Indispensabili politiche planetarie per evitare l’Olocausto ecologico
Il presidente dei geologi italiani De Paola apre a Matera i lavori XIII Congresso Nazionale
Si sono aperti con un appello a cambiare rotta nelle politiche ambientali per evitare una catastrofe, a Matera i lavori del XIII Congresso Nazionale dei Geologi. I più di duecento delegati e partecipanti provenienti da tutta Italia, insieme ai maggiori esperti nazionali ed internazionali del settore, saranno impegnati in tre giorni intensi di discussione e approfondimento su temi scientifici di grande importanza e attualità. Dopo i saluti delle autorità presenti, ha aperto i lavori il Presidente dell’Ordine dei geologi della regione Basilicata, Leonardo Genovese. Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Pietro Antonio De Paola ha svolto la relazione introduttiva dal titolo “Le professioni intellettuali tra autonomia e logica di mercato”. “Avremmo potuto porre l’accento sul tema delle frane o sui terremoti – ha dichiarato il presidente De Paola - ovvero ancora sugli arretramenti delle linee di costa o sulle erosioni: tutti temi noti all’opinione pubblica che non fatica a collegarli alla figura del geologo, professionista che studia la terra e le sue evoluzioni. Il problema clima sembra confinato alle attività di climatologi, agronomi, economisti, ecologi, ingegneri, ecc…ma i geologi sono abituati ad osservare le tracce dei cambiamenti climatici del passato e da storici della terra sanno che il clima cambierà ancora. Per questo – ha continuato De Paola - intendiamo suggerire alcune misure da adottare per ridurre l’impatto sull’ambiente e sul territorio del processo in atto e consentire l’adozione di politiche socio-economiche su scala planetaria che evitino la rottura irreversibile degli equilibri ambientali. A questo scopo – ha concluso De Paola - vanno ridotti i tassi di emissione di CO2 nell’ atmosfera: lo suggerisce, al di là di ogni più ragionevole dubbio, il principio di precauzione. L’uso dei combustibili fossili deve essere, perciò, ridotto ed eliminato, pena il rischio desertificazione in tempi non compatibili con quelli necessari per il nuovo riassetto dei sistemi socio-economici. La crisi climatica in atto è stata efficacemente descritta dal professor Jeremy Rifkin, illustre ospite di questa tornata congressuale, che ha parlato di un vero e proprio «Olocausto ecologico»”.