Professionisti freddi sulla bozza definitiva del ddl di riforma delle professioni.
di Luigi Berliri
Il mondo delle professioni valuta con cautela l'esito dell'incontro svoltosi ieri sera al Ministero della Giustizia sul ddl di riforma delle professioni, nel quale è stato presentato il testo definitivo del provvedimento - composto da 9 articoli - che dovrà approdare prossimamente in Consiglio dei ministri mentre è stata fissata per il 28 novembre la relazione iniziale sulle proposte di riforma alla commissione Giustizia della Camera (in seduta congiunta con la commissione Attività produttive). Nonostante la concertazione con il ministero della Giustizia, il giudizio degli Ordini professionali è poco entusiasta. Il presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), Raffaele Sirica, non nasconde la scarsa soddisfazione per il testo e solleva perplessità su alcuni punti poco chiari. "Gli emendamenti che abbiamo proposto - dice al termine dell'incontro al ministero della Giustizia - non sono stati recepiti. Soprattutto la modifica principale, che riguardava la natura giuridica degli Ordini, non è stata definita. Il sottosegretario Scotti - aggiunge - ci ha però garantito che inserirà nel testo il riconoscimento degli Ordini come enti pubblici non economici". Restano ancora indeterminati, sottolinea Sirica, "il tema della sopravvivenza di tutte le professioni e la questione tariffe, che nell'ultima versione non è stata affrontata. Ci rendiamo conto, però, della complessità politica dei rapporti tra i ministri e abbiamo apprezzato l'impegno del ministro Mastella. Mercoledì - conclude - ci sarà il direttivo del Cup e valuteremo il da farsi. Noi comunque abbiamo una proposta di legge, condivisa da tutti gli Ordini, che sarà il punto di riferimento per affrontare i prossimi confronti" nell'iter parlamentare. Sulla stessa linea anche il presidente della Confprofessioni, Gaetano Stella. "Da una prima lettura - commenta - sembra non siano stati recepiti tutti gli emendamenti proposti, e questo ci lascia perplessi. Non c'è stata poi una discussione sugli enti pubblici non economici, e anche su questo vorremmo più chiarezza. È stato mantenuto però - precisa Stella - l'impianto del testo precedente. Un fatto positivo, soprattutto perché resta la struttura duale Ordini-associazioni. Sembra inoltre che ci sia la volontà di continuare a consultarci. I decreti legislativi - sottolinea - dovranno essere comunque fatti con il contributo delle professioni, anche perché la delega è troppo ampia". Articolato il giudizio di Assoprofessioni. “In termini complessivi - ha spiegato al termine dell'incontro il presidente Giorgio Berloffa – ci dichiariamo palesemente soddisfatti. In ogni caso “le nostre osservazioni contenute nei 4 punti del documento inviato al sottosegretario Scotti non sono state recepite, come d'altra parte non sono state recepite quelle degli ordini. Tuttavia – ha affermato - plaudiamo a quest'ultima versione della proposta Mastella, nella quale sono state apportate modifiche non riguardanti la sezione dedicata alle associazioni professionali”. Per Giuseppe Lupoi, coordinatore nazionale del Colap (Coordinamento libere associazioni professionali), “il testo ha recepito in minima parte le nostre indicazioni: una scelta che ci lascia perplessi, anche se va aggiunto che neanche i suggerimenti degli ordini sono stati accolti. Venerdì il ddl dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri - ha aggiunto Lupoi -, il testo verrà poi esaminato dalla Camera e ci attendiamo che il dibattito parlamentare introduca qualche modifica sostanziale. Ci attendiamo – ha concluso l’esponente del Colap - che il ddl entro febbraio venga licenziato da almeno una delle Camere. Il settore italiano delle professioni non è in linea con le normative europee; senza una riforma adeguata e tempestiva questo settore economico, che ricordiamo occupa circa 4 milioni di lavoratori ed il 9 per cento del Pil nazionale, rischia di scomparire”. Giudizio positivo, invece, da parte della Cisl. "C'è un processo graduale di liberalizzazione dell'ordinamento delle professioni - spiega il presidente dell'Associazione cislina dei quadri e delle alte professionalità, Roberto De Santis - in linea con lo spirito di riforma contenuto nel decreto Bersani. Noi però - conclude - vorremmo continuare a essere consultati anche nel corso delle audizioni parlamentari. Serve una nuova concertazione sugli articoli che arricchiranno il testo". Michelina Grillo, presidente Oua ha fatto notare che «proprio ieri il ministro Mastella ha presentato definitivamente la sua proposta di riforma delle professioni. È giusto sottolineare che lo ha fatto all’indomani di una settimana di sciopero degli avvocati, un’astensione dalle udienze di grande successo, che ha registrato l’adesione massiccia in tutti i tribunali d’ Italia. Eppure i rappresentanti politici di una categoria che protesta dal mese di luglio non sono stati chiamati ad un confronto. Il testo nuovamente modificato, per accogliere i rilievi del Ministero dell’Università, appare ancora largamente insoddisfacente, ed anzi in taluni punti ancora peggiorato rispetto alle precedenti versioni». I Presidenti delle Federazioni degli Ordini e dei Collegi delle Professioni Sanitarie condividono “le valutazioni e le preoccupazioni espresse dal presidente del Cup Arch. Sirica, riteniamo necessario ribadire alcuni aspetti del disegno di legge delega della riforma delle professioni, che registrano dissensi all’interno delle nostre categorie. Modernizzare non vuol dire superare cento anni di storia e di tradizioni che non hanno certo impedito lo sviluppo della moderna medicina e di moderni servizi di tutela della salute; ecco perché riteniamo che debba essere il Ministero della Salute, di concerto con quello di Grazia e Giustizia, a proporre i decreti delegati e i relativi regolamenti di attuazione anche rispetto a quanto previsto dalla Legge 43/’06 in materia di professioni sanitarie. Non condividiamo inoltre l’ultima novità del testo che affida all’Università l’esclusività della identificazione di eventuali nuovi profili professionali da inserire poi, ope legis, in apposite sezioni degli Albi; logica e modernità vorrebbero che fosse esattamente il contrario, lasciando la committenza delle innovazioni del mercato dei servizi professionali ai Ministeri competenti quale espressione di interessi generali. Ci preoccupa, infine, non poco la marcata indeterminatezza della struttura giuridica delle società tra professionisti, soprattutto per quanto riguarda i soci non professionisti (soci di capitali) ed una mancata previsione degli obblighi contributivi previdenziali in capo alle stesse. Ci auguriamo dunque concludono i vertici delle professioni mediche - che nel dibattito in Consiglio dei Ministri e nel futuro iter parlamentare della proposta di legge vengano accolti favorevolmente questi orientamenti, che ci paiono essere in assoluta sintonia con una visione pluralistica e dinamica dei servizi professionali e del ruolo, in capo agli Ordini e ai Collegi, di garanzia della qualità, appropriatezza ed efficacia delle prestazioni rese ai cittadini”. Il testo, invece, secondo il ministro della Giustizia, Clemente Mastella "è frutto di un'ampia intesa con gli altri ministeri interessati e tiene conto, per quanto possibile, di indicazioni formulate da Ordini e associazioni. Resta rimane soltanto da risolvere, in sede di Consiglio dei ministri, un problema di competenza sollevato dal dicastero della Salute sull'iniziativa per i decreti delegati e per la tenuta del registro concernente le associazioni professionali". Il ddl delega, secondo Mastella, "conserva il sistema ordinistico, ma in un'articolazione più razionale e moderna, soprattutto nell'interesse dell'utenza. Conferma per gli Ordini la natura di enti pubblici non economici, enuncia principi rigorosi su qualità degli iscritti e idoneità delle prestazioni, nonché per i codici deontologici. Prevede anche, nel tirocinio e nell'accesso, meccanismi per agevolare l'immissione di risorse giovani". Il provvedimento, inoltre, "riconosce una specifica competenza del ministro dell'Università sulla riarticolazione dei corsi e delle classi di laurea, per il coordinamento della successiva iscrizione a Ordini e collegi o a sottosezioni appositamente costituite". Una competenza analoga è riconosciuta anche al ministero dell'Istruzione, "in rapporto agli studi di secondo grado e agli esami di Stato". Nel testo, continua il Ministro, "è recepito il dato socio-strutturale dell'esistenza di associazioni con compiti diversi dagli Ordini", ma operanti nello stesso settore. Questo per "una disciplina per principi, diretta a stabilire precise condizioni per l'inserimento in un registro ministeriale". È anche prevista la costituzione di "società multidisciplinari, tipicizzate nella configurazione giuridica, con ambiti limitati e per determinati tipi di attività". Il testo, infine, "riconosce l'importanza che il servizio professionale ha nel contesto moderno. Ne configura l'esercizio in modo coerente alla natura delle prestazioni e come espressione diversa dall'attività imprenditoriale. Enuncia principi idonei a inserire il mondo delle professioni nel più ampio circuito di un'economia modellata sugli indirizzi dell'Unione europea". Il responsabile economico dell' Udc ed ex sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti, giudica il contenuto della delega troppo ampio con troppa discrezionalità al governo. Inoltre, per Vietti ''il confine segnato dal provvedimento di riforma traccia margini troppo labili tra ordini e associazioni”. Per Maria Grazia Siliquini, responsabile delle professioni per Alleanza Nazionale, “la terza bozza di riforma Mastella non modifica la situazione di grave pericolo per il futuro delle professioni. Infatti – spiega l’esponente di An – oltre a essere mancata sin dall’inizio una vera e propria concertazione, nessuno degli emendamenti presentati dai professionisti è stato accolto da Mastella. Il ministro, così – prosegue la parlamentare - tira dritto, conservando la medesima impostazione della prima bozza e quell’eccesso di delega, già ampiamente criticato, che consentirà al Governo, attraverso i decreti delegati, una libera interpretazione del testo; un testo con indicazioni ambigue e fumose soprattutto nei criteri che disciplinano ordini e associazioni. Temo fortemente – conclude Siliquini - che sia in atto, tra i ministri, un gioco delle parti che andremo presto a verificare in parlamento dove Alleanza Nazionale chiederà non solo un ampio confronto con tutti gli interessati, ma anche l’accoglimento di precise proposte emendative ispirate alle linee della propria proposta di riforma”. Positivo il giudizio del responsabile delle professioni della Margherita e relatore per l’Ulivo della riforma delle professioni. membro alla Camera Pierluigi Mantini. “Il testo della riforma delle professioni, elaborato dal ministro Mastella dopo ampie consultazioni – dice - è una buona base di partenza per l'avvio dell'esame parlamentare ed auspico che esso sia sollecitatamene approvato dal consiglio dei ministri. Inizieremo comunque nella prossima settimana - afferma - l'esame presso le Commissioni Giustizia e Attività Produttive della Camera, tenendo conto di tutte le proposte di iniziativa parlamentare. Ma i punti fondamentali della modernizzazione delle professioni italiane - sottolinea - sono ormai definiti, con un largo consenso che mi auguro potremo mantenere e sviluppare nell'iter dei lavori. La riforma -conclude, - è solo la prima tappa perché ad essa devono seguire le politiche per la crescita e l'internazionalizzazione delle professioni italiane”.