Prodi offende un’intera classe sociale.
di Luigi Berliri
Amarezza e sorpresa non accennano a diminuire tra i liberi professionisti che giovedì scorso incontrando Romano Prodi a palazzo Chigi gli avevano consegnato un documento sottoscritto da tutti i professionisti italiani, con le loro rivendicazioni. Esse non riguardavano la legge finanziaria, se non per gli aspetti connessi con la possibile soppressione degli Ordini e dei Collegi professionali, ma contenevano precise richieste circa la riorganizzazione degli Ordini e dei Collegi, la pubblicità, le società professionali, il rilancio ed i sostegni a favore dei giovani professionisti, l’aggiornamento professionale, le tariffe per le attività riservate. Delusi, dunque e soprattutto arrabbiati perché il premier ha leso la loro dignità con quelle parole offensive a proposito della manifestazione dei professionisti svoltasi nei giorni scorsi a Roma e li paragonava a evasori che manifestavano protestando contro il pagamento delle tasse. La reazione è la promessa di una guerra senza quartiere. Per Giuseppe Cappochin, Coordinatore del Forum delle Professioni Intellettuali del Nord Italia, “le esternazioni del Presidente del Consiglio, le categorie professionali non manifestano per problemi concreti, ma contro l’obbligo di presentare una contabilità chiara e di pagare le imposte corrispondenti ai propri guadagni. Non cambierò nulla anche se scendessero in piazza a milioni” sono offensive e rappresentano una sfida ideologica, arrogante e minacciosa nei confronti dei professionisti italiani, componente significativa del ceto medio produttivo del Paese. Evidentemente il Presidente del Consiglio non si è reso conto del significato e del peso politico della manifestazione del 12 ottobre a Roma che ha visto la partecipazione di 50.000 professionisti per protestare nei confronti del decreto Bersani, Finanziaria e disegno di riforma Mastella pregiudizialmente ostili al lavoro autonomo in generale e alle libere professioni intellettuali in particolare. Il Consiglio Direttivo del Forum delle Professioni Intellettuali del Nord Italia si riunirà la prossima settimana per programmare nuove iniziative di protesta ma anche per chiedere con forza al governo di sviluppare con una appropriata ed innovativa riforma, una politica economica per e non contro le professioni intellettuali, che ne favorisca la competitività, con adeguati investimenti in qualità, formazione continua, nuove competenze ed innovazione. Per i commercialisti, le parole di Prodi, sulle libere professioni sono irresponsabili e offensive. “Chi le ha fatte - dice il presidente del Consiglio nazionale dei Ragionieri Commercialisti, William Santorelli - evidentemente ignora la centralità delle libere professioni nel sistema economico italiano e non ha il polso del Paese reale. Chi cerca lo scontro invece del dialogo si assume le responsabilità delle scelte che compie. Liquidare con tanta protervia la prima manifestazione di massa delle libere professioni svoltasi in Italia - sostiene Santorelli - è una scelta dissennata. Prodi punta allo scontro in un momento in cui tra politica e liberi professionisti ci sarebbe invece bisogno di dialogo. Rilevo inoltre che proprio in questi giorni il ministro competente in materia, Clemente Mastella, ha assunto nei confronti degli Ordini un atteggiamento di rispetto, antitetico a quello del suo primo ministro: che almeno si mettano d'accordo tra di loro. La manifestazione di Roma - continua Santorelli - esprimeva l'insofferenza di un mondo, quello delle libere professioni, contro l'approccio punitivo manifestato finora dal Governo. Ma i cinquantamila di piazza Venezia chiedevano anche, essi stessi, una riforma degli Ordini professionali equilibrata e moderna. Come si possa affermare che quella era la marcia di chi non vuole pagare le tasse resta un mistero: sono dichiarazioni di assoluta cecità politica. Evidentemente - conclude Santorelli - il professor Romano Prodi considera i professionisti un nemico di classe da punire. È un punto di vista di cui prendiamo atto e che terremo presente. Ma al presidente del Consiglio vorrei ricordare la specificità dei professionisti economici, che giorno per giorno guidano i contribuenti nella giungla del fisco. Il nostro mestiere è anche quello di aiutare i cittadini a rispettare il fisco, nonostante il caos normativo sistematicamente prodotto dalla politica e dall'amministrazione finanziaria”. “Non è credibile – dice a MP Pietro Antonio De Paola, presidente Consiglio Nazionale dei Geologi - data la loro inaudita gravità, attribuire le dichiarazioni riportate dalla stampa, circa l’opposizione dei professionisti a tenere i registri contabili in regola ed a pagare le imposte dovute, al Presidente Prodi. Le dichiarazioni non sono credibili perché il Presidente Prodi sa quali sono le vere, autentiche, sacrosante ragioni che spingono tutti i professionisti d’Italia, non solo gli Avvocati e gli Ingegneri come è riportato nel comunicato, a manifestare. Egli ha tra le mani il documento, sottoscritto da tutti i professionisti italiani, che riporta esattamente le loro rivendicazioni. Esse non riguardano la legge finanziaria, se non per gli aspetti connessi con la possibile soppressione degli Ordini e dei Collegi professionali, ma contengono precise richieste circa la riorganizzazione degli Ordini e dei Collegi, la pubblicità, le società professionali, il rilancio ed i sostegni a favore dei giovani professionisti, l’aggiornamento professionale, le tariffe per le attività riservate , l’accettazione del sistema duale (Ordini da una parte e Associazione delle professioni emergenti dall’altra) ma con nette e precise distinzioni tra professioni regolamentate e professioni emergenti: in estrema sintesi, una moderna ristrutturazione dell’intero comparto delle professioni intellettuali con l’obiettivo, da sempre rimarcato, di essere quanto più possibile a servizio della collettività. Avendo tra le mani questo documento – continua De Paola -scritto ed avendo noi manifestato a Roma il 12 ottobre all’insegna dello slogan “Le professioni per lo sviluppo dell’Italia, la proposta”, non crediamo sia possibile che il Presidente Prodi abbia potuto pronunciare quelle frasi irriguardose e non vere nei confronti dei professionisti. È lecito, dunque, attendere una smentita da parte del Presidente Prodi. Se così non fosse dovremo allora rimarcare come per la seconda volta il Presidente Prodi sia incorso in gravi dimenticanze. Come le promesse, non mantenute, fatte ai professionisti il 30 marzo 2006 alla Fabbrica del Programma dell’Unione e riportate nello stesso programma a pagina 131, dove l’allora aspirante Presidente si impegnava a non cancellare le tariffe per le attività riservate ed a scrivere la riforma delle professioni con i professionisti e non contro i professionisti. I professionisti italiani, comunque, agiscono con la certezza che gli uomini d’onore tengano fede agli impegni ed alle promesse pubblicamente sottoscritte”. “Come cittadina sono d’accordo con le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, sull’evasione fiscale. – dice Annalisa Silvestro, Presidente Federazione nazionale Collegi Infermieri (Ipasvi) - essa costituisce, anche a mio avviso, uno dei problemi più urgenti e importanti per il risanamento dell’Italia. Mi aspetto, quindi, che il Governo affronti la questione con rigore, decisione ed equità, nell’interesse del Paese. Ma mi aspetto anche che l’analisi del fenomeno, sicuramente diffuso e capillare, sia seria e approfondita e che si evitino pericolose generalizzazioni, che possono aprire il fianco ad equivoci e strumentalizzazioni. Non tutti i professionisti sono evasori e, in particolare, non lo sono gli infermieri, che per oltre il 90% sono dipendenti, pubblici e privati. Eppure il 12 ottobre anche gli infermieri sono scesi in piazza, numerosissimi, aderendo alla manifestazione indetta dal Cup. Ma non lo hanno fatto per protestare contro il pagamento delle tasse, che vengono loro regolarmente trattenute in busta paga. Lo hanno fatto, invece, per sollecitare il Governo nella sua globalità ad affrontare con urgenza una organica riforma del sistema professionale, di cui si sentono parte integrante. Sono scesi in piazza, in oltre 7mila, di fronte all’ennesimo rinvio dei decreti attuativi della legge 43/06, che avrebbero finalmente trasformato il loro Collegio, istituito sin dal 1954, in Ordine professionale. Non cogliere fino in fondo il senso della partecipazione degli infermieri, come quella di tanti altri professionisti, alla manifestazione del 12 ottobre significa connotarla di un segno politico molto lontano dalla loro reale volontà ”. Per Michelina Grillo Presidente dell’Oua, l’Organizzazione Unitaria dell’Avvocatura, si deve “ristabilire una corretta informazione sulle vere ragioni della protesta dei professionisti italiani ed avviare nel Paese un ampio dibattito socio-culturale sulle questioni sollevate e sugli effetti dei provvedimenti censurati. Occorre una pacata e polifonica riflessione sui principi e sui valori in gioco, che l'Avvocatura intende promuovere ed a cui intende partecipare, nell'intento di verificare effettivamente, e non già sulla base di impulsi emotivi ed asserzioni apodittiche, se la deregulation selvaggia anche nel sistema delle professioni e non solo nel settore della consulenza - che sottoporrebbe ancor più di oggi materie e settori altamente sensibili, qual'è la tutela dei diritti in continua espansione all'agire indiscriminato di molti, senza distinzioni di qualifiche e di preparazione effettiva - sia la migliore via per tutelare efficacemente il cittadino”. “Con le dichiarazioni di Prodi – dice Romeo La Pietra del Consiglio Nazionale Ingegneri - il governo scopre le sue carte nei confronti dei Professionisti. Carte che, peraltro, aveva fatto già intravedere con la legge Bersani prima e la finanziaria poi. Ha offeso e umiliato cinquantamila lavoratori intellettuali, rappresentanti di milioni di professionisti, che hanno dignitosamente sfilato in piazza con spirito di proposta più che di protesta. Liquidare una grande manifestazione che per la prima volta nella storia ha dato unità e identità al mondo professionale a una mera questione di bottega tutta tesa a combattere che limitano la libertà di frode, senza coglierne invece il grande significato politico è un errore che i professionisti italiani – ha sottolineato La Pietra – difficilmente dimenticheranno. È un vulnus che lascerà una ferita difficilmente ricucibile e che renderà ancora più difficile e travagliato il percorso per arrivare a una riforma delle professioni adeguata alle esigenze del Paese e in grado di reggere le sfide che la competitività internazionale richiede”