Dl Bersani: continua il muro contro muro tra Governo e avvocati.
di Luigi Berliri
Test dell'Aula da oggi al Senato per la manovra-bis con i pacchetti antievasione di Visco e le liberalizzazioni di Bersani. È quasi scontato che il governo porrà la fiducia sulla quale si è espresso favorevolmente lo stesso ministro per lo Sviluppo economico. Ma, come ha detto lo stesso Bersani, non sono esclusi ulteriori aggiustamenti. Restano infatti sul piede di guerra alcune categorie interessate dal decreto: i più agitati sono farmacisti, avvocati e panificatori. E anche nello schieramento nell’Unione non mancano i mal di pancia. È il caso del presidente del Piemonte Mercedes Bresso che si dice stupita della reazione del ministro di fronte alle proteste dei tassisti: “È preoccupante vedere i tassisti cantare vittoria. Nel governo c'è il rischio che si dia retta a chi grida più” forte. Si tirano intanto le somme della manifestazione degli avvocati di venerdì scorso. Innanzitutto la decisione di proseguire fino a domani lo ssciopero dopo che il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, si è rifiutato di ricevere i vertici della categoria. La delegazione dei manifestanti ha quindi chiesto alla presidenza del Consiglio di essere ricevuta al più presto. Ma il confronto con l'esecutivo – ha sottolineato Michelina Grillo, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua) – “non sappiamo se e quando ci sarà. Siamo molto delusi - ha aggiunto - perché altre categorie che hanno sollevato proteste contro il decreto Bersani hanno ricevuto ben altro trattamento". Il riferimento è ai tassisti, unica categoria che al momento ha ottenuto un accordo con l'esecutivo, mentre tutte le altre hanno visto la commissione Bilancio del Senato approvare ieri tutti gli articoli del decreto, modificati dagli emendamenti del governo. Il corteo verso Palazzo Chigi è cominciato spontaneamente nella tarda mattinata dopo che circa mille avvocati si erano radunati a Piazza Cavour, all'interno del cinema Adriano, per organizzare le nuove iniziative di protesta. Ma cosa rivendicano i professionisti scesi oggi in piazza? "Molte sono le norme che non vanno bene – sostengono gli avvocati -. In primo luogo quella che riguarda le spese della giustizia. Il decreto Bersani taglia infatti 350 milioni di euro in tre anni, mettendo a rischio la stessa celebrazione dei processi. In secondo luogo, viene eliminata la possibilità di pagamento negli uffici postali non solo dei compensi per la magistratura onoraria, ma anche dei compensi per le difese d'ufficio, soprattutto per il patrocinio dei non abbienti, quindi a danno di quei cittadini che devono essere tutelati. Per quello che riguarda le professioni - reclamano ancora - c'è un'ingerenza indebita, perché la disciplina delle professioni non può essere dettata per spot, ma in un complesso organico di una legge di riforma e le norme che sono state spacciate per favorevoli al cittadino in realtà lo penalizzano". Durante il sit in davanti a Palazzo Chigi, un cordone di poliziotti ha avuto disposizione di allontanare dal portone gli avvocati che stazionavano a Piazza Colonna, mentre era in corso il Consiglio dei ministri. E se da una parte c'era Alfredo Biondi, presidente dell'Associazione liberi professionisti e responsabile del dipartimento professioni di Forza Italia, che considera "indecente il comportamento del governo che ha trattato migliaia di professionisti come se fossero dei criminali facendo usare le maniere forti alla polizia che ha tentato di impedire una pacifica manifestazione", dall'altra, invece, il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha sostenuto che "un confronto costruttivo fra le diverse posizioni potrà sortire migliori effetti se si riuscirà a instaurare un clima meno conflittuale, nell'interesse delle singole categorie e della collettività". Mastella ha assicurato di essere al lavoro "per varare al più presto un disegno di legge quadro", come del resto chiedono tutti gli ordini professionali, "che tenga conto anche delle esigenze prospettate dalle singole categorie". Per far questo - ha fatto sapere il ministro - "su mio incarico il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Scotti, con delega a seguire le libere professioni, si è recato alla manifestazione organizzata dagli avvocati sul decreto Bersani per raccogliere e ascoltare le loro osservazioni. Da subito - ha aggiunto Mastella – ho predisposto una serie di audizioni che continueranno nei giorni a venire, senza mai chiudere le possibilità di dialogo". Ma i tempi per sbloccare la situazione si prospettano ancora lunghi. Tanto che gli stessi avvocati hanno deciso il prolungamento delle agitazioni fino a domani, 25 luglio.