Medici di famiglia insieme per gestione autonoma formazione
di Elisa Pastore
Un medico di Medicina Generale ancora più al centro del sistema sanitario nazionale, forte di una preparazione specifica omogenea e autonoma. In altre parole, un professionista della salute che non faccia solo assistenza, ma che si occupi anche di insegnamento, formazione e ricerca. È questa la sfida che la comunità della Medicina Generale lancia alle Istituzioni e che rappresenta la sintesi della due giorni promossa dalla FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), tenutasi a Roma il 12 ed il 13 gennaio. Una due giorni che ha visto riunite, per la prima volta, tutte le organizzazioni sindacali e le società scientifiche del settore intorno al ''Tavolo della Medicina Generale''. Nella sede della Fimmg, l'organizzazione che ha promosso l'incontro, si sono confrontati oltre 70 rappresentanti della medicina generale e ospiti delle istituzioni. Hanno partecipato ai lavori oltre alla Fimmg, Aimef (Associazione Italiana Medici di Famiglia), Assimefac (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare Medici di Famiglia e di Comunità), Csermeg (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale), Simg (Società Italiana di Medicina Generale), Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), Snamid (Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale).Quattro i punti della proposta scaturita dai lavori: Insegnamento della Medicina Generale, che deve essere affidato agli stessi professionisti che la esercitano, perché questa disciplina ha dignità autonoma. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario modificare la normativa vigente, che attribuisce al Medico di Medicina Generale un esclusivo ruolo assistenziale. Creazione di strutture con funzioni equiparabili a quelle del Dipartimento Universitario: gli studi dei Medici di Medicina Generale, sulla base della proposta avanzata, possono diventare luoghi di formazione e di ricerca, integrati con Università e Servizio Sanitario Nazionale. Specializzazione: la formazione specifica del Medico di Medicina Generale post-laurea deve diventare specializzazione, in armonia con le vigenti norme dell'Unione Europea. Riconoscimento contrattuale: didattica e ricerca diventano attività che fanno parte dello sviluppo di carriera e che, aggiungendosi alla tradizionale attivita' di diagnosi e cura, dovranno avere riconoscimento contrattuale. Per Giuseppe Tortora, vice segretario dello Smi, rappresentante di Federazione Medici al Tavolo della medicina generale sulla formazione: «Il documento sottoscritto è un buon punto di partenza: la medicina generale è una specialità che ha bisogno di un percorso formativo autonomo e specialistico. Ed è giusto ribadire che di questo percorso i medici di medicina generale devono essere i protagonisti: non più solo quindi nella prima linea dell’assistenza ai cittadini, ma anche in quella dell’insegnamento e della ricerca» Sull’incontro è intervenuto anche Salvo Calì, segretario nazionale del Sindacato Medici Italiani: «Siamo molto soddisfatti per differenti ragioni: perché è prevalsa una logica di unità della categoria, ma anche perché il documento vede una grande convergenza di tutti i protagonisti della medicina generale sulle questioni che sono state al centro del dibattito del nostro recente congresso. E’ ormai evidente che c’è una generale condivisione sull’analisi dei mutamenti della nostra società e sui problemi del Servizio Sanitario nazionale. Se si riuscisse a trasformare questa consapevolezza delle criticità in una più puntuale e costante politica unitaria del sindacalismo medico, probabilmente la categoria potrebbe riacquistare molto di quel protagonismo politico perso in questi anni».