I processi sono lenti. I diritti in Italia sono a rischio.
di Luigi Berliri
Processi che vanno avanti nei vari gradi di giudizio a passo di "tartaruga", una giustizia sempre più lenta e sempre più malata. È la fotografia dell'amministrazione giudiziaria italiana così come emerge dal Controrapporto dell'Organismo dell'avvocatura italiana, presentato oggi a Roma."L'Europa da anni chiede all'Italia di cambiare rotta, di smetterla con la presentazione di rapporti accomodanti sullo stato della nostra giustizia - ha detto Michelina Grillo, presidente dell'Oua -. Anzi, in più occasioni, sono stati contestati gli stessi dati e le conclusioni di questi documenti inviati dal nostro governo. Gli organismi comunitari hanno fatto di più: da tempo invitano il nostro Paese ad avviare riforme strutturali del sistema. Ma fino ad ora le risposte sono state considerate insufficienti e riduttive". Da qui, la presentazione del Controrapporto "che analizza i dati dell'amministrazione giudiziaria" per "confutare alcune gravi imprecisioni sulla reale portata dei problemi", in particolar modo sulla lunghezza dei processi e sui tagli alle risorse al comparto giustizia.
Ecco alcuni passi del documento.
Corti Appello: in crescita
procedimenti pendenti: è preoccupante la situazione delle Corti di Appello dove
un forte aumento delle sopravvenienze, dovute soprattutto alla cosiddetta legge
Pinto in primo grado e alle nuove competenze in materia di lavoro e previdenza,
ha fatto sì che le pendenze siano aumentate notevolmente". Dal 2001 al 2005
i procedimenti sono triplicati (da 133.571 a 323.918) e la durata media dei
processi è passata da 578 a 845 giorni. Al 31 dicembre 2004 i processi pendenti
nel ramo civile, ha ricordato Grillo, erano circa 4 milioni: in pratica, circa
6.200 processi pendenti ogni 100 mila abitanti (l'Italia è superata solo da
Austria, Belgio, Bulgaria e Serbia). Un indice della crescita dell'indice di
litigiosità che se da un lato significa maggiore consapevolezza dei propri
diritto da parte dei cittadini dall'altro è il frutto anche di una marea di
norme poco chiare.
Durata processi: Italia,
primato negativo. Anche la durata dei processi del lavoro e le cause di
divorzio segnala una durata patologica. Nella durata delle cause di lavoro
l'Italia ha il primato negativo in Europa: 700 giorni per il primo grado di giudizio
e 800 nel secondo grado.
Irrisolto problema risorse:
L'Oua condivide il giudizio espresso sia dal Comitato di ministri che dal
Commissario europeo per i diritti umani, secondo i quali "obiettivo
prioritario" per risolvere i problemi del sistema giudiziario italiano è
il "rafforzamento delle risorse". Per l'Oua, con l'articolo 21 del decreto
Bersani è stata in pratica "dichiarata l'insolvenza del ministero" con
"gravi conseguenze sul pagamento degli stipendi della magistratura
onoraria (che ormai fa fronte ad oltre il 50% della giurisdizione sia civile
che penale) e per il patrocinio a spese dello Stato. Contro alcune leggi e
proposte che "colpiscono la professionalità degli avvocati e con essa il
diritto di difesa dei cittadini, ma anche per ottenere più risorse e riforme
strutturali per una giustizia che sia giusta ed efficiente" l'avvocatura
ha proclamato altri tre giorni di astensione dalle udienze a partire dal
prossimo 14 dicembre.