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Specializzandi in rivolta

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Da oggi i 20.000 medici specializzandi si asterranno dalle attività assistenziali per tre giorni.

 “Adotta uno specializzando. Costa poco, non si riproduce, non si ammala. Non te ne pentirai”. È questa una delle scritte che campeggia a piazza Montecitorio, di fronte alla Camera dei Deputati, dove gli specializzandi da tutta Italia da questa mattina stanno manifestando per chiedere l'attenzione del governo sul loro contratto e bando, che mancano da mesi. “Una situazione paradossale - spiega Martina Di Simplici, presidente di Federspecializzandi - che ci sta complicando la vita non poco. Basti pensare che per questo vuoto legislativo,  l'ente di previdenza Enpam non paga più la maternità mentre le Università stanno bloccando le borse di studio.  L'ultimo contatto ufficiale con il Miur - continua Di Simplici - lo abbiamo avuto lo scorso luglio. Nel frattempo in questi mesi ci hanno dato spiegazioni sempre diverse sul perché di questo ritardo nel preparare lo schema di contratto, dicendoci che il documento giaceva presso un ministero o un altro. L'ultima notizia è che dovrebbe essere esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni alla sua prossima riunione, dove in realtà non è stato calendarizzato”. Per tre giorni, dunque, dal 2 fino al 4 aprile niente turni in Ospedale. Gli specializzandi in medicina, manodopera qualificata a basso prezzo che in pratica tengono in piedi per un pezzo di pane gli Ospedali universitari sollevando gli strutturati dai compiti più rognosi non ci stanno. Per il contratto e per il  bando di concorso per l'ammissione alle scuole hanno deciso di incrociare le braccia. Una protesta che si pensa possa creare disagi soprattutto nei Policlinici Universitari dove è forte la loro presenza anche in corsia.  Dopo il tanto atteso finanziamento della legge 368/99 avvenuto con la Finanziaria 2006, lo scorso 8 marzo il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha firmato il primo decreto che stabilisce il nuovo trattamento economico a copertura del contratto di formazione specialistica dei medici specializzandi. Questa misura non ha sbloccato e non sblocca la situazione che gli specializzandi giudicano ''di confusione e vuoto legislativo che perdura ormai dall'autunno scorso nei policlinici universitari,  situazione che cambierà solo in presenza dello schema tipo di contratto, ancora bloccato nelle maglie della burocrazia e delle discussioni tra diversi ministeri''.  I medici denunciano la mancanza di tutele per la categoria che in molti reparti ospedalieri rappresenta una importante risorsa per potere assistere i malati: non c'è assegno di maternità, niente stipendio se ci si ammala, turni di guardia notturni senza tutor e ''magari allo stesso tempo si vede negato l'accesso a una sala operatoria dove imparare davvero''.  Federspecializzandi conferma i tre giorni di astensione dalle attività assistenziali e la manifestazione nazionale dei medici specializzandi e dei medici neolaureati indetta con la scorsa assemblea nazionale, dopo la prima giornata di mobilitazione nazionale per chiedere ancora una volta al Ministro dell'Università Mussi, al Ministro della Salute Livia Turco e al Presidente del Consiglio Romano Prodi l'uscita immediata del Decreto con lo schema tipo di contratto che applica il contratto di formazione specialistica; l'emanazione di un regolamento attuativo della legge sui diritti formativi e responsabilità assistenziali; l'uscita immediata del Bando di Concorso per l'ammissione alle scuole di specializzazione e il ritorno a una tempistica regolare nei bandi di concorso. La protesta ha trovato il sostegno si fatto di tutte le sigle sindacali mediche.  ''Il contratto è un diritto per tutti i medici - ha spiegato Massimo Cozza della  leader della Cgil-medici - e in primo luogo per gli specializzandi che lo aspettano da oltre 7 anni, senza tutele in caso di malattia e di maternità, e troppo spesso costretti a svolgere turni di guardia da soli senza reale tutoraggio. Inoltre i medici abilitati non possono e non devono rimanere parcheggiati per mesi e mesi, in attesa che il bando per l'ammissione alle scuole di specializzazione veda la luce, senza alcuna certezza''. In una nota, Michele Russo – Responsabile Specializzandi Uil-Fpl Medici e Armando Masucci – Segretario Nazionale Uil-Fpl Medici sottolineano che “da troppi anni l'Italia disattende le Direttive Comunitarie che impongono agli Stati Membri dell'Unione Europea di garantire un'adeguata remunerazione per l'attività dei medici specializzandi e, soprattutto, standard formativi che purtroppo rappresentano pura utopia per i medici in formazione specialistica italiani.  L'attività che i giovani colleghi svolgono per oltre 50 ore settimanali in tutte le corsie, sale operatorie, terapie intensive, pronto soccorso e laboratori dei policlinici universitari d'Italia è tuttora retribuita con un corrispettivo indegno di un Paese civile: una borsa di studio di 900 euro lordi mensili, importo invariato dal 1992! Non hanno diritto alla tutela del periodo di maternità e di malattia, pagano di tasca propria l'assicurazione professionale. Vale la pena di ricordare che, secondo il miglior costume italiano, gli specializzandi vengono considerati semplici studenti dallo Stato e dalle Università - a cui versano cospicue rette annuali - mentre dai giudici dei Tribunali Penali e Civili vengono indagati come medici a pieno titolo. È sempre vivo il ricordo degli interventi in Parlamento di quei politici che, dai banchi dell'opposizione, accusavano il Governo Berlusconi del mancato finanziamento della legge - il D.Lgs. 368/99 - che stabilisce la stipula dei contratti di formazione specialistica. Gli specializzandi hanno impiegato ben quattro anni, con continui scioperi e manifestazioni, per ottenere con la Legge Finanziaria 2006 lo stanziamento dei fondi necessari. Ciononostante, a distanza di oltre un anno dal tanto agognato traguardo, oggi vedono negati i propri sacrosanti diritti anche dal Governo Prodi. Ci saremmo aspettati – concludono - un trattamento diverso per questi giovani colleghi da parte di chi - Ministri e Sottosegretari dei Dicasteri di Salute, Università ed Economia – prima dimostrava passione ed impegno e adesso invece si rende responsabile di un ulteriore ingiustificabile ed incomprensibile ritardo''.  Pronta la precisazione di Domenico Di Virgilio, capogruppo FI in commissione Affari Sociali della Camera, ex sottosegretario alla Salute del governo Berlusconi ter, e responsabile Sanità azzurro. "Il fatto è ancor più grave soprattutto perché tutti i risvolti normativi ed economici per lo schema di contratto tipo - prosegue Di Virgilio - sono stati già previsti attraverso il recepimento della legge 368/1999 e la copertura economica stanziata dalla finanziaria del 2006 dal Governo Berlusconi, quando ero sottosegretario alla Salute. È inconcepibile che, nonostante gli accorati appelli delle associazioni maggiormente rappresentative dei medici specializzandi e le mie continue richieste di chiarimento e di giustificazione al ministro della Salute, Turco, e ai sottosegretari competenti, i contratti non sono ancora effettivi e il tergiversare continuo rischia di mandare tutto all'aria. Questi professionisti non chiedono carità e privilegi - conclude Di Virgilio - ma un giusto riconoscimento dei loro diritti di lavoratori”. I giovani medici intanto incassano il sostegno della classe medica. "Ancora una volta colpisce il disinteresse dei ministeri interessati e delle Regioni nei confronti di un patrimonio professionale messo a disposizione totale di una altra istituzione in barba a logica e leggi - tuona Anaao Assomed, una delle principali sigle della dirigenza medica - Diventa sempre più evidente che l'attuale sistema formativo medico post-lauream, che di fatto esclude le competenze e le prerogative del Servizio Sanitario, necessita di un profondo ripensamento. Lo sciopero nazionale indetto per il 4 maggio dai Dirigenti del Ssn - sottolinea il sindacato - sarà anche per questi motivi e questi colleghi". Anche il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) sostiene la protesta dei medici specializzandi che oggi a Roma manifestano davanti a Montecitorio. "L'astensione dal lavoro per tre giorni da parte dei medici specializzandi – afferma in una nota Piergiuseppe Conti, presidente del sindacato - creerà sicuramente dei disagi, ma i medici hanno questa unica, dura forma di protesta per sollecitare rinnovi contrattuali". Dal mondo politico, in difesa delle ragioni dei medici si levano invece le voci di Chiara Moroni, vice presidente dei parlamentari di Forza Italia e responsabile nazionale del dipartimento farmaceutica del partito, e da Ferdinando Latteri, responsabile Università della Margherita. Entrambi chiedono di riconoscere agli specializzandi le tutele che meritano.

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