I medici dicono no all'obbligo di prescrizione dei farmaci generici
di Elisa Pastore
Medici di famiglia in rivolta: no all'imposizione di prescrizione dei farmaci sulla base del solo prezzo recentemente proposto da alcune Regioni tra le quali Puglia, Lazio e Liguria. Un provvedimento che vuole ridurre la spesa farmaceutica ma che, in sostanza, svilisce profondamente il ruolo e l'impegno dei Medici di Medicina Generale a favore dei pazienti. Per questo il Segretario Nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, ha deciso di scrivere una lettera aperta a tutti gli Assessori Regionali alla Sanità nella quale, come rappresentate della più grande associazione della medicina generale italiana, ha manifestato il “sentimento di profonda offesa determinato nella categoria da provvedimenti recentemente introdotti in alcune regioni italiane, orientati alla riduzione della spesa farmaceutica attraverso inaccettabili limitazioni della libertà prescrittiva del medico”. In essi i medici, ha spiegato Milillo, “intravedono un profondo disprezzo per il loro lavoro e per l'impegno da loro stessi quotidianamente profuso nell'interesse dei cittadini”. Il farmaco generico, importante strumento per un uso appropriato delle risorse se correttamente usato, “viene imposto come prodotto di massa scelto a priori dal legislatore regionale - continua Milillo – e tale imposizione è solo mitigata dalla possibilità per il singolo professionista, attraverso l'attivazione di nuovi e frustranti percorsi burocratici, di prescrivere farmaci sulla base di motivazioni squisitamente cliniche, peraltro già previste dalla normativa AIFA vigente”. Lusinghe e minacce, procedure e soluzioni ''che vanno a configurarsi come un vero e proprio comparaggio di stato sono le azioni che i medici di famiglia hanno subito, secondo il segretario Fimmg Giacomo Milillo - per condizionare il comportamento prescrittivo del medico ed orientarlo al semplice risparmio. E ciò nonostante sia di pubblico dominio che la spesa farmaceutica italiana è fra le più basse d'Europa''. La sostenibilità del SSN, “che ci sta a cuore - continua il sindacalista - dipende da ben più importanti interventi, primo fra tutti il potenziamento dell'assistenza territoriale ed in essa dell'opera professionale dei medici di medicina generale”. La categoria ha chiesto con forza un ridisegno delle regole cui è soggetta. La Fimmg chiede al legislatore ''di sottoscrivere un patto forte con la professione, per poter meglio rispondere alle esigenze del SSN e sfruttare appieno le potenzialità universalmente riconosciute alla medicina generale. I provvedimenti inutili ed oltraggiosi verso i medici di famiglia, che alcune Regioni hanno adottato o stanno per adottare, mettono a rischio la nostra disponibilità''. Milillo scrive che, come sindacati ''Non possiamo, non vogliamo chiedere ai colleghi di offrire la propria collaborazione a chi impone provvedimenti così umilianti e offensivi. Abbiamo affidato ad un gruppo di legali il compito di valutare la legittimità di questi provvedimenti. Sarà nostra cura indicare ai cittadini i responsabili di tali atti''. Alle Regioni si chiede, invece ''di riflettere sugli effetti devastanti che queste decisioni potranno produrre nel Paese, introducendo di fatto, con diritti del cittadino e dei professionisti sostanzialmente diversi in ogni Regione, una deriva neo-devolutiva paradossalmente sostenuta da coloro che più l'hanno avversata. Riteniamo indispensabile e urgente un incontro nelle sedi istituzionali per approfondire direttamente questi temi. Abbiamo a cuore - conclude Milillo - la tutela della salute dei cittadini e la sostenibilità del SSN''.