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Ddl Mastella alla stretta finale. Entro la prossima settimana in Cdm. Gli avvocati avvertono: se non saremo soddisfatti torneremo in piazza.

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di Luigi Berliri

Entro una settimana la riforma delle professioni sbarca in Consiglio dei Ministri. Lo ha annunciato a Roma il ministro della Giustizia Clemente Mastella, intervenendo al convegno organizzato da Gianni Alemanno su  “La riforma degli ordinamenti professionali. Analisi dei progetti di legge”.  “Non so se domani, dopodomani o la prossima settimana – ha detto Mastella – Vedremo”. Non si placano intanto le polemiche sul testo predisposto da via Arenula. Gli avvocati avvertono: se non saranno soddisfatti del corso parlamentare del ddl Mastella di riforma delle professioni, il 15 e 16 dicembre prossimi in occasione di una manifestazione di carattere pubblico, torneranno in piazza. Quanto all'assicurazione offerta dal ministro di  giustizia di voler proseguire nella concertazione, Maurizio de Tilla, presidente della Cassa Forense e presidente dell'associazione delle casse di previdenza autonome (Adepp), si dice “non convinto, perché gli elementi critici del ddl sono rimasti intatti in tutte le revisioni della bozza, anzi inaspriti”.  E Pietro De Paola,  vice-presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup),  ha aggiunto: “Difficile trovare il bandolo della matassa di questo ddl, che rimane indefinito e non ha accolto alcuna delle nostre proposte. Aspettiamo ora in parlamento il confronto con le altre serie proposte di legge sulla materia che sono state presentate e che,  a differenza del ddl Mastella, analizzano nel dettaglio gli aspetti delle professioni. Per far capire la situazione, il progetto di legge presentato da Maria Grazia Siliquini di An presenta 72 articoli contro i 9 del ddl Mastella. In questo ddl – ha aggiunto De Paola - c'è un depotenziamento degli ordini e traspare anche una non conoscenza  della realtà degli ordini professionali. Non c'è inoltre una delimitazione netta tra associazioni emergenti e professionisti. Anche un geologo come me potrebbe trovarsi accanto un rabdomante. Se il disegno governativo – ha concluso De Paola - è di cancellare gli ordini per dare spazio a professioni emergenti, ci venga detto chiaramente, almeno ci metteremo l'anima in pace”. L’Anaao Assomed (Associazione medici dirigenti), da parte sua ha espresso il netto dissenso per il ruolo e le competenze che vengono attribuite alle Università dal  nuovo articolo, in relazione al coordinamento tra studi universitari e accesso alle professioni. Di fatto, ha ricordato l'Anaao, l'articolo 5  “attribuisce all'Università una funzione pressoché esclusiva nella determinazione e individuazione di eventuali nuovi profili professionali e del loro inserimento negli albi professionali. Lo sproporzionato e asimmetrico ruolo assegnato all'Università finirebbe così per mettere in secondo piano il ruolo delle rappresentanze istituzionali. In particolare mortifica e svuota la funzione primaria del ministro della Salute, che è e deve restare il principale e autorevole interlocutore nel percorso di emanazione dei decreti delegati. Ha spezzato una lancia in favore di Mastella, il presidente del Consiglio del Notariato, Paolo Piccoli, secondo il quale “è importante che ci sia un ddl di riforma delle professioni in parlamento su cui apportare correzioni. Con i tempi che corrono rischiavamo di trovarci l'imposizione di un decreto. Mastella è stato bravo a fare da mediatore tra spinte anche fortemente contrarie all'esistenza degli ordini”. Piccoli ha tuttavia osservato che “dopo 15 anni di discussioni non si può abdicare sulla materia e ora è importantissimo l'avvio di questo dibattito parlamentare, una fase in cui ci auguriamo si possa intervenire per accogliere alcune importanti richieste. Capisco – ha aggiunto Piccoli - che la società deve andare avanti e ci sono regole di produttività a cui sottostare ma stravolgere il sistema ordinistico farebbe male a tutto il Paese. Se continuiamo così - aggiunge Piccoli - resteranno in piedi solo Montezemolo e  Epifani, i corpi intermedi verranno spazzati via. Le professioni devono tutte impegnarsi a chiudere questa partita in un modo accettabile, così com'è corriamo rischi terribili. So per certo – ha concluso Piccoli - che Mastella ha resistito nella dizione di professioni intellettuali, altrimenti la spinta di altri era di parlare di attività professionali”. Con il ministro senza se e senza ma l'associazione che riunisce i giovani legali (Anpa). “Il ddl di riforma delle professioni  - ha detto il presidente dell'Anpa, Gaetano Romano - è un ulteriore passo in avanti in favore dei giovani e ha   recepito alcune delle richieste da noi presentate. Auspichiamo – ha aggiunto - che il testo possa essere ulteriormente migliorato con l'eliminazione di qualunque limite di anzianità professionale per chi accoglie un tirocinante presso il proprio studio e con l'introduzione di società miste, anche con apporto di capitale esterno, per tutte le professioni, anche non tecniche”. Al ministro Mastella e a tutto il governo, l'Anpa ha chiesto di non mollare affinché “la riforma possa rappresentare la fase 2 del dl Bersani e non un gattopardesco ritorno alle corporazioni”. Il convegno è stato anche sede di una polemica tra il presidente di An, Gianfranco Fini, e lo stesso Mastella. Un botta e risposta comunque virtuale, perché i due uomini politici, entrambi invitati al convegno non hanno avuto modi di incontrarsi e ascoltarsi. Il leader di An, presente sin dall'inizio dei lavori del convegno, è intervenuto a fine mattinata prima che arrivasse il ministro, bloccato in Senato. E quando Mastella è arrivato Fini era già andato via. “Ha eluso la concertazione, non ha ascoltato gli ordini e le categorie”,  ha quindi attaccato Fini aggiungendo, polemico, che “è questo quello che avrei detto a Mastella se fosse venuto”. Ha replicato a distanza il Guardasigilli: “Una riforma vera si sviluppa insieme ai suoi destinatari. Quando qualcuno dice che non abbiamo ascoltato nessuno, questa cosa non è vera! C'è stato, da parte mia e del sottosegretario delegato alla questione (Luigi Scotti - ndr), l'ascolto paziente e doveroso di tutti”. Fini nel suo intervento ha comunque sottolineato le “oggettive difficoltà” che ha Mastella nel “dare seguito a quello che dice”. Si tratta innanzitutto di un “problema politico della coalizione”, ha detto Fini aggiungendo che l'atteggiamento dell'esecutivo è comunque quello di “tendere ad eludere il confronto parlamentare”. Cosa già accaduta, ha ricordato l'ex ministro degli Esteri, con la fiducia sulla Finanziaria. Mastella, secondo l’esponente di An , “dice di volere la concertazione, il confronto ma non fa seguire alla buona volontà i fatti”. Ad oggi, ha sottolineato Fini, “non c'è alcuna conferma, da parte del governo, di voler procedere con un disegno di legge ordinario sulla riforma degli ordini professionali invece che con il disegno di legge delega. È un atteggiamento – ha detto - pericolosissimo perché all'interno del governo c'è ed è  forte il peso di certe opinioni culturali, classiste, stataliste, che tendono a non rispettare le professioni e gli ordini”. “Andiamo avanti con la concertazione – ha replicato Mastella - e lo facciamo ascoltando tutte le associazioni e gli  ordini professionali. Lo ha fatto anche io con un incontro la scorsa settimana e il mio sottosegretario che ha la delega stessa. Ho garantito – ha continuato Mastella- che anche quando ci  sarà la delega saremo in fase concertativa. Non voglio che la riforma sia una grida manzoniana, ma se concertare significa addivenire a tutte le richieste di ogni ordine e ogni associazione, questa non è la mia visione di concertazione. La politica ricapitola dopo l'ascolto e poi fa le sue scelte. Non c'è alcuna volontà – ha aggiunto il Guardasigilli- di operare un'offensiva contro gli ordini professionali. Discutiamo con serietà e pacatezza: voglio arrivare ad avere un sistema ordinistico nuovo, inquadrato in un sistema europeo con le caratteristiche del nostro paese. Ma se ogni ordine crede che la propria costituzione sia la migliore, questi devono mettersi d'accordo tra di loro e io ne prendo atto. Questa riforma – ha spiegato il ministro della Giustizia - è in continuità con il mio progetto che non intende escludere nessuno, ma raggiungere tutti gli ordini professionali, sia centrali che periferici. Sempre calcolando che si è ancora in fase di percorso si tratta comunque di un provvedimento di grande portata per tutti i professionisti italiani. Una riforma vera per tre motivi: perché valorizza la continuità con le grandi tradizioni del nostro sistema professionale, permettendo ai suoi protagonisti una scelta sostanziale sul piano della competitività e del consolidamento occupazionale; perché porta l'attenzione del legislatore a tutte le componenti del sistema professionale italiano, finora non esplicitamente oggetto di provvedimenti e di sostegno; perché, infine, tende a raggiungere tutte le dimensioni spaziali del sistema professionale, dal centro alla periferia". Mastella ha inoltre confermato la disponibilità al dialogo con le categorie interessate, ribadendo che la fase dell'ascolto e della concertazione è destinata a rafforzarsi: “Una riforma vera, infatti – ha concluso il ministro - si sviluppa insieme ai suoi destinatari”.  Ascoltato l'intervento del ministro della Giustizia Mastella il deputato di An, Gianni Alemanno, giudica “una importante apertura quella del Guardasigilli. Un'apertura - aggiunge - che deve essere colta dall'opposizione e dai rappresentanti degli ordini. Mi auguro - sottolinea con una battuta Alemanno - che Mastella salvi gli ordini professionali da Bersani”.

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