PENALISTI CONTRO MASTELLA. TRE GIORNI DI SCIOPERO CONTRO LA SOSPENSIONE DEGLI EFFETTI DELLA RIFORMA DELL' ORDINAMENTO GIUDIZIARIO
di Luigi Berliri
I penalisti italiani sciopereranno per tre giorni, l' 11, 12 e il 13 ottobre per protestare contro il disegno di legge che sospende gli effetti della riforma dell' ordinamento giudiziario e contro l' atteggiamento del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, appiattito sulle posizioni e sui diktat della magistratura associata. Le Camere Penali ricordano di aver sottolineato in piu sedi che “a sospensione delle norme dell'ordinamento giudiziario, in particolare nei punti aventi ad oggetto la pur blanda distinzione delle funzioni tra giudici e pm, si pone in contrasto con il principio costituzionale della terzietà del giudice, è del tutto ingiustificata anche alla luce del programma giustizia adottato dalla coalizione vincitrice, e si dimostra solo un plateale cedimento alle pretese sindacali dei magistrati in spregio alla legalità costituzionale ed alle esigenze dei cittadini”. I penalisti puntano il dito contro il ministro della Giustizia: “La posizione assunta dal governo per bocca del Guardasigilli, fino alle allarmistiche quanto infondate dichiarazioni rilasciate in occasione dell' apertura del dibattito parlamentare, ha proseguito ed aggravato una linea di totale appiattimento sui diktat sindacali della magistratura associata, contrabbandati strumentalmente e demagogicamente come un atteggiamento tenuto nell' interesse dei cittadini”. Le linee programmatiche sulla politica giudiziaria del Governo illustrate alla Commissione Giustizia del Senato - sottolineano – “hanno dimostrato una totale subordinazione politica e culturale dell' esecutivo rispetto alle richieste dei settori più conservatori del mondo della giustizia, tanto da far proprie misure illiberali in tema di prescrizione, di restaurazione dell'incostituzionale sistema delle impugnazioni previgente, di radicale epurazione del sistema delle nullità processuali, di restaurazione di un sistema neoinquisitorio attraverso il recupero degli atti per fasi processuali. L' Unione delle Camere penali lamenta la “draconiana riduzione dei fondi messi a disposizione per la giustizia, che costringono l'amministrazione a mendicare da avvocati e parti processuali finanche la carta per le fotocopie” e osservano che “la mancanza di coerenza ed identità, così come lo scadimento culturale e giuridico delle iniziative proposte sul tema della giustizia, si coniuga con la subordinazione demagogica alle emergenze della cronaca tanto da portare ad iniziative affrettate, mal meditate e peggio coordinate come il Dl sul tema delle intercettazioni appena varato, la cui prima vittima è ovviamente il diritto di difesa”. Nonostante gli allarmi lanciati a più riprese dall' Ucpi “nessuna risposta è pervenuta dai rappresentanti dell'esecutivo”. Un atteggiamento di “assoluta sordità nei confronti dell' avvocatura penale, su tematiche che attengono ai profili essenziali dell' ordinamento giuridico, non è stato diverso da quello riservato alle questioni più specificamente relative al ruolo ed alla funzione degli avvocati in generale”. Tra le ragioni della protesta, i penalisti includono anche la la legge Bersani che, tra l' altro, “mercifica una funzione espressamente contemplata dalla Costituzione senza neppure calcolare l'impatto delle singole norme sui beni in discussione, ciò nel dichiarato obiettivo di ridurre il ruolo dell'avvocato quando non di eliminarne la funzione”.