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Gli avvocati in prima fila per la riforma della professione

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L’Oua presenta i suoi emendamenti al disegno di legge Calvi

«I cassetti delle forze politiche di questo Paese sono pieni di proposte degli avvocati che sono rimaste senza alcuna risposta. L’Avvocatura, prima ed unica tra le professioni, ha realizzato al suo interno, oramai da oltre 12 anni, un sistema che attua la massima democraticità possibile, consentendo ad ogni iscritto la partecipazione alla formazione della volontà della categoria mediante la partecipazione alla elezione dei delegati al Congresso, assemblea generale dell’avvocatura. Tale elezione non è soggetta ad alcun vincolo, sia per quanto riguarda l’elettorato attivo che quello passivo. Obiettivo questo che l’attuale maggioranza si è prefissa di conseguire, nel procedere al riassetto degli ordinamenti professionali, per il raggiungimento di un grado più elevato di democraticità del sistema, favorendo particolarmente le fasce giovanili».  Questa la dichiarazione di Michelina Grillo, presidente dell’Oua, commentando un documento della giunta dell’Organismo Unitario che raccoglie gli emendamenti al progetto di legge del senatore Calvi. «L’Avvocatura italiana – ha continuato Grillo -  invoca da sempre riforme radicali che modernizzino il settore, che restituiscano alla giustizia efficienza, ai cittadini diritti, ai professionisti il ruolo che gli è stato “scippato”. Le caricaturali descrizioni di una categoria che respinge corporativamente le sfide della competitività le rispediamo al mittente.  Ciò che chiediamo ancora una volta è che si avvii un confronto per arrivare ad un organico ed equilibrato riassetto dell’intero settore delle professioni, perché condividiamo il percorso di unità interprofessionale che ha caratterizzato l’agire dei Professionisti italiani negli ultimi anni. Il movimento interprofessionale, infatti, ha saputo compiere un salto di qualità ed evidenziare l’importanza delle professioni nella società della conoscenza ed il loro apporto insostituibile, anche in termini di prodotto interno lordo, nel tessuto socio-economico del paese. D’altro canto, però, vi è la oggettiva necessità  che la specificità della funzione difensiva, di rango costituzionale, sottolineata anche a livello comunitario, sia in ogni caso salvaguardata, consentendo, anche nell’ipotesi di riassetto complessivo del settore, il pieno riconoscimento delle peculiarità e della rilevanza costituzionale della professione forense. Il percorso di riforma dell’intero settore professionale, che di ciò dovrebbe tenere conto, però, non sembra andare in questa direzione come dimostra l’ultimo testo di provenienza governativa. Ci troviamo di fronte all’agire ondivago delle forze politiche, che da un lato si mostrano incline a proseguire il percorso di riforma complessiva dell’intero settore professionale, escludendo espressamente anche la sola possibilità di un percorso di riassetto autonomo dell’ordinamento professionale forense, dall’altro lusingano e blandiscono l’Avvocatura con la prospettiva di una riforma autonoma ed in tempi brevi della sola professione forense.  L’Organismo Unitario – ha concluso la presidente dell’Oua - è costretto a concentrare la propria attenzione su entrambi i percorsi possibili, pur comportando ciò una negativa dispersione di tempi e di energie. Il documento (in allegato)   che abbiamo presentato, contiene alcuni emendamenti al testo della proposta di legge Calvi, ed è frutto della necessità di rendere tale testo conforme alle linee guida approvate in una apposita mozione (all’unanimità) dal Congresso Forense. È il nostro ulteriore contributo per modernizzare la professione di avvocato, recependo spunti di innovazione qualificanti, ma nel rispetto dei principi imprescindibili, che debbono continuare a rappresentare quella linea Maginot che l’Avvocatura non intende sia oltrepassata, non già per sterile e conservatrice volontà corporativa, bensì per garantire efficace tutela dei diritti dei cittadini e pieno rispetto dei valori costituzionali».

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