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Liberalizzazioni insufficienti

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Luca Cordero di Montezzemolo, Giovanna Melandri e il Giuseppe Fioroni attaccano gli ordini

Siamo alle solite. Ancora una volta il dito è puntato contro gli Ordini Professionali rei di essere il nemico numero uno di imprese e giovani. Il primo ad attaccare il sistema ordinistico è stato il presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezzemolo, che nel corso della sua relazione all’assemblea annuale di Confindustria ha chiesto al Governo una “forte accelerazione” delle privatizzazioni. “Dobbiamo approfittare del clima favorevole che si è creato – ha detto - e imprimere, cominciando dai provvedimenti che sono già in Parlamento, una forte accelerazione in tanti settori ancora chiusi alla concorrenza: energia, professioni, servizi pubblici locali, pubblica amministrazione”. Anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni non ha lesinato critiche: “Si debbono – ha detto - togliere privilegi e monopoli. Senza riforma nessun futuro alle nuove generazioni Riformare le professioni per dare un futuro occupazionale alle nuove generazioni. Se non riusciamo a togliere i privilegi e il monopolio da mestieri e professioni - ha ammonito Fioroni - non daremo alcun futuro ai nostri ragazzi. Infatti - ha aggiunto il ministro - non si è liberi se non si ha un posto di lavoro e, quindi, la sicurezza per costruire una famiglia, un nuovo progetto di famiglia. Per questo l'impegno da parte del Governo è quello di creare occupazione. Bisogna avere dunque la capacità di liberalizzare le professioni e i mestieri non per togliere qualcosa a qualcuno, ma per dare ai nostri figli la possibilità di esercitare quelle professioni”. E un appello è arrivato dal ministro per le politiche giovanili, Giovanna Melandri. “L'opposizione – ha detto - collabori ad accelerare l'iter parlamentare della legge delega sulla riforma delle professioni liberali. La legge delega - ha ricordato Melandri - è non vorrei dire impantanata, ma in viaggio nel suo percorso parlamentare. Mi auguro che almeno su questi temi, le liberalizzazioni, la riforma degli ordini professionali, ci sia una disposizione costruttiva da parte dell'opposizione. La legge delega - ha ribadito il ministro - deve essere rapidamente tradotta in legge dello stato, anche perché non è possibile che in questo paese uno debba essere figlio di un notaio, un avvocato o un ingegnere per fare il notaio, l'avvocato o l'ingegnere”.
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