Reinterpretare i commi della Finanziaria sulla contribuzione dei liberi professionisti
La proposta della Lapet in una lettera al ministro del Lavoro
I liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps e non assicurati in altre casse di previdenza obbligatoria, devono essere esclusi dall’aumento della contribuzione stabilito dalla Legge Finanziaria 2007. Lo richiede il presidente della Lapet, Roberto Falcone, in virtù dei criteri che ispirano i commi 770, 772 e 778 del dispositivo di legge. Criteri che rientrano a pieno titolo nell’impegno dichiarato dal governo di porre fine alla precarietà occupazionale, sino ad oggi “legittimata” da posizioni di parasubordinazione che mascherano rapporti di vera e propria dipendenza, e che privano di fatto i lavoratori delle garanzie offerte dal contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato. In quest’ottica, infatti, la Finanziaria 2007, innalza al 23,50 per cento i livelli di contribuzione alla Gestione separata accorciando le distanze tra i collaboratori parasubordinati e quelli subordinati. Ma non senza evidenti “storture” che così come sono tradiscono i principi ispiratori di questo capitolo della manovra finanziaria e creano discriminazioni ingiustificate nei confronti di alcune categorie di professionisti, di fatto sottoposte all’aumento della contribuzione (come stabilito esattamente nel comma 770), ma escluse da benefici e agevolazioni (previsti nei successivi commi 772 e 778). Ed è partendo infatti da tale presupposto che il presidente dell’associazione nazionale dei tributaristi indirizza un atto d’interpello al ministro del Lavoro e della previdenza sociale Cesare Damiano, (leggi la lettera) chiedendo l’esatta portata della citata disposizione. La Lapet prospetta comunque due soluzioni: o l’emanazione di una circolare interpretativa, che chiarisca bene e meglio nello specifico quali sono le categorie interessate all’aumento delle aliquote, per ciascuna delle quali dovranno valere indistintamente i benefici, adeguando così ai precetti costituzionali i commi 772 e 778; oppure l’interpretazione del comma 770 in senso restrittivo, e dunque escludendo i professionisti autonomi dall’elenco delle categorie soggette all’aumento della contribuzione. “Sarà in questo modo possibile porre fine ad un’ingiustificata discriminazione sul mercato – commenta Falcone – e ad una concorrenza sleale tra professionisti, in quanto, secondo una simile previsione, i soggetti iscritti alle casse private potranno offrire prestazioni con compensi più bassi. Inoltre – conclude il presidente dei tributaristi – si eviterà il ricorso alla Magistratura ordinaria per far valere l’illegittimità costituzionale”.