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Livia Turco avverte Clemente Mastella: in materia di ordini sanitari, la competenza è mia

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di Luigi Berliri

“Gli ordini delle professioni sanitarie, a partire da quello dei medici, vanno difesi”. È guerra tra il ministero della Salute e quello della Giustizia, il ministro Livia Turco, infatti, rivendica il diritto di gestire la riforma degli ordini dei camici bianchi: ”Gli ordini delle professioni sanitarie – ha mandato a dire a Clemente Mastella -  a partire da quello dei medici, vanno difesi perché non rappresentano interessi corporativistici bensì strumenti a tutela del bene salute”. Non solo ma la Turco ha sottolineato che è pronta a battersi a sostegno di tale posizione nell' attuale dibattito in merito alla legge di riforma degli ordini, e questo anche a costo di essere considerata conservatrice dalla sua stessa maggioranza. “Sosterrò questa posizione in Consiglio dei Ministri - ha detto il ministro - perché il bene salute richiede una formazione e una trattazione particolari. È in atto un dibattito nel governo - ha ripetuto - sulla funzione degli ordini ed io mi sono schierata su una posizione che non è stata però compresa da molti, ma il punto è che non stiamo parlando di funzioni corporative bensì del bene salute che riguarda tutti i cittadini”.  Secondo il ministro, infatti, “tutti gli ordini professionali della sanità, vecchi e istituendi, sono parte fondamentale del governo del sistema sanitario e fondamentali per quella garanzia di qualità nell'esercizio professionale che diventa sempre di più indicatore per eccellenza di un buon sistema sanitario e della sua capacità di porre al centro il cittadino e i suoi bisogni”. Turco ha quindi ricordato come sia di questi giorni la messa a punto da parte del ministro Mastella della delega per la riforma degli ordini: “Ritengo - ha mandato a dire al collega di via Arenula - che il riconoscimento della funzione di capofila al ministero della Salute nella stesura delle deleghe relative alle professioni mediche, odontoiatriche e sanitarie in genere, sia una testimonianza inequivocabile della convinzione di questo governo sulla peculiarità e unicità delle professioni sanitarie rispetto - ha concluso - al mondo professionale nel suo insieme”. Il ministro della Salute quindi intervenuto sui criteri e i percorsi della formazione medica e sanitaria. “È tempo – ha detto - di voltare pagina”. E ha ricordato come il Governo voglia “rilanciare e sviluppare la formazione, l'aggiornamento e la ricerca, muovendosi con il pieno coinvolgimento delle professioni e delle diverse istituzioni interessate, superando definitivamente steccati, diffidenze, egoismi e particolarismi che hanno di fatto ingessato l'attuale sistema formativo italiano”. La Turco ha anche parlato della necessità di istituire un dipartimento di medicina generale gestito dai medici di famiglia, come proposto anche dalla Fnomceo, come risposta a “quella inarrestabile trasformazione della sanità verso un sistema basato realmente su due grandi pilastri l'ospedale e il territorio”. Per la Turco, infine, anche “la formazione specialistica post-laurea ha bisogno di nuove linee e soprattutto di nuovi status per gli specializzandi anche attraverso una diversa commistione tra Università e ospedale superando chiusure e monopoli che non ha più senso mantenere”.

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