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Reingegnerizzare l’assistenza sanitaria

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La provocazione al congresso della Fimmg in corso a Roma

Un disegno di legge per la piena riforma di assistenza socio-assistenziale dove al medico di famiglia potrebbero affiancarsi, in una collaborazione, per ora inedita, i servizi sociali. Per prospettarne la struttura verrà insediato un gruppo tecnico presso il Ministero, nel quale ci sarà la fattiva partecipazione dei medici di famiglia. L’annuncio è stato dato dal presidente della Fimmg (Federazione Nazionale Medici di Medicina Generale), Giacomo Milillo, al Congresso Straordinario della federazione, in corso a Roma all’Ergife Hotel fino al 28 gennaio. ”I medici di famiglia, ha spiegato Milillo nel corso della sua Relazione d’apertura - sono disponibili a questo tipo di lavoro di squadra ma esistono, problemi che non competono alla Sanità e che dovranno essere risolti in modo interministeriale. Un lavoro extra-confine indispensabile per risolvere il delicato problema della continuità assistenziale dei malati e dei bisogni di cura crescenti degli anziani. Si tratta – ha concluso Milillo – di reingegnerizzare l'assistenza sul territorio“. Altra importante notizia emersa nel corso della prima giornata di lavori del congresso straordinario Fimmg riguarda le Regioni che sono pronte ad aprire il tavolo di trattativa per il rinnovo della convenzione dei 47.500 medici di base e dei 14.000 medici della continuità assistenziale. La convenzione con il servizio sanitario nazionale è scaduta da più di un anno ma mancano ancora degli accordi fra regioni e federazioni regionali di medici. I medici di medicina generale hanno anche affrontato il problema della Continuità Assistenziale, l'ex Guardia medica. Un istituto che, secondo la Fimmg, funziona. E anche bene, contrariamente ai troppi luoghi comuni. “I dati del ministero della Salute, relativamente all'attività del settore negli anni dal 1998 al 2004, dimostrano infatti un incremento del 78 per cento del numero delle visite, che sono passate da 5.267.993 nel 1998 a 9.389.400 del 2004. L'aumento delle prestazioni si è verificato, peraltro, a fronte di un ridimensionamento del servizio. Diminuito di 1.137 unità (- 8%) tra il 2003 e 2004, così come sono diminuiti del 5 per cento il numero delle sedi (-154) e del 6 per cento quello delle ore lavorate (-1.226.026 ore). Questi dati sono correlati alle scelte politiche di grande rivalutazione del servizio e del ruolo degli operatori che, in particolare negli anni 2003 e 2004, si sono concretizzate in molte Regioni attraverso la definizione di accordi decentrati - ha sottolineato Milillo, - Tali accordi rappresentano il punto di svolta nella politica verso il sistema Continuità Assistenziale che ha trovato una naturale sintesi nel Accordo collettivo nazionale sottoscritto nel 2005 che ha posto le basi per l'effettiva realizzazione del sistema di assistenza nell'arco delle 24 ore”.
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