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L'Antitrust boccia Mastella mentre il Cnel si divide nel giudizio

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di Luigi Berliri

Il ddl delega del governo sulla riforma delle professioni è un progetto "innovativo" ma contiene anche delle "ombre", in tema di pubblicità e di etica professionale, poiché è assente una definizione di "interesse generale" e non si prevede la possibilità per tutte le associazioni di rilasciare attestati particolari. A parlare è il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, davanti alle commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera. Il Cnel, da parte sua si è presentato a Montecitorio con due documenti separati, uno 'condiviso a larga maggioranza', sostanzialmente favorevole al riordinamento del settore, ed uno 'alternativo' rappresentativo invece di una minoranza composta da professionisti contrari alla riforma. Il primo testo, ha spiegato Marzano, 'ha registrato la convergenza di tutte le organizzazioni rappresentate nel Consiglio, ad eccezione del gruppo di libere professioni', costituito tra gli altri dai consiglieri Roberto Orlandi e Ernesto Landi. In generale Marzano ha comunque auspicato 'che nell'attuazione della legge si traduca in una partecipazione del Cnel al procedimento amministrativo di iscrizione delle associazioni, in particolar modo nella sua fase istruttoria'. Per Catricalà il ddl "è sicuramente un intervento per molti aspetti innovativo”. Il presidente dell'Antitrust ha però aggiunto che "vi sono tuttavia alcune ombre". L'Antitrust invita a definire cosa si intenda con 'interesse generale': "sulla riorganizzazione delle attività riservate, vista la distinzione tra professioni intellettuali di interesse generale, che giustificherebbero le restrizioni all`accesso e le riserve di attività, e professioni intellettuali tout court si dovrebbe individuare e chiarire che cosa si intende per interesse generale". In altri termini, prosegue l'Antitrust, "il legislatore delegante dovrebbe indicare puntuali criteri per l`individuazione delle professioni il cui esercizio riguarda interessi di carattere generale, al fine di giustificare la presenza di riserve solo nei casi in cui il servizio professionale, se mal erogato, si presta ad incidere negativamente su detti interessi generali. In tal modo si eviterebbe che in sede di delega vengano fatte rientrare nella nozione di professione di interesse generale un numero eccessivo di professioni". Stessa riflessione anche per le disposizioni che prevedono la costituzione di sezioni degli ordini, albi o professioni e che "necessitano di un chiarimento, in quanto possono essere strumenti utilizzati per creare attività riservate a favore dei rispettivi iscritti e, quindi, sottratte alla concorrenza". In tema di associazioni, "sarebbe auspicabile un ripensamento sul punto che permetta a tutte le associazioni di professionisti e non solo a quelle riconosciute ai sensi di tale disposizione di rilasciare attestazioni particolari". In tema di pubblicità, il disegno di legge in esame prevede che i decreti legislativi consentano la diffusione della pubblicità informativa: "poich‚ il decreto Bersani ha abrogato tutte le norme regolamentari, deontologiche e pattizie che vietano la pubblicità informativa, tale previsione rischia - sottolinea l'Antitrust - di essere un passo indietro, invece che in avanti, circa la liberalizzazione di tale aspetto". Appare poi "auspicabile eliminare il riferimento alla 'trasparenza' e 'veridicità' cui dovrebbe essere improntata la pubblicità dei professionisti , sia per la ridondanza di tale disposizione a fronte di una disciplina oramai consolidata in materia di pubblicità ingannevole e sia perché‚ essa potrebbe fare erroneamente ritenere agli ordini di potere o dovere controllare, addirittura in via preventiva, la pubblicità degli iscritti sotto i due profili della trasparenza e della veridicità (come molto ordini hanno già previsto). Infine, sull'etica professionale: si osserva che con riguardo ai poteri disciplinari si richiama la nozione di 'credibilità' e 'decoro' e con riferimento alla disciplina dei codici deontologici si afferma che essi devono 'garantire la credibilità della professione' . "Sarebbe opportuno - conclude Catricalà - che la legge individuasse un contenuto minimo di tali due concetti indeterminati, al fine di delimitarne l`ambito di applicazione e di non permetterne un uso improprio teso a reintrodurre limitazioni ai comportamenti concorrenziali. Contenuto che deve essere relativo ai principi dell`etica professionale". Tra gli aspetti innovativi, Catricalà promuove il richiamo ai principi di concorrenza e alla previsione al parere dell`Autorità sui decreti delegati, il compito degli ordini di vigilare sul rispetto della concorrenza, la previsione massima del tirocinio obbligatorio solo per le professioni di interesse generale (12 mesi); la prescrizione che nelle commissioni giudicatrici dell`esame di abilitazione i rappresentanti dell`ordine non siano presenti in posizione maggioritaria e garantiscano forme di indipendenza degli organismi che esercitano il potere disciplinare.
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