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Uno schiaffo ai professionisti

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Nel cassetto la proposta di legge popolare di riforma delle professioni intellettuali.

«Lo stralcio della legge di iniziativa popolare (ddl 3277) deciso dal presidente della II commissione della Camera appare un atto di grave sottovalutazione delle esigenze e delle richieste avanzate da circa 80 mila professionisti che hanno firmato quella legge». Commenta così Pietro De Paola, coordinatore del Comitato promotore della legge in oggetto, la decisione del presidente Pino Pisicchio della II Commissione della Camera dei Deputati di non modificare il testo base alla luce delle norme contenute nella legge di inziativa popolare, n.3277, all’esame della stessa commissione. «Apprendo con sconcerto – continua De Paola - che secondo l’on. Pisicchio e nonostante il parere contrario di alcuni deputati non ci sarebbero i margini per un esame congiunto della proposta di legge di iniziativa popolare in quanto quest’ultima, come dice lo stesso Pisicchio, non conterrebbe alcun “elemento di novità” rispetto al testo base assunto dalla II insieme alla X Commissione». Eppure, aggiunge De Paola, «mi sembra opportuno ricordare che nel testo base non esiste alcuna distinzione, per esempio, tra l’attività imprenditoriale e quella professionale, esiste la possibilità di delegare al governo, senza alcun parere vincolante da parte degli ordini, di accorparne alcuni, senza parlare poi delle norme sulle attività riservate che fanno piazza pulita di una serie di prerogative che garantiscono la qualità e l’indipendenza dei professionisti. Elementi questi, ma ce ne sarebbero anche altri relativi agli studi professionali o alle professioni non regolamentate e alle questioni societarie, che mi paiono sostanziali e che hanno spinto i professionisti a presentare una propria legge e che però ora si vorrebbe ignorare». L’auspicio del coordinatore del Comitato promotore è comunque «di non far cadere nel nulla la proposta dei professionisti consentendo un iter parlamentare rispettoso dei principi democratici e delle esigenze di tutti i cittadini».
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