Gli avvocati ancora in piazza il 28 luglio
Luigi Berliri
Si inaspriscono i toni della protesta dell'avvocatura contro
il decreto Bersani sulla competitività,
nella parte riguardante la professione forense. Il 28 luglio, a Roma,è prevista
un'altra manifestazione a cui aderiranno tutti gli ordini professionali. Ad
annunciare la nuova iniziativa di protesta, ventilata lo scorso 21 luglio nel
corso della manifestazione nazionale indetta contro il decreto sulla competitività,
è il presidente degli Ordini forensi europei (Fbe) e della Cassa Forense
Maurizio De Tilla. “'Gli avvocati sono messi sotto accusa per colpa di una
normativa sconcia e indecorosa. Ma l'avvocatura -assicura De Tilla- è pronta a
una lotta durissima, fatta di varie
forme di protesta e mobilitazioni di portata nazionale”. Così, prima della fine dello sciopero iniziato lo
scorso 10 luglio, arriva l'annuncio di una nuova mobilitazione per venerdì prossimo, che coinvolgerà tutti gli Ordini
professionali e che probabilmente avrà
come sede i locali del cinema Adriano a piazza Cavour. “Lo stato di agitazione
non si fermerà - ha aggiunto il presidente della Cassa Forense - la nostra
astensione, prevista fino a domani, continuerà con la mobilitazione del 28
luglio e dopo la tregua estiva, riprenderà il 18 settembre”. Inoltre, per
questa settimana è previsto il
cosiddetto “sciopero bianco”: gli avvocati, per sottolineare la mancanza di risorse
nel settore della giustizia, si rifiuteranno di stilare i verbali di udienza,
di fornire materiale di cancelleria e di garantire il servizio fotocopie. “La
protesta - ha precisato De Tilla - si allargherà a macchia d'olio e riguarderà anche altri protagonisti del mondo della giustizia, tra cui i giudici di pace e i difensori d'ufficio, per dimostrare che siamo di fronte a un gioco da Terzo mondo”. Un braccio di ferro, tra avvocati e Governo, che va avanti dallo
scorso 10 luglio, quando era iniziato il pacchetto di scioperi che doveva
durare dodici giorni e finire il 21 con una manifestazione nazionale
organizzata a Roma contro il decreto Bersani. Ma quello che doveva essere
l'ultimo giorno di protesta è stato invece l'inizio di una lotta acerrima
destinata ad accompagnare gli avvocati anche sotto l'ombrellone in previsione
dell'autunno caldo. La giornata di venerdì scorso, iniziata con il raduno di
oltre un migliaio di avvocati e altri professionisti nei locali del cinema Adriano a piazza Cavour, ha visto i
rappresentanti dell'avvocatura, seguiti
da una lunga fila di manifestanti, recarsi in corteo a Palazzo Chigi per
ottenere un colloquio con i rappresentanti del Governo. Un tentativo che però è
fallito, spingendo l'assemblea nazionale dell'avvocatura a decidere di
prorogare lo sciopero fino alla giornata di domani. “Il Governo non ha trovato
il tempo per riceverci, e neppure è arrivato alcun segnale concreto per
l'apertura di un confronto. Siamo costretti a proseguire nella nostra azione -
aveva spiegato al termine della manifestazione di venerdì scorso il presidente
dell'Organismo unitario dell'Avvocatura Michelina Grillo - evidentemente
panettieri e tassisti contano molto più degli avvocati. Ma noi siamo convinti
che alla fine riusciremo a far cambiare idea al governo”. E oggi, a un giorno
dalla scadenza dello sciopero durato due settimane, il presidente dell'Oua ha
lanciato un nuovo appello ai senatori a vita a non votare la fiducia, se sarà
posta dal governo, sul decreto Bersani. In una lettera l'Oua, nell'imminenza
della discussione in aula del decreto, chiede ai senatori di astenersi dal
votare il controverso decreto Bersani. Secondo
De Tilla, il decreto nella parte “che riguarda le professioni è incostituzionale, perché mancano i requisiti di urgenza che imporrebbero un rapido riordino della materia, e che va anche contro precise indicazioni del Parlamento Europeo, secondo cui le norme sulla libera concorrenza non possono applicarsi alle professioni legali”. Così il presidente della Cassa Forense ha tentato di riassumere i punti salienti alla base della dura protesta dell'avvocatura. Non ha dubbi De Tilla che “la parte relativa alle professioni del decreto Bersani sulla libera concorrenza va stralciata interamente e va aperto un tavolo ad hoc con il ministro della Giustizia Clemente Mastella”. Del resto, il presidente della Cassa Forense sa di non essere solo nella battaglia contro il decreto sulla competitività. “Vogliono cancellarci - ha detto De Tilla - ma noi non glielo permetteremo. Schierati con noi ci sono anche tutti i 19 presidenti delle casse associate all'Adepp, l'associazione delle casse professionali privatizzate e i rappresentanti di tutti gli ordini professionali chiamati in causa dal decreto”. In prima linea tra le fila dell'avvocatura c'è l'Aiga, l'associazione italiana giovani avvocati
guidata da Valter Militi. È proprio in difesa delle giovani leve che l'Aiga sta
conducendo la sua battaglia contro il
decreto Bersani, e in favore di un effettivo processo riformatore che investa la categoria. Militi, definendo
il dl Bersani un “decreto mostre che accomuna gioco d'azzardo, panetterie, licenze taxi e tariffe forensi”
ritiene infatti che l'unica soluzione
sensata è quella di ''escludere la professione forense dall'ambito di operatività della riforma”.