INFERMIERI: BASTA CON I RINVII.
di Elisa Pastore
I rappresentanti delle professioni sanitarie, riunitisi a Firenze nei giorni scorsi hanno ribadito la loro delusione per la decisione del Consiglio dei ministri di non licenziare il decreto di applicazione della legge 43/2006, spostando di 12 mesi il termine per l'esercizio della delega per l'istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie, e hanno chiesto un incontro urgente con il governo e minacciano iniziative. Con questa decisione, hanno sottolineato i Presidenti dei Collegi e delle Associazioni, “il Governo ha disatteso gli impegni ufficialmente assunti dal Ministro della Salute, Livia Turco, manifestando di non aver compreso appieno la differenza che c'è tra il tema della liberalizzazione del mercato e quello della necessaria tutela della salute dei cittadini, che può essere garantita solo attraverso Ordini professionali che verifichino e valutino la qualità delle prestazioni, l'appropriatezza delle cure e il rispetto dei valori deontologici dei propri iscritti”. Le professioni sanitarie “ribadiscono l'obiettivo irrinunciabile di procedere alla trasformazione degli attuali Collegi in Ordini e all'istituzione degli altri Ordini per le professioni della Riabilitazione, Tecnico sanitarie e della Prevenzione, così come previsto dalla legge 43; richiedono un incontro urgente con il Governo per conoscere e definire le modalità, i contenuti e i tempi con cui si intende rispondere alle attese dei 550.000 professionisti della salute, di cui un terzo è tuttora privo di ogni regolamentazione; comunicano che ulteriori iniziative saranno adottate sulla base del mandato dei rispettivi Consigli nazionali, delle risposte del Governo e degli impegni che intenderà assumere per una chiara e rapida definizione della regolamentazione Ordinistica.