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UN GOVERNO CON POCHE IDEE MA BEN CONFUSE, CHE LEDE LA DIGNITÀ DEI PROFESSIONISTI

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di Luigi Berliri

Non accenna a scendere la tensione tra professionisti e Governo dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che ha descritto i liberi professionisti come un popolo di evasori fiscali. “Le ingiuriose parole del Presidente Prodi dalla Spagna sono irricevibili, esattamente come le attuali proposte dell’Esecutivo in tema di libere professioni” ha detto il Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali, Mercurio,  “Un atteggiamento che non può non trarre le sue origini anche dall’ignoranza, in tema di libere professioni, di alcuni illustri esponenti della maggioranza, come recenti trasmissioni televisive hanno ampiamente e palesemente manifestato.” L’auspicio è che l’Esecutivo italiano si uniformi alla posizione espressa dal Parlamento europeo che, con la Direttiva 36/2005 (Direttiva Zappalà), ha riconosciuto il ruolo strategico delle libere professioni, introducendo elementi di novità ma consolidando il ruolo degli Ordini e salvaguardando le principali prerogative dei professionisti, tra cui le tariffe minime per i lavori di pubblica utilità. “La mostruosa cecità del Governo di fronte alle ragioni del sistema professionale – continua il Presidente Mercurio - non può che convincermi che la decisione di portare i Dottori Agronomi e Forestali italiani in piazza non solo è stata corretta ma sacrosanta. Prodi deve ora mutare, in maniera decisa e convincente, il proprio atteggiamento nei confronti dei professionisti, facendo ammenda e cessando di alimentare quella campagna denigratoria che ci descrive come ricchi evasori fiscali e come una casta pervicacemente attaccata a vetusti e antistorici privilegi.” In una lettera aperta indirizzata a tutti gli iscritti e pubblicata sul  portale web del Consiglio dell’Ordine Nazionale il Presidente Mercurio individua i presupposti essenziali perché si possa aprire un confronto pacato e costruttivo col Governo: “il Presidente Prodi e i Ministri Mastella e Bersani riconoscano e si impegnino a difendere i principi fondanti delle libere professioni: autonomia e indipendenza dalla politica, autogoverno attraverso gli Ordini, valenza sociale e tutela degli interessi generali nell’attività professionale, salvaguardia delle garanzie costituzionali e legislative attribuite alle professioni intellettuali.”  Durissimi anche gli avvocati. “La cultura della frode e i grandi interessi  sono quelli che hanno additato gli avvocati e i professionisti come evasori e ignorato le ragioni della nostra protesta”, ha detto Michelina Grillo presidente dell’Oua. “Ha affermato che il suo “grande avversario è la cultura della frode”  - ha spiegato Grillo - Vale anche per gli avvocati, la cui più grande avversaria in questo momento è la cultura della frode nell’informazione da taluni messa scientemente in atto. Comprenderà che siamo stanchi di essere additati come evasori istituzionali e causa dei mali del paese. Gli avvocati sostengono del tutto volontariamente e con denaro proprio notevoli costi per contribuire al funzionamento della macchina giudiziaria, fornendo personale, macchinari e generi di consumo». Il presidente dell’Oua ha anche ribadito che gli avvocati sono disponibili a fare la propria parte anche sul fronte fiscale, come dimostrano le proposte avanzate da tempo: «Abbiamo chiesto che le  parcelle professionali degli avvocati siano almeno parzialmente deducibili dal reddito, questo per favorire realmente e direttamente il cittadino cliente, ma anche per far venir meno l’attuale situazione, che fornisce a taluno un comodo alibi per considerarli evasori. Mai abbiamo ricevuto risposte al riguardo. E perché non consentire ai cittadini assolti in un processo penale in cui sono stati trascinati infondatamente da un organo dello Stato, oltre alla deduzione integrale delle spese legali sostenute per potersi difendere, di poter recuperare l’Iva relativa? E’ morale una “tassa” sulle assoluzioni?»  Michelina Grillo, infine,  ha invitato in una lettera inviata a Romano Prodi,  

per l’ennesima volta il Governo ad aprire un confronto corretto con il mondo professionale: «Una maggioranza che si è presentata al Paese come liberale, aperta, pronta alla concertazione, dalla quale ci aspettavamo molto di più – e molto di più ci è stato promesso in campagna elettorale – ha il dovere di ascoltare le forze sociali e produttive del Paese e di comprendere il loro disagio».

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