Non siamo macellai
di Luigi Berliri
I medici non ci stanno. Le statistiche diffuse nei giorni scorsi relative agli errori in medicina sono falsi. Maurizio Maggiorotti, presidente dell'Amami, l'Associazione per i medici accusati di malpractice non ha dubbi: "Apprendiamo – dice - con sconcerto e incredulità che, ancora una volta, testate giornalistiche nazionali riprendono e diffondono cifre false, riguardo il tema della sospetta malasanità italiana". Secondo l'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, Aaroi, le vittime di errori medico-sanitari sono in Italia 14 mila l'anno, mentre per l'Assinform arrivano a 50 mila. L'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) lamenta invece che ci sarebbero una media di 90 morti al giorno per errori compiuti in medicina. Le cifre prodotte dagli esperti, riuniti per un convegno nazionale su questo tema all'Istituto dei tumori di Milano (Int), mostrano quindi dati disomogenei. Le accuse ai medici vengono però rispedite al mittente dall'associazione che riunisce i medici ingiustamente accusati. "Il dato, infatti, dei 90 morti al giorno per errori sanitari non solo è falso, ma non ha alcuna provenienza scientifica o statisticamente attendibile - continua Maggiorotti -. È per questo motivo che oggi mi recherò presso l'autorità giudiziaria per querelare gli autori del procurato allarme ottenuto con la diffusione di notizie false. Questi dati non derivano da un Osservatorio italiano ufficiale del fenomeno, che non esiste, non provengono dai Tribunali o Procure della Repubblica, che non ne dispongono. Prendendo per vero il dato dei 90 morti al giorno per errori sanitari - spiega il presidente dell'Amami - dovremmo estendere il calcolo in proiezione annuale ed ottenere la cifra di 32.850 decessi causati da errori medici che rappresenta un bilancio di vittime assimilabile a un conflitto di media portata. Sicuramente errori umani esistono - conclude Maggiorotti - vanno prevenuti e combattuti, ma non si può continuare a fare cattiva informazione con titoli scandalistici e sensazionalisti che arrecano danno sia alla classe medica sia ai cittadini. C'e' bisogno di chiarezza e serenità nell'informazione sanitaria e certamente queste cifre non ne offrono”. Sull’argomento è in pervenuta anche il Ministro della Salute Livia Turco. ““Qualunque sia il numero giusto – ha detto - dovesse essere solo un morto all’anno per cause evitabili in ospedale, abbiamo il dovere di affrontare il problema con decisione per garantire la sicurezza dei pazienti oltre che per scongiurare la deriva conflittuale dei rapporti tra cittadini e medici. I dati forniti dall’Aiom confermano infatti l’urgenza di affrontare il fenomeno degli errori in medicina e la necessità di garantire la massima sicurezza possibile ai cittadini che ogni giorno si rivolgono alle strutture sanitarie del nostro Paese. È doveroso tuttavia sottolineare che non esistono dati ufficiali sul fenomeno, né in Italia né nel resto del mondo. Disponiamo piuttosto di diversi studi a livello internazionale che offrono stime alquanto difformi con indici di eventi avversi (e quindi non di morti) che oscillano tra il 3,7% e il 16,6% dei ricoveri. Un dato recente sui decessi derivanti da errori medici o assistenziali viene dalla Gran Bretagna che effettua stime periodiche a campione. L’ultimo studio del genere, risalente al luglio 2005 ed effettuato in 18 strutture ospedaliere, stima in 572 mila gli eventi avversi e in 840 i decessi sul totale dei ricoverati nel Regno Unito. Come si vede siamo dinanzi a numeri molto diversi ma ciò, lo ripeto, non ci esime dall’affrontare subito il problema. Per questo ho provveduto ad istituire ai primi di ottobre presso il Ministero della salute, il Centro di riferimento per la sicurezza dei pazienti, che in Italia non esisteva ancora, e che entrerà in rete con gli altri centri analoghi già esistenti in Europa. È inoltre attiva la Commissione ministeriale per il rischio clinico e la sicurezza dei pazienti che ha avviato una rilevazione nazionale sulle iniziative di prevenzione dei fattori di mal practice già esistenti nel nostro Paese, messo a punto un protocollo sperimentale per il controllo e il monitoraggio degli eventi avversi e dei decessi ed elaborato precise raccomandazioni per la prevenzione degli errori. In cantiere, infine, la realizzazione del primo Osservatorio nazionale sul fenomeno con la partecipazione delle Regioni, delle associazioni professionali e di tutela dei cittadini e la Prima conferenza internazionale sulla prevenzione del rischio clinico che si svolgerà ad Arezzo per iniziativa del Ministero della Salute e di altri soggetti istituzionali e privati, dal 29 novembre al 2 dicembre di quest’anno”.