PRODI ATTACCA: I LIBERI PROFESSIONISTI VOGLIONO SOLO NON PAGARE LE TASSE
di Luigi Berliri
“Basta con le mortificazioni di avvocati e liberi professionisti”. Michelina Grillo, presidente dell’Organizzazione Unitaria della avvocatura, attacca Il Presidente del Consiglio che in una intervista rilasciata a "Il Pais", ribadisce che , in realtà le categorie professionali che manifestano protestano contro il pagamento delle tasse. “Non manifestavano per problemi concreti, ma contro l'obbligo di presentare una contabilità chiara e di pagare le imposte corrispondenti ai propri guadagni”. Prodi sfidava poi i liberi professionisti: “non cambierò nulla – diceva nell’intervista - anche se scendessero in piazza a milioni”. "Abbiamo preso atto con sorpresa delle dichiarazioni del Ministro Bersani e del Presidente del Consiglio all'indomani della grande manifestazione di protesta dei professionisti italiani, svoltasi a Roma lo scorso 12 ottobre. È per molti versi sconcertante. È davvero stupefacente, infatti, come si tenti di ridurre e di mortificare le legittime ragioni dell'avvocatura e dei professionisti ad una mera battaglia di cassetta, nuovamente puntando l'attenzione sulla ritenuta genetica evasione fiscale dei ceti professionali e produttivi del Paese. Così facendo si conferma una linea di guerra dichiarata al ceto medio, che certamente non favorisce corrette dinamiche sociali e un'efficace ripresa produttiva. L'obiettivo, che abbiamo ben compreso, è portare anche le attività professionali al supermarket, così come si è fatto per i medicinali da banco, unicamente per logiche di scala e di profitto, dettate da potentati economici, che del resto ne rivendicano apertamente la paternità, senza alcuna reale attenzione ai diritti ed ai bisogni del cittadino, degradato da titolare di posizioni soggettive tutelate dall'ordinamento al ben più riduttivo livello di consumatore. Chi ha la responsabilità di guidare il Paese non può però permettersi di prescindere dai diritti dei cittadini e dalle loro concrete possibilità di realizzazione, reale oggetto - ancorché mistificato - della battaglia dei professionisti, ed ha il dovere di perseguire lo sviluppo con misure coerenti, realmente idonee a produrre benefici, rispettose del dettato costituzionale. In questo quadro sconcertante, malgrado qualche modesta assicurazione di facciata, è confermata anche dalle dichiarazioni provenienti dal Ministero di Giustizia la volontà di non aprire tavoli di confronto con le professioni. L'assenza di dialogo e lo svilimento sistematico delle posizioni dei professionisti non produrranno l'esito voluto, e cioè la riduzione al silenzio delle categorie e l'abbandono di ogni forma di contrasto: l'azione di protesta proseguirà in forme variegate e sull'intero territorio nazionale, unita alla presentazione di ipotesi di testi di riforma delle professioni e dell'ordinamento professionale forense che l'Oua si accinge a varare, sulla base dei principi condivisi recentemente approvati dal Congresso Nazionale Forense. Su queste proposte concrete, che si aggiungono a tutte quelle responsabilmente ed inutilmente già elaborate negli anni precedenti, continueremo a chiedere un costruttivo confronto: non basta predicare il dialogo a parole, occorre praticarlo. Saranno intensificati, inoltre, il colloquio e la collaborazione con le avvocature europee, anch'esse oggetto di analoghi attacchi e come noi determinate a salvaguardare le caratteristiche di libertà, autonomia ed indipendenza dettate a tutela non già dei professionisti, ma dei cittadini-clienti."