BERSANI E' STATA LA NOSTRA CAPORETTO. ADESSO C'E' SOLO IL PIAVE
di Luigi Berliri
Il decreto Bersani è stata la nostra Caporetto. Adesso è il momento della resistenza sul Piave. Si apre in un clima incandescente il 51° Congresso degli Ingegneri di Treviso. E non solo per i 33 gradi registrati in città. I presidenti dei 105 ordini provinciali degli Ingegneri, delle 15 federazioni regionali e delle tre consulte regionali, riuniti a Treviso a palazzo Rinaldi, ( nella foto) hanno le idee chiare: è ora di fare fronte comune per combattere il nemico comune: un Governo che vuole distruggere le professioni. Un indirizzo confermato da Romano Prodi che a Carole, alla festa della Margherita ha parlato chiaro: “Dobbiamo scrostare quel terziario fatto di avvocati, medici, ingegneri, architetti, che costituiscono un freno allo sviluppo dell’Italia”. Parole pesanti che hanno trovato immediato nella linea di attacco votata dai presidenti. E il presidente del Cni, Ferdinando Luminoso, attacca: “Odio la parola concertazione” dice. “I nostro nemici sono tre – incalza Adriano Gerbotto, presidente dell’ordine degli ingegneri di Cuneo – certa sinistra radicale e i sindacati che ci vorrebbero tutti dipendenti e lo confermano le ottocento assunzioni di farmacisti fatte dalle Coop. E soprattutto la Confindustria che deve distruggere gli ordini per poter rafforzare la Fita, la Federazione del Terziario Avanzato. E Prodi, che evidentemente deve pagare un ticket a viale dell’Astronomia, si presta ad attaccare gli ordini professionali. Noi diamo noia perché siamo troppo indipendenti”. E allora che fare? Gerbotto non ha dubbi: “come ingegneri di Cuneo, possiamo fare ben poco, ma come categoria unita possiamo dare molto fastidio se ci mettiamo di traverso”. Gerbotto accusa poi la stampa di non dare sufficienti sulle proteste degli ingegneri: “Parlano dei notai, dei medici e mai di noi”. L’ambiente si scalda in sala. “Dobbiamo mettere in campo tutte le iniziative per resistere - rincara la dose, Giovanni Paolo Canè, presidente degli ingegneri di Isernia e del Cup del Molise – Prodi vuole distruggere tutta quella parte di Italia che suole mettere nelle idee la qualità. E quello che sta ottenendo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare. Probabilmente pressato da Confindustria leva qualità nelle progettazioni. Levando i controlli, con gli appalti integrati in mano alle imprese lieviteranno molto i costi. Le lascio immaginare se l’impresa che per definizione deve fare profitto può guardare tanto per il sottile e salvaguardare il bene pubblico che invece è proprio in mano agli ordini”