BERSANI AMMAZZA AVVOCATI
di Luigi Berliri
No alla legge “ammazza-avvocati” insita
nel decreto Bersani. No allo strangolamento delle garanzie costituzionali e alle
involuzioni autoritarie dei principi di diritto dettata
dal programma di Giustizia del Governo. E infine, un no, categorico, assoluto, ad
ogni compromesso dell’avvocatura con poteri politici più inclini a compiacere
la magistratura che non la legalità costituzionale. Ha picchiato duro Ettore
Randazzo, Presidente uscente dell’Unione Nazionale Camere Penali, nella
relazione con cui ha dato il via questo pomeriggio, ad Ancona, all’XI Congresso
dell’Associazione: una prolusione appassionata, che non ha risparmiato aspre
denunce verso tutti coloro, a più livelli, stanno mettendo pericolosamente in
discussione i principi basilari di una giustizia a garanzia del cittadino.
Soprattutto dopo il tradimento – pesante – della separazione delle carriere,
operato appena qualche giorno fa dal Senato. “Un tradimento al quale il
Congresso dei Penalisti saprà ribellarsi con indignazione - ha ribadito subito Randazzo rivolto
agli oltre 500 colleghi avvocati riuniti nell’assise dorica – Il programma
presentato dal Ministro altro non è che un repentino strangolamento delle
garanzie e di un’esplicita restaurazione autoritaria: il passaggio dedicato al
codice di procedura penale ha collezionato una serie di gravi violazioni, a
scapito di punti fermi rigorosamente scolpiti non solo nei dettati
costituzionali, ma anche nello stesso programma di giustizia del Governo”. Violazioni che avrebbero decretato un ritorno
al passato senza precedenti, “in barba al Giusto Processo e ai principi di
diritto che – ove mai l’insano
proposito si realizzasse – verrebbero cancellati in un crescendo di follia
normativa, spesso innescata solo dalla esigenze della cronaca”. Esiti di fronte
ai quali un’avvocatura libera, autonoma e dipendente nient’altro che dalla
propria deontologia – così come quella rappresentata dall’Unione Camere Penali
ha saputo dimostrare di essere in questi anni - non può che indignarsi. Esiti
tuttavia quasi “ineluttabili” di fronte ad “un Ministro della Giustizia titolare
solo apparente delle proprie competenze perché fortemente vincolato dal “verbo
altrui”, tallonato in modo censorio da una sorta di ministro-ombra identificato
in Antonio Di Pietro e, da ultimo, limitato nelle sue competenze dal Ministro
Bersani il quale, in spregio alla competenze del vero
Guardasigilli, ha organizzato una legge “ammazza-avvocati”
che presto raccoglierà i suoi risultati: recrudescenza dell’evasione,
penalizzazione degli utenti deboli, anarchia rissosa contrabbandata per
liberalizzazione, rivolta e degrado dell’avvocatura. Il tutto in nome
dell’obiettivo davvero ambito: l’elettorato”. Ecco dunque che non può farsi
attendere “la risposta degli avvocati penalisti, che proprio dal Congresso di
Ancona – ha sottolineato Randazzo – vogliono rivendicare la propria
refrattarietà a fischietti, tamburi e folcloristici cortei. E che martellerà il
Governo con la logica stringente delle sue proteste. Anzi, ancora meglio, indirizzerà
agli organi politici e istituzionali competenti, dimostrando la demagogia delle
soluzioni adottate e i deleteri esiti sul Giusto Processo”. Separazione delle
carriere, Giusto Processo e quindi