La riforma delle professioni varata entro l’anno. Prevista la laurea per i tributaristi
di Luigi Berliri
La riforma delle professioni che entro la fine dell’anno si discuterà in Parlamento prevedrà la laurea triennale per i tributaristi. E’ quanto emerso dal convegno su “La riforma delle professioni intellettuali”, organizzato lunedì 21 maggio 2007 dalla Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna), che ha promosso un incontro con i relatori del provvedimento, gli onorevoli Giuseppe Chicchi e Pierluigi Mantini, e al quale la Lapet è intervenuta con una sua relazione pronunciata dal consigliere nazionale, Benedetto Parisi. “L’onorevole Chicchi – commenta Parisi – ha confermato le dichiarazioni di Mantini, al quale, sia come Assoprofessioni, che come associazione di tributaristi, abbiamo già avuto modo di dimostrare il nostro apprezzamento. Riteniamo infatti doveroso un riconoscimento all’operato del governo, che si sta attivando per l’approvazione definitiva di un provvedimento di riforma delle professioni equilibrato e allo stesso tempo al passo con l’evoluzione della società e del mercato del lavoro. Ribadiamo pertanto le nostre richieste, avanzate attraverso il documento della confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, di cui il nostro presidente nazionale, Roberto Falcone, è segretario nazionale, e confermiamo la nostra fiducia nei confronti delle commissioni riunite della Camera dei Deputati, Giustizia e Attività produttive”. L’onorevole Chicchi ha risposto alla domanda della Lapet, che ha chiesto al parlamentare se effettivamente “in pentola bolle qualcosa di concreto” e se si potrà presto passare dalle parole ai fatti. “Entro la fine dell’anno – ha detto Chicchi al consigliere Parisi – la legge di riforma delle professioni si discuterà in Parlamento. Le professioni già esistenti saranno riconosciute e probabilmente per i tributaristi sarà necessario almeno il conseguimento della laurea triennale. Perciò riteniamo che più di qualcosa bolla in pentola”. Questa novità non trova impreparata l’associazione che già prevede nel suo statuto, tra i titoli di studio, la laurea. Titolo che tra l’altro da alcuni anni è posseduto dalla stragrande maggioranza di coloro che aspirano all’iscrizione. Inoltre, anche la riduzione delle deleghe in bianco trova d’accordo l’associazione, al fine soprattutto di interrompere la lunga querelle sulle sovrapposizioni.