I professionisti del nord Italia bocciano la bozza Mastella: bersanizza le professioni.
di Luigi Berliri
Il Forum delle Professioni
Intellettuali, 800.000 iscritti ai settecento Ordini e Collegi dei 36 C.u.p provinciali
e 6 C.u.p. regionali del Nord Italia riunitosi oggi a Padova, ha bocciato la
bozza del ddl presentato dal ministro della Giustizia. “Prendiamo atto – dice a
MP, il coordinatore Giuseppe
Cappochin - che Mastella, al quale va comunque il merito di aver affrontato
la materia, ha integralmente ignorato gli emendamenti al disegno di legge delega
di riforma delle professioni elaborati dall’Assemblea del Forum, e fatti pervenire
a via Arenula, e non possiamo fa altro che esprimere la nostra contrarietà nei
confronti del d.d.l. Mastella che, nelle tre successive versioni presentate,
denota una evidente e inaccettabile “Bersanizzazione” degli obiettivi, finalizzati
ad assicurare, in nome di una presunta competitività meramente mercantile
incentrata nel “fare economia sulla conoscenza” anziché nella “promozione della
economia della conoscenza”, una
capace sacca di rifugio (servizi professionali) ai poteri forti Confindustriali
e delle Cooperative, non più in grado di competere senza i sussidi di Stato sul
proprio terreno imprenditoriale, in particolare in quello manifatturiero”. Il Forum
punta in particolare il dito sule deleghe in bianco a tutto campo in assenza di
preventivi chiari e solidi paletti sui nodi principali della riforma. Bocciata
anche la assimilazione del cittadino/cliente al consumatore/utente, alla
pubblicità sul prezzo delle prestazioni, e alle autority pubbliche con funzioni
peculiari degli Ordini e conseguente marginalizzazione del loro ruolo. No
infine alla presenza, nelle diverse forme di società, di soggetti non
professionisti, allo scopo di evitare pericolose derive “mercantilistiche”
nell’esercizio dell’attività professionale. Il Forum ritiene inoltre che la
riforma non possa prescindere, a tutela dell’interesse pubblico connesso
all’esercizio professionale ed a garanzia della terzietà, indipendenza ed
autonomia dei professionisti intellettuali, dai seguenti punti fermi:
1.
definizione e distinzione tra “professione intellettuale”,
“professione intellettuale di interesse generale” e relative competenze;
2.
definizione di un confine più marcato tra le prerogative e
funzioni degli Ordini e quelle delle associazioni;
3.
conferma di tutti gli Ordini esistenti le cui eventuali
riorganizzazioni e accorpamenti devono essere decisi dalle professioni
interessate;
4.
immediato riconoscimento degli Ordini delle professioni
intellettuali delle aree sanitarie non mediche;
5.
conferma del formale riconoscimento degli Ordini quali “enti
pubblici non economici”;
6.
conferma della autonomia dei livelli territoriali dei
singoli Ordini rispetto ai consigli nazionali, a garanzia di un sistema
rappresentativo democratico e partecipativo;
7.
promozione di adeguati meccanismi di incentivazione della
competitività anche internazionale mediante:
·
investimenti in qualità a tutela delle esigenze del
cittadino/cliente e dell’interesse pubblico;
·
investimenti in nuove competenze, attraverso la formazione
continua, sviluppo di saperi complessi e di saperi emergenti;
·
investimenti in innovazione;
8.
conferma delle tariffe minime e massime per le prestazioni
riservate o a evidenza pubblica, relativamente alle quali vanno individuati
cogenti standard qualitativi prestazionali minimi;
garanzia di intangibilità, autonomia e valorizzazione delle Casse di Previdenza dei liberi professionisti.