Il servizio sanitario nazionale rischia il tracollo
Mario Falconi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma lancia l’allarme
Un sistema sanitario sempre meno solidale, che registra un arretramento progressivo sul terreno dell'universalismo delle cure e del sostegno alle fasce più deboli della popolazione, in particolare anziani e non autosufficienti. E che, proprio per questo, rischia di 'saltare' non garantendo i più vulnerabili e obbligando i cittadini a sborsare di tasca propria sempre più soldi. Una miscela esplosiva se si aggiunge che i finanziamenti pubblici sono sempre più esigui. A lanciare l'allarme è Mario Falconi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, che si dice pessimista sul futuro della sanità italiana e deluso per i mancati investimenti, da parte del Governo di centrosinistra, sulla tutela della non autosufficienza. ''Purtroppo - spiega Falconi - non vedo grandi miglioramenti, soprattutto per le fasce deboli della popolazione. Anche dal mio osservatorio di medico di famiglia vedo ogni giorno persone che stanno davvero male e hanno sempre più difficoltà a essere assistite. E il peggio è che sempre di più - continua Falconi - i pazienti si rassegnano all'idea di dover tirare fuori soldi di tasca loro, in misura progressivamente maggiore, per avere prestazioni in tempi ragionevolmente brevi. È ormai chiaro che la grande criticità del nostro sistema è la fragilità che, però, non trova soluzione in vaste aree del territorio''. A pesare sulla qualità dell'assistenza, inoltre, c'e' il fatto che la medicina sta diventando di giorno in giorno più difensiva, un fenomeno che assorbe risorse in quantità notevole e su cui Falconi sta lavorando per analizzarlo nel dettaglio e quantificare lo spreco legato alle prestazioni inutili - analisi, controlli, accertamenti - prescritte solo per coprirsi le spalle, ma che non sono appropriate. La sfida, secondo il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, è dunque ridare al sistema la capacità di assistere in modo adeguato i cittadini. Per farlo si deve partire, in primo luogo, dalla tutela dei più deboli, anche per assicurare alle famiglie un sostegno nel momento è necessario.