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Professioni: Mastella illustra il suo ddl. Soddisfatta Assoprofessioni, scettici i Commercialisti. Bocciatura di Avvocati e Cup.

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di Luigi Berliri

“Abbiamo fatto un buon lavoro e siamo sempre stati attenti alle istanze del mondo delle professioni”.  Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, presenta alle organizzazioni delle professioni il suo Ddl riforma del settore che arriverà in Consiglio dei Ministri al massimo entro 15 giorni, mentre entro lunedì le varie organizzazioni professionali dovranno presentare le proprie osservazioni e proposte di modifica. “È bene chiarire – aggiunge subito dopo - che il governo vuole salvaguardare la qualità e la dignità degli ordini, ma nel contempo chiede loro molta collaborazione. Il metodo che seguiremo - conclude il Guardasigilli - è quello della delega aperta e della concertazione permanente”. Di diverso avviso, Michelina Grillo, presidente Oua, l’Organizzazione Unitaria della Avvocatura Italiana: “Sulla riforma delle professioni – ha detto a MP - le chiacchiere e le rassicurazioni di facciata servono a poco, tutto viene delegato al governo e i nodi più seri rimangono irrisolti. Sarà contento il professore Giavazzi e quella mezza dozzina di professori universitari che in nome di formule astratte continuano a non voler vedere cosa siano oggi gli ordini e le professioni, ovvero un elemento essenziale per la crescita economica dell’Italia. Il ministro oggi ha parlato  di una delega aperta alla concertazione, ma se per  concertazione s’intende la pantomima di queste settimane – ha concluso - c’è poco da stare allegri. Se invece alle parole seguiranno i fatti, e si avvierà un dialogo, le professioni avranno quella riforma che da tanto tempo chiedono” . Si esprimono dubbi nel primo commento a caldo del Presidente del Consiglio nazionale dei ragionieri commercialisti, William Santorelli e del vicepresidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Mario Damiani. “Si è trattato – premettono - di una riunione interlocutoria, rimangono vive tutte le nostre preoccupazioni sullo strumento della delega, sulla mancanza di criteri e indirizzi direttivi e sulla sovrapposizione Ordini/Associazioni. Siamo profondamente preoccupati -   hanno aggiunto Damiani e  Santorelli - per alcuni elementi di principio riguardanti lo strumento legislativo della delega, che appare inadeguato alla rilevanza della materia, e per l'articolato del provvedimento che contiene numerosi elementi in cui mancano criteri e indirizzi direttivi specifici. A una prima lettura del testo, inoltre, trovano conferme tutte le nostre più vive preoccupazioni - dicono i commercialisti - dal momento che le differenze tra Ordini e Associazioni non sono state affatto chiarite in un testo che, nello specifico, rimane confuso ed ambiguo. Ciò non è accettabile perché deve essere assolutamente mantenuta una netta diversità tra Ordini e Associazioni escludendo ogni e qualsiasi sovrapposizione di competenza”. Raffaele Sirica, presidente del Cup, il Comitato unitario delle professioni giudica preoccupante l'eccesso di delega e su questo si dice pronto a fissare dei paletti. Non solo. In ogni caso al momento nel testo non c'è nessuna norma che garantisce la sopravvivenza delle attuali professioni. “Vorrei intanto chiarire - ha premesso Sirica - che nel recente passato nessuna critica, almeno da parte nostra, è stata mossa nei confronti del sottosegretario Luigi Scotti. Ritengo utile – ha aggiunto - che si parli di riordino del settore, però bisogna spiegare bene quali sono le professioni oggetto della revisione. Del resto, in tutti i provvedimenti di legge precedenti, questo elemento era stato specificato bene. Inoltre, - ha aggiunto, - nel primo testo Scotti si faceva riferimento alle tariffe minime per le attività riservate, ovvero, in coerenza con il programma dell'Unione, l'abrogazione delle tariffe minime, con la sola eccezione di quelle riservate. Invece vediamo che l'articolo 5 del precedente testo è scomparso dal ddl presentato oggi. Nel testo - ha  concluso Sirica - manca inoltre anche la possibilità di valorizzare le attività professionali come risorsa, soprattutto per quanto riguarda i giovani”. Roberto Falcone, segretario generale di Assoprofessioni ribadisce da parte sua, il pieno consenso alla proposta di riforma delle professioni presentata da Mastella e al suo modus operandi per ottenere la versione finale del testo. E, in linea con quanto richiesto dal ministro della Giustizia nell’incontro odierno, ovvero di far pervenire suggerimenti entro lunedì, ha già pronto il suo documento. Tre in sintesi le richieste che segnala il segretario generale della confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, L’articolo 7, lettera d, pone le basi per il riconoscimento delle professioni e delle associazioni rappresentative delle stesse. Pertanto, occorrerà riconoscere a monte le professioni attraverso i decreti attuativi a cui rimanda la legge delega, mediante un apposito elenco che possa essere aggiornato nel tempo (presupposto già individuato in un lavoro che sta svolgendo il Cnel). Per evitare l’autoreferenzialità, l’accertamento dei requisiti attraverso il rilascio di attestati di competenza riguardanti la qualificazione professionale, dovrà spettare ad enti accreditati di parte terza. È opportuno che si sdoppino i termini di attuazione della delega per quel che attiene il riconoscimento delle associazioni e delle nuove professioni, al quale va necessariamente garantita una maggiore celerità data l’urgenza del provvedimento, a tutela soprattutto dell’utenza. Sono complessivamente 8  gli articoli del disegno di legge delega presentato da Mastella. Il  provvedimento fissa come previsto i nuovi principi e i criteri generali delle professioni intellettuali, specificando i principi e i criteri per l'accesso, le modalità di funzionamento degli Ordini, il codice deontologico e i poteri disciplinari. Il ddl, che contempla l'emanazione di decreti correttivi e integrativi entro 2 anni dalla data della sua entrata in vigore, prevede all'articolo 2 la necessità di assicurare, qualunque  sia il modo o la forma di esercizio della professione, un'adeguata tutela della professione, il rispetto delle regole deontologiche e la diretta e personale responsabilità del professionista nell'adempimento della prestazione professionale e per il risarcimento del danno eventualmente derivante dalla prestazione. Si sottolinea, inoltre che il corrispettivo della prestazione sia fissato con determinazione consensuale delle parti, garantendo il diritto del cliente alla preventiva indicazione dei criteri di determinazione. È poi prevista la necessità di stipulare un'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile del singolo professionista, ovvero della società professionale. L'articolo 3 del testo tocca anche il tasto della disciplina del tirocinio, che dovrà essere di durata limitata, secondo modalità che garantiscano l'acquisizione dei fondamenti tecnici, pratici e deontologici della professione. Mantenuto inoltre l'esame di Stato per l'abilitazione a quelle professioni il cui esercizio può incidere sui diritti costituzionalmente garantiti o riguardanti interessi generali meritevoli di specifica tutela. Un passo di rilievo è situato nell'articolo 4, il cui primo comma prevede la riorganizzazione degli Ordini e degli Albi degli iscritti, purché - viene sottolineato - attivi nel mercato del lavoro, con la possibilità di accorpamenti in relazione a categorie professionali analoghe. Lo stesso articolo attribuisce agli ordini professionali compiti di tutela degli utenti e di qualificazione e aggiornamento professionale degli iscritti, fissando tra l'altro come compiti essenziali degli organi nazionali e territoriali la formazione tecnico-professionale dei propri iscritti, l'aggiornamento e la promozione di modelli organizzativi adeguati allo sviluppo tecnologico del contesto socioeconomico e l'adozione di iniziative rivolte ad agevolare, anche mediante borse di studio, l'ingresso nella professione di giovani meritevoli. Da ultimo, nell'esercizio della delega, il Governo, viene stabilito all'articolo 8, disciplina l'esercizio della professione anche in forma societaria.

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