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I professionisti pronti a fare il loro partito

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di Luigi Berliri

Con il solito tono ironico e provocatorio Maurizio De Tilla, presidente dell'Adepp, ha messo in mora il Governo con una minaccia: “Se continua ancora per 7 mesi l'attacco alle professioni fonderemo il partito dei professionisti”. Una promessa che ha suscitato l’applauso a scena aperta di una platea giunta oggi a Roma, gremendo l’auditorium della Confindustria ( nella foto) in occasione del decennale dell'associazione che riunisce gli enti previdenziali privati, e che  teme che gli attacchi agli Ordini professionali sino solo la scorciatoia per arrivare alle risorse delle casse previdenziali dei professionisti (che attualmente godono di ottima salute finanziaria), dirottandole verso l'Inps. E la prima prova di buona volontà è uno sforzo ulteriore nel senso dell' autonomia per le casse previdenziali private. Un riconoscimento contenuto in un  emendamento  che diminuisce il prelievo fiscale sulle casse, non rientrato nella manovra approvata alla Camera dei deputati, ma che potrebbe essere accolto nel corso dell' iter parlamentare del provvedimento legislativo in corso al Senato. De Tilla ha difeso a spada tratta quanto fatto negli ultimi dieci anni dagli enti previdenziali dopo le privatizzazioni degli anni '90 e ha respinto con decisione le ipotesi circolate in questi giorni di riforma degli Ordini e delle casse dei professionisti. Il sistema delle casse previdenziali private è decisamente virtuoso. Negli ultimi dieci anni i contribuenti sono aumentati del 45,9%, passando da 565.949 a 825.668, con una crescita media annua del 3,8%. Ad aumentare è stato anche il numero dei pensionati, sebbene in misura minore  (+27,1%) con 178.777 iscritti nel 2005. Di pari passo, sono  aumentate, nell'ultimo decennio anche le entrate per contributi,  cresciute del 171%, da 939 a 2.544 milioni di euro, così come  sono cresciute le uscite per le pensioni del 109,6%, (da 727 a  1.523 milioni di euro).  ''Abbiamo una parte politica che ha come obiettivo quello di mettere in un angolo il lavoro produttivo, autonomo e delle professioni - ha detto il presidente dell'Adepp - invece che combattere l'evasione della delinquenza organizzata, gli illeciti della corruzione e del sommerso, combattono noi. Sulla riforma degli Ordini professionali, De Tilla ha innanzitutto ammonito contro il pericolo che le associazioni portino via gli iscritti agli ordini: lo sviluppo di miriadi di associazioni - ha detto De Tilla - potrebbe favorire la dissoluzione degli albi professionali, favorendo lo scompaginamento delle casse che - ha sottolineato - devono avere una corrispondenza necessaria negli Ordini”. Sempre sugli Ordini, De Tilla ha poi classificato come appartenente all'anima statalista del governo l'ipotesi di creazione di un'autorità sulle professioni: “L'Authority sulle professioni prevista da Mastella è espressione dell'anima imposta dalla componente statalista del governo. Anche ammettendo - ha proseguito - che Mastella appartenga all'anima professionale, egli è un'anima in sonno. Abbiamo dunque - conclude il ragionamento - che imperano le altre due anime” (quella statalista e quella mercantile che, secondo De Tilla, mira a far sparire l'essenza degli ordini professionali). Ancora più strenua la difesa fatta dal presidente dell'Adepp sul ruolo svolto dalle Casse di previdenza private: ''Non è possibile - ha detto - che una parte della ricchezza privata, acquisita con sacrificio e risparmio dei privati, vada nei conti generali dello Stato, tenendo presente che c'è una finalità di carattere pubblico. Il ministero dell'Economia - ha proseguito - si deve rendere conto che il Paese si sviluppa se alcuni settori si sviluppano con il lavoro produttivo di un popolo che non è un popolo di dipendenti, ma un popolo di terziario, lavoro autonomo, produttivo”. Citando gli esempi della Spagna, che con Zapatero ha mantenuto le casse previdenziali private al solo fine della previdenza complementare e della Francia, in cui le casse private contribuiscono a colmare il deficit della previdenza degli agricoltori, De Tilla ha detto che ''se non ci fosse stata l'Adepp avremmo fatto la stessa fine perché ci sono venti di centralizzazione. Noi - ha concluso riferendosi al ruolo svolto dagli enti di previdenza dei professionisti - siamo l'alternativa a come si è  solitamente amministrato il bene pubblico e la nostra previdenza professionale è la migliore d'Europa”. Gli ha fatto eco Michelina Grillo, presidente dell’Oua, l’Organismo Unitario della Avvocatura. “Il patrimonio delle case private – ha detto - è frutto di una gestione oculata e dei sacrifici del mondo delle professioni liberali. Una grande risorsa, un elemento di sicurezza sociale, che garantirà il futuro di migliaia di professionisti. Nella storia della previdenza privata non ci sono aiuti pubblici, sostegni dello Stato, ma autonomia e indipendenza. Ora questa storia è messa in discussione, perché i nostri soldi sono appetibili. Noi non accetteremo che si tocchino le Casse private, sarebbe un scippo, le cui conseguenze ricadrebbero anche sulle tasche dei cittadini. Non abbiamo mai chiesto nulla, non vogliamo mai chiedere nulla». Un riconoscimento della importanza delle casse private è arrivato dal presidente del Senato, Franco Marini. Secondo la seconda carica dello Stato, “la necessità di contemperare politiche di bilancio rigorose con la garanzia di un adeguato sostentamento a chi termina la propria carriera lavorativa pone il tema della previdenza al centro dell’attuale dibattito politico. In un panorama problematico e controverso, gli enti previdenziali privati rappresentano senz’altro una positiva eccezione: la scelta del legislatore, alcuni anni orsono, di privatizzare le casse previdenziali dei professionisti, si è rilevata infatti felice e lungimirante. Gli enti riuniti nell’Adepp sono così divenuti un interessante terreno di sperimentazione, dai quali possono essere colti utili spunti per un ripensamento complessivo del problema della  previdenza in Italia”. Da  Alessandro Lombardi, vicepresidente vicario Adepp e presidente della cassa nazionale di previdenza dei veterinari, è arrivata la notizia che è all'esame dei ministeri del Lavoro e dell'Economia una proposta di pensione modulare, avanzata dalle casse di previdenza privata dei professionisti. “L'assemblea dei delegati dell'Adepp - ha ricordato Lombardi - ha approvato a giugno il progetto che ora attende il via libera dei Ministeri vigilanti”.   Il nuovo sistema di pensione modulare dà la facoltà agli iscritti alle casse di previdenza private di contribuire sul primo pilastro obbligatorio (a cui paga già il 10% sul reddito prodotto), aumentando volontariamente il contributo fino al 24%. “Questo contributo aggiuntivo volontario - ha proseguito Lombardi - consente di scegliere anche per quanto tempo si vuole versarlo, è calcolato con il metodo contributivo e quindi è una fetta di pensione che il contribuente si costruisce che acquisirà nel momento in cui andrà in pensione”. Il nuovo sistema non ha spese di gestione, a differenza dei fondi complementari che prevedono un consiglio di amministrazione a parte, verrebbe gestito direttamente dalla cassa e avrebbe una normativa che è la stessa del primo pilastro che prevede l'impossibilità di chiedere anticipi sui versamenti costituenti il fondo pensione, reso al contribuente a 65 anni.  “La gestione finanziaria sarebbe comune alla cassa di previdenza - ha concluso il vicepresidente vicario Adepp -  il che agevolerebbe molto anche gli investimenti”.  Per Giuseppe Jogna, presidente della cassa di previdenza dei periti industriali, “il virtuosismo e l'interesse diretto sono correlati - ha detto - e in questo si inserisce il discorso  dell'autonomia delle casse che è un elemento fondamentale”. Se il sistema rischia di essere sfaldato i professionisti saranno anche capaci di scendere in piazza - ha proseguito Jogna - con un numero ancora maggiore di partecipanti di quello che abbiamo portato già riunito nella passata manifestazione''.   Il mondo delle professioni, infine, deve avere, secondo Antonio Pastore, vicepresidente Adepp e presidente della cassa nazionale di previdenza dei commercialisti, una sua visibilità e una sua rappresentanza, quindi ''ben farebbe il mondo delle professioni - ha spiegato Pastore - ad attrezzarsi, non per creare una lobby ma per creare una corrente di pensiero che vada a tutelare gli interessi di un mondo che rappresenta direttamente due milioni di cittadini e, indirettamente, forse, cinque o sei milioni”.

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