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13 avvocati di Modena querelano Prodi dichiarazioni premier a El Pais

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di Luigi Berliri

Alberto Nalin, avvocato del Foro di Modena e altri dodici colleghi hanno presentato in tribunale una querela per diffamazione contro il presidente del Consiglio Romano Prodi. Un'azione estrema scattata dopo aver letto, nelle scorse settimane, sul sito internet del quotidiano spagnolo El Pais, le dichiarazioni del premier in riferimento alla manifestazione degli avvocati del 12 ottobre a Roma, contro le liberalizzazioni introdotte dal decreto Bersani. “Siamo stati gli unici in Italia- ha spiegato Nalin- almeno per ora. Mi auguro che dopo di noi qualche altro collega abbia un pò di coraggio". Tredici in tutto i professionisti modenesi che si sono fatti coraggio e hanno deciso di intraprendere la strada legale per rivendicare i propri diritti. "Ci siamo fatti aiutare da un collega penalista- continua l'avvocato-. Nessuno è in cerca di pubblicità, anzi vogliamo proprio evitare che attraverso questo nostro gesto ci possano essere delle interpretazioni scorrette. La nostra è stata una reazione di diritto ad un comportamento lesivo dell'onorabilità dei professionisti che hanno manifestato a Roma. Non vuole essere assolutamente un'attività politica. Alcuni dei nostri colleghi addirittura hanno votato per Prodi alle elezioni", questo per chiarire che la decisione del pool degli avvocati non nasconde fini ideologici. "Tredici non è un numero alto- ha ammesso Nalin- molti altri colleghi avrebbero voluto presentare la querela assieme a noi, ma ci hanno detto che temevano ritorsioni non meglio precisate. C'è stata molta paura. Ma noi non dobbiamo temere nulla, quindi siamo andati avanti". Gli avvocati contestano a Prodi una risposta rilasciata al quotidiano iberico, che hanno provveduto a tradurre in italiano: "Il problema maggiore in Italia - ha detto il presidente del Consiglio- è l'evasione fiscale, e le categorie professionali che manifestano protestano contro il pagamento delle imposte. Gli avvocati e gli ingegneri della manifestazione si oppongono in fondo a certi principi di contabilità e a certi metodi di pagamento, come le transazioni elettroniche, che limitano la possibilità di frode. Non manifestano per problemi concreti, ma contro l'obbligo di tenere una contabilità chiara e di pagare imposte corrispondenti alle entrate. Il mio grande avversario è la cultura della frode. L'Italia oggi deve decidere una volta per tutte: o la cultura della legge o quella della disobbedienza e dell'anarchia". Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore di Modena Giuseppe Tibis che dovrà fare le valutazioni del caso. "In base al così detto Lodo Schifani - aggiunge Nalin- nessuna autorità pubblica eletta può essere sottoposta a procedure penali di alcun tipo finché risulta in carica" quindi il caso potrebbe trovare soluzione soltanto dopo diversi anni. "Valuteremo come comportarci in futuro- continua l'avvocato- Anche nel caso in cui il procuratore procedesse con l'archiviazione, valuteremo se fare opposizione".
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