I professionisti presenteranno un disegno di legge popolare di riforma delle libere professioni
di Luigi Berliri
La decisione è stata presa ieri
sera dall’assemblea straordinaria del Cup Nazionale, il coordinamento Unitario
delle Professioni e sarà ratificato martedì prossimo nel corso della riunione
del direttivo. Un decisione che arriva dopo la solenne bocciatura del testo
predisposto da via Arenula. “Il testo – rivela a MP, Romeo La Pietra, responsabile della
comunicazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri - di Mastella, peraltro ancora sconosciuto
nella sua versione finale visto che il guardasigilli non lo ha ancora
depositato in Parlamento, è irricevibili. Per questo motivo il Cup ha deciso di
predisporre una proposta di legge di iniziativa popolare e a breve partirà la
raccolta nelle piazze d’Italia, delle firme necessarie per depositarla alle Camere”.
“È una posposta seria e concreta – spiega Pietro Antonio De
Paola, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e vice presidente del
Cup – che punta soprattutto a salvare il patrimonio culturale, sociale e etico
delle professioni. Non abbiamo deciso di ricorrere al disegno di legge popolare
per un arido spirito di contrapposizione al testo di Mastella. Né siamo mossi
da motivi ideologici”. Per Paolo
Piccoli, presidente del Consiglio nazionale del Notariato, è “necessario trovare
una concordia all'interno del mondo dei
professionisti dove ancora sono
presenti contrapposizioni tra il sistema ordinistico e quello
associazionistico. Ritorniamo alla concertazione tra noi – ha spiegato Piccoli –
così è possibile chiudere la vicenda e la politica non potrebbe non prenderne
atto”. Maurizio de Tilla, presidente della Cassa forense e dell'Adepp
(associazione casse previdenza autonome) ha da parte sua auspicato che venga
abbandonata “la filosofia distruttiva degli ordini e delle professioni che ha
finora improntato il lavoro del Governo. La riforma può avere un approdo solo prendendo
a base i progetti di legge attualmente in discussione alla Commissione
Giustizia della Camera”. Raffaele Sirica, presidente del Cup (Comitato
unitario professioni) ha denunciato che nel testo del ddl Mastella “c'è una
autentica bomba, non c'è la distinzione tra professione intellettuale e impresa.
Nel ddl – ha proseguito Sirica - c'è ambiguità tra ordini e associazioni in
quanto, secondo il testo, sono entrambe inserite nell'ambito della cosiddetta
tutela degli interessi pubblici meritevoli di notevole rilevanza”. Secondo il presidente di Confprofessioni, Gaetano
Stella, nel ddl Mastella “non viene minimamente citato l'aspetto della
professione intellettuale, non è posto al centro il professionista ma si pende
invece verso il consumatore che comunque non ne beneficia in quanto si tratta
di un testo troppo generico”. “Questo ddl non è un bel disegno di legge – ha fatto
eco William Santorelli, presidente del Consiglio nazionale ragionieri commercialisti
- è scritto a più mani, con l'ingerenza di vari ministeri. Noi non siamo
contrari per principio alla legge delega ma deve essere una buona legge delega.
Se volevano semplificare – ha concluso hanno scelto proprio il sistema
sbagliato”. A difesa del ddl Mastella, Giuseppe Lupoi, coordinatore
nazionale Colap (coordinamento libere associazioni professionali). “Sono dodici
anni – ha detto - che stiano concertando e se il governo non fa una riforma
come vogliono gli ordini, allora lamentano la mancata concertazione. Il ddl
Mastella è il migliore dei testi che si potesse fare - ha aggiunto - se si ha la testa aperta e non si hanno interessi da
difendere. Per cinquant'anni ci siamo trovati in presenza di un sistema
ordinistico ipertrofico, era ora di ammodernare. Non si può negare l'evidenza”.