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Non siamo fannulloni e imbroglioni

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I medici contro Pietro Inchio

I medici non ci stanno e reagiscono a brutto muso alle accuse di Pietro Ichino che dalle colonne del Corriere della Sera ha denunciato l’inerzia dei camici bianchi di fronte ai milioni di giornate di malattia di nullafacenti sani come pesci, certificate da medici irresponsabili. In moltissimi casi – ha scritto ancora il giuslavorista - la mala fede del medico è evidentissima. Uno di questi, il più clamoroso per dimensioni, è quello degli 800 certificati di un giorno di malattia rilasciati a Fiumicino il 2 giugno 2003 ad altrettanti assistenti di volo dell' Alitalia, che intendevano così bloccare i voli senza preavviso, nel corso di una vertenza sindacale. E l'Ordine non mosse un dito”. “Conosciamo la fama e le idee innovative del giuslavorista Pietro Ichino - ha replicato il Presidente Nazionale Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), Piergiuseppe Conti - non ammettiamo però che il solito gioco al massacro preveda uno e un solo capro espiatorio, ovvero il medico. Ora basta!. La soluzione è già sui tavoli del Governo attuale e dei precedenti - precisa Conti - ed è una soluzione proposta da SNAMI fin dai tempi del nostro Presidente Onorario Roberto Anzalone per stabilire regole certe per le certificazioni di malattia, ovvero la responsabilizzazione del lavoratore nella sua autocertificazione di malattia fino a tre giorni. Questo avviene in tutti i paesi europei, dove si va dal medico dal quarto giorno di indisposizione in poi. Le accuse infondate di malafede e irresponsabilità - continua il Presidente SNAMI - devono poi essere provate con i fatti, perchè gettano discredito sui medici già incolpati spesso fuori luogo di sempre maggiori misfatti e con scarsissima possibilità di appello mediatico. E non solo: Ichino - prosegue Conti - attacca a tutto campo anche gli Ordini dei Medici, evidentemente nel quadro di un movimento che vorrebbe portare al loro completo svuotamento istituzionale instillando il dubbio se essi siano davvero posti a garanzia dell'interesse della collettività o non agiscano di fatto come una sorta di sindacato nazionale obbligatorio di categoria. Ma ne ha anche per i Magistrati che non brillano per reattività di fronte al fenomeno. Rivolgo un invito a Ichino - conclude il Presidente Snami - a incontrarmi in modo da chiarire le posizioni dei medici SNAMI che rappresento, perchè è ora di finirla di gettare fango sulla categoria dei sanitari che sono diventati il bersaglio di chicchessia”. Anche per il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Melillo “i primi tre giorni di malattia dovrebbero essere auto-certificati, e si dovrebbe creare un rapporto di fiducia tra medico e paziente”. Secondo Melillo - quando si parla di mal di testa o di dolori mestruali è difficile effettuare un controllo nell'immediato, si rischia - afferma - di andare contro la dignità delle persone. Nella mia esperienza - aggiunge - noto invece una crescente difficoltà dei lavoratori ad avere permessi di malattia e vanno a lavorare anche con la febbre. Il controllo dei certificati spetta all'Inps o alle Usl, - spiega Melillo - l'Ordine può intervenire quando un ente denuncia un comportamento scorretto, ma non ha potere d'indagine”.
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