Una valanga di firme
In pieno svolgimento la raccolta delle firme alla proposta di legge di iniziativa popolare del Cup
Sulla Gazzetta Ufficiale n° 68 del 22 marzo 2007 la Corte Suprema di Cassazione ha pubblicato il Comunicato “Annuncio di una proposta di legge di iniziativa popolare”, relativo alla “Riforma dell’ordinamento delle professioni intellettuali”, proposta dal Cup, il Comitato Unitario delle Professioni. Si tratta di una precisa proposta di legge di iniziativa popolare allo scopo di dimostrare la volontà dei professionisti italiani di essere pronti ed aperti ad una riforma delle professioni nel rispetto dei principi dettati dalla Ue, di una equilibrata concorrenza e corretta liberalizzazione, della sussidiarietà, della tutela degli interessi dei Cittadini, delle peculiarità di ciascuna delle professioni intellettuali già esistenti, della netta distinzione tra attività professionale e attività imprenditoriale, della libertà di esercizio delle professioni intellettuali, della garanzia del rapporto fiduciario professionista/cliente-consumatore, della reintroduzione dei minimi tariffari inderogabili per le procedure ad evidenza pubblica, della eliminazione del patto di quota lite, della conservazione di tutte le attuali professioni regolamentate, della conservazione degli attuali Ordini e Collegi fatti salvi spontanee razionalizzazioni ed accorpamenti, della regolamentazione delle strutture societarie nel rispetto degli ordinamenti di ciascuna professione, del riconoscimento delle sole professioni tra quelle non regolamentate le cui attività non coincidano con le attività esercitate dalla professioni oggi regolamentate. Le professioni intellettuali italiane vivono in questo momento gravissime preoccupazioni per le incertezze che gravano sul loro futuro derivanti da un processo di riforma delle professioni avviato dal Governo che ha dato vita a un disegno di legge di riforma delle professioni intellettuali ritenuto sotto vari motivi penalizzante per la categoria. Il primo profilo riguarda i contenuti del d.l. Bersani caratterizzato dalla parzialità dell’iniziativa, poiché la riforma non ha tenuto conto della complessità e delle esperienze giuridiche della materia delle professioni - avente per oggetto ben 28 professioni intellettuali - storicamente maturate e formate in oltre 100 anni di legislazione, regolamentazione ed elaborazione. Infatti essa non contiene alcuna coerente revisione organica e sistematica del quadro professionale, ma si limita alla definizione di poche disposizioni che riassumono sommariamente soltanto alcuni aspetti dell’attività professionale, quali le tariffe vigenti, derogabili nei minimi anche per le procedure di evidenza pubblica, la c.d. “liberalizzazione” della pubblicità ed alcuni indirizzi in materia associativa. Questa manovra legislativa, si ripete, non concertata, parziale e disorganica, ha cagionato e sta cagionando squilibri, oltre che nei professionisti e nella P.A., negli stessi utenti, improvvisamente privati dei necessari riferimenti legislativi atti a rendere sicuro, trasparente e garantito il delicato e fiduciario rapporto professionista e cliente/consumatore, pubblico o privato che sia. Il secondo profilo riguarda il d.d.l. del Governo sulla riforma delle professioni, in sostanza un disegno di legge-delega, inadatto a ridisegnare nella sua interezza ed in maniera organica la complessa materia, della quale individua, in soli nove articoli, e quindi molto succintamente e con scarsa chiarezza, solo alcuni aspetti della materia stessa. Si conferisce così di fatto al Governo la potestà di legiferare mediante decreti legislativi, in assenza di una prioritaria definizione di “professione intellettuale” e di una chiara delimitazione e distinzione tra “attività professionale” e “attività imprenditoriale”, sui seguenti aspetti:
-
riconoscimento delle
professioni intellettuali; - soppressione e accorpamento di Ordini e Collegi e
loro riorganizzazione in semplici associazioni;
-
revisione delle
“attività riservate”;
-
introduzione pressoché
indiscriminata di società di capitali e di soci di capitali non professionisti;
-
conferma della derogabilità
delle tariffe minime anche per le procedure ad evidenza pubblica e del
principio di patto di quota-lite;
-
assenza di chiari
principi relativi ad una netta distinzione tra le attuali professioni
regolamentate, organizzate in Ordini e Collegi, e le cosiddette professioni
emergenti, da organizzare in Associazioni, e la mancanza di specifica
previsione sulla non sovrapponibilità delle relative attività professionali.
All’uopo si comunica
che è stato già attivato dal Cup un Centro di coordinamento nazionale e
relativo call-center, c/o il Consiglio Nazionale dei Geologi, ai numeri
06/6893808 – 6874741 – 6878805, attivo tutti i giorni feriali dalle ore 9.00
alle ore 16.00, a cui riferirsi per ogni utile informazione ed anche per
conferire i dati relativi all’andamento della
iniziativa; a detto Centro di coordinamento, che vi contatterà nei prossimi
giorni, vorrete cortesemente fornire i nominativi dei referenti locali che vi
preghiamo di individuare rapidamente per avviare la raccolta delle firme e le
altre iniziative collaterali.
Manuale operativo
per la raccolta delle firme
Elenco delle Corti di Appello
e relative competenze territoriali