celebrato a palazzo di giustizia. I magistrati, in vista della protesta dei penalisti, avevano in effetti già evitato di fissare udienze dibattimentali per questa settimana. I legali hanno partecipato anche a un breve sit-in di protesta svoltosi per iniziativa dell'associazione giurdica "Jus" in piazza della Memoria, spazio della cittadella giudiziaria di Palermo dedicato ai magistrati uccisi dalla mafia.

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