I professionisti a Bruxelles per fare chiarezza
di Luigi Berliri
In Italia manca una seria
politica di riforme sulla giustizia. È la denuncia che l’Organismo unitario
dell’avvocatura presenterà domani al Parlamento europeo
quando assieme alla delegazione della Fbe
(Federazione degli Ordini forensi europei) incontrerà, a Bruxelles, il
neo-presidente Hans-Gert Poettering.
Alla riunione parteciperanno tra gli altri il vicepresidente dell'Fbe, Joseph Van
Der Perre, il presidente e
il segretario generale dell'Ogim (Osservatorio
giuridico internazionale sulla migrazione), Domenico Insanguine
e Filippo Bove. Giovedì in quella stessa sede, alla luce dell’agenda di
proposte fatta dal ministro della Giustizia Clemente Mastella, verrà presentato il terzo Controrapporto sui dati dell’amministrazione
giudiziaria del nostro Paese. (Leggilo nella sezione
documenti). "L’agenda Mastella - spiega la presidente dell'Oua, Michelina Grillo, spiegando a MP il senso dell'iniziativa - non
prende in considerazione i veri problemi del nostro sistema giudiziario. Lo
dimostra la proposta di nuove sezioni stralcio. Si ipotizzano ancora una volta interventi settoriali ed emergenziali per
nascondere la polvere sotto il tappeto. Si continua così nella falsariga delle
politiche dei precedenti governi: varare provvedimenti a costo zero invece di
avviare una grande stagione di riforme organiche e condivise. Si pensa come
sempre a privilegiare i titoli sui giornali invece che a tutelare effettivamente
i diritti dei cittadini. L’idea ricorrente - ha spiegato la presidente dell’Oua
- è quella dell’aumento della dimensione degli uffici giudiziari, eppure,
stando alle statistiche e all’esperienza degli operatori, i Tribunali ai primi
posti per efficienza hanno un numero di magistrati inferiore a quello che i Soloni
di turno hanno invece individuato come 'ottimale'. Si pensa di abbreviare il
corso dei processi semplicemente riducendo di 15 giorni il periodo delle
cosiddette ferie giudiziarie, senza tenere in alcun conto che resterebbero
invariati i giorni di ferie dei magistrati, che ovviamente li godrebbero in periodi
di attività degli uffici con conseguenti maggiori disagi e disservizi, e senza
neppure ipotizzare, sempre nella perdente logica delle riforme a costo zero, l’attribuzione
della perentorietà ai termini fissati al giudice per la stesura e il deposito
dei provvedimenti. Si pensa, ancora, alla riproposizione delle sezioni
stralcio, attribuendo loro un effetto salvifico e taumaturgico come se l’esperienza
realizzata con la precedente riforma in tal senso non abbia
mostrato con sufficiente chiarezza tutti i suoi limiti. Senza l’aumento
degli organici e la razionalizzazione delle procedure lo stralcio da
straordinario ed eccezionale rimedio - come fu presentato nel `95 - è destinato
a diventare una rottamazione periodica permanente! Quale credibilità può
attribuirsi ad un sistema così concepito e così operante? In poche parole,
enorme e perdurante è il sostanziale disinteresse - denuncia