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Caro Prodi basta con le ambiguità

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Dai medici in sciopero contro il Governo una minaccia: non faremo sconti a nessuno

La Sanità pubblica incrocia le braccia. Niente interventi di elezione in sala operatoria né servizi di diagnostica. Per 24 ore scioperano 135.000 dirigenti medici e non medici del servizio sanitario nazionale contro il blocco del contratto scaduto nel 2005, ma anche, come ha chiarito il segretario dei medici Anaao Assomed, Carlo Lusenti, per la questione del  precariato medico, della libera professione intramuraria e la rivalutazione dell'indennità di esclusività di rapporto ferma al 2000. Stop alle operazioni e alle visite, dunque: solo l'emergenza e l'assistenza ai ricoverati saranno assicurate. Sospesi per tutto il giorno 45.000 interventi chirurgici e cinque milioni di prestazioni sanitarie, dalle analisi ambulatoriali agli esami diagnostici, fino ai controlli veterinari nei mercati di carne e pesce. Uno sciopero che il ministro della Salute Livia Turco ha detto di considerare “non come un rimprovero, perché tutti i provvedimenti li abbiamo adottati. La intendiamo - ha ribadito Lusenti - come un sollecito in vista della prossima legge finanziaria”. Il ministro ha confermato la sua “grande fiducia nei confronti dei medici italiani, è da un anno che lo ripeto. Risolveremo insieme i problemi. I tempi sono quelli della legge Finanziaria come sanno benissimo i medici”. Ma i sindacati riaffermano le loro ragioni: “Lo sciopero - afferma Giuseppe Garraffo, segretario generale della Cisl Medici – è l'unica risposta che per ora i medici possono e devono dare ad un Governo parolaio,  inadempiente ed ambiguo la Ministra Turco, se avesse fatto un decimo di quello che dichiara, non si troverebbe tutti i medici contro. Per il rinnovo del Contratto - aggiunge - aspettiamo da diciotto mesi l'inizio delle trattative, per la rivalorizzazione dell'esclusività, attendiamo da otto anni, dai tempi di Rosy Bindi". "Lo sciopero è necessario - gli fa eco Vincenzo Carpino, presidente dell'Aaroi, l'associazione degli anestesisti e rianimatori italiani - e andremo avanti perché abbiamo perduto la pazienza per le promesse non mantenute dalle istituzioni". Ammonisce Salvo Calì, segretario nazionale SMI: « Siamo i primi a scioperare ed in modo massicio. E non dimentichiamoci che pure i medici convenzionati sono nella nostra stessa situazione. Una parte importante del pubblico impiego, la sanità, è costretta a dover usare le maniere forti contro l’esecutivo guidato da Prodi. Eppure il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe essere un settore strategico per il Paese, una priorità per qualunque maggioranza. Ma ormai ci siamo abituati: in questi anni pur con governi di diverso colore politico, i medici (dirigenti e convenzionati) devono sempre lottare per il più elementare dei diritti, quello ad avere un contratto.  Negli ospedali conclude Calì - negli ambulatori degli specialisti, negli studi dei medici e dei pediatri di famiglia, nelle postazioni di guardia medica, nei pronto soccorsi e sulle autoambulanze, lavorano dei professionisti in una condizione costante di incertezza e di insoddisfazione.  Purtroppo, la cura della salute dei cittadini per grande parte della classe politica di questo paese si fa con i convegni e con le interviste sui giornali e le televisioni, anziché dialogando con chi opera in prima linea nel Servizio Sanitario Nazionale. Questa è la nostra risposta”. Durissima la Cgil. ''Dopo un anno di Governo Prodi le condizioni dei medici pubblici sono peggiorate – attacca Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici - così come per gran parte dei lavoratori di tutto il pubblico impiego.  Proprio il Governo dell'Unione che avrebbe dovuto garantire il diritto al contratto ed al lavoro nel pubblico impiego, ha fino ad oggi dimostrato una ambiguità non più accettabile. Parole e promesse tante, fatti pochi. Da un lato - spiega - le buste paga vengono decurtate dall'aumento delle tasse nazionali e locali, e dall'aumento delle aliquote per le pensioni, facendo pagare ai soliti noti il risanamento del paese.  Dall'altro lato ancora deve essere avviata la trattativa per il rinnovo del contratto scaduto da 16 mesi, e mancano le norme per consentire la  stabilizzazione di  dirigenti medici e veterinari precari''. Da Cozza arriva anche la denuncia del “deplorevole tentativo di lasciare scoperti gli organici, con lo sfruttamento dei medici specializzandi, che Governo e Regioni vorrebbero mettere di guardia negli ospedali pubblici. “Caro Governo Prodi - ammonisce il Segretario Nazionale della Cgil Medici - il contratto è un diritto anche per i medici pubblici, così come per tutto il pubblico impiego, e non un fattore opzionale legato alle risorse che il Ministro Padoa Schioppa decide di concedere. Oggi diciamo basta, i medici hanno già dato, adesso è il momento dei diritti, al contratto per 135.000 dirigenti del Ssn e per tutti i lavoratori del pubblico impiego, al lavoro per migliaia di precari, alla previdenza integrativa per i giovani medici e veterinari.  E - avverte l’esponente della Cgil - poiché si tratta di diritti esigibili solo con risorse adeguate, il nostro interlocutore principale è il Ministro dell'Economia, cioè proprio il grande assente all'incontro del 24 aprile con il ministro Turco, della quale abbiamo apprezzato l'impegno, e con i Ministeri della Funzione Pubblica, del Lavoro e con le Regioni”. Hanno aderito allo sciopero anche i sindacati dei medici di famiglia, dei medici di continuità assistenziale, dell’emergenza sanitaria e della dirigenza medica territoriale, dei pediatri di famiglia e degli specialisti ambulatoriali che denunciano i ritardi e le inadempienze negli accordi regionali e chiedono la riapertura delle trattative per l’area del convenzionamento.  È necessario, secondo gli interessati,  il rilancio di una prospettiva unitaria che punti ad ottenere, attraverso investimenti puntuali ed adeguati il potenziamento di entrambe le facce della medaglia del servizio sanitario: ospedale e territorio.  I sindacati denunciano  anche il mancato rinnovo puntuale di contratti e convenzioni scaduti ormai da anni e lamentano gravi ritardi nelle trattative per gli accordi decentrati in molte regioni. Sottolineano come i medici, tutti i medici, siano vittime di continue campagne di denigrazione e come l’attività di decine di migliaia di professionisti sia ormai ostaggio di innumerevoli, quanto inutili, burocratismi. Tutto a scapito del rapporto fiduciario con il paziente e quindi a danno dei servizi offerti ai cittadini. Armando Masucci segretario generale Federazione Medici Uil Fpl  aggiunge: “Il primo sciopero del Governo Prodi è dei Medici e Veterinari, tutori e determinanti della salute,diritto primario dei cittadini. Questo sia tenuto nella giusta considerazione! Contratti scaduti da 18 mesi - ricorda - ritardi e incertezze clamorose del governo,assenza pesante del Premier e del Dicastero dell'economia, incertezza normativa sulla libera professione, indennità di esclusività, Tfs, Precariato e Specializzandi sono solo i punti più eclatanti delle motivazioni dello sciopero. Non faremo sconti a nessuno - conclude Masucci - Nonostante denigratorie campagne di stampa strumentalizzate, i cittadini sono con noi per ridare sicurezza e dignità al nostro sistema sanitaria che fino a poco fa era considerato tra i migliori in assoluto. Sarà Lotta dura!”.

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